Il WWF di Molfetta compie 38 anni di attività
Dal 1986 una lunghissima serie di iniziative per l'ambiente
martedì 29 ottobre 2024
10.38
Era l'ottobre 1986, quando quattro giovani decidevano di dar vita alla sezione locale del WWF a Molfetta. Pochi giorni dopo, Emanuella Puddu diventava la presidente della sezione citadina del WWF appena costituitasi.
Erano quattro giovani spinti dalla voglia di cambiare il mondo verso la sensibilità ambientale: le stesse persone che, ben presto, diventarono molte di più, dando vita ad una serie di iniziative culturali e ambientali, realizzando le prime mostre fotografiche sui temi più caldi di quel periodo ossia l'inquinamento ambientale e marino. Dopo un anno dalla costituzione le attività di gestione nonché la presidenza della sezione è passata a Pasquale Salvemini.
Negli anni successivi, inoltre, sono state diverse le iniziative svolte dalla sezione locale del WWF, dalla realizzazione di corsi di formazione, alla realizzazione di conferenze sui temi ambientali, alla gestione del Pulo di Molfetta, alle attività di contrato alla pesca di frodo ed al bracconaggio, alla tutela del territorio con interventi mirati ed effettuati in collaborazione con la Guardia di Finanza, Carabinieri, corpo forestale e Capitaneria di Porto.
Diverse decine le persone denunciate e le discariche abusive individuate e sequestrate, ma non solo. Nel 1996, infatti, grazie alla disponibilità di aziende private parte l'azione di recupero della Prima Cala, con l'acquisto e la piantumazione dei primi due filari di alberi (Tamerix Gallica), continuata e terminata a marzo 2001, con la messa a dimora di oltre 140 alberi.
Sempre nel 2000 è partita, poi, una delle più ambiziose attività del WWF, la creazione di un centro recupero tartarughe marine. Attualmente ubicato presso l'istituto Vespucci, il centro conta ogni anno il recupero di circa 400 tartarughe marine Vede inoltre la collaborazione attiva con il DMV dell'Università di Bari, della Sapienza di Roma, dell'Università di Pisa nonché dell'Istituto Oceanografico di Valencia.
Successivamente, è iniziata la collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico di Foggia: tra le attività di ricerca di prestigio quella relativa al gas embolismo patologia sino a pochi anni fa sconosciuta per le tartarughe marine. Insomma, tantissimo è stato fatto ma tanto c'è ancora da fare, sperando sempre in un mondo migliore verso la tutela del l'ambiente e delle specie animali e vegetali che ne fanno parte.
Erano quattro giovani spinti dalla voglia di cambiare il mondo verso la sensibilità ambientale: le stesse persone che, ben presto, diventarono molte di più, dando vita ad una serie di iniziative culturali e ambientali, realizzando le prime mostre fotografiche sui temi più caldi di quel periodo ossia l'inquinamento ambientale e marino. Dopo un anno dalla costituzione le attività di gestione nonché la presidenza della sezione è passata a Pasquale Salvemini.
Negli anni successivi, inoltre, sono state diverse le iniziative svolte dalla sezione locale del WWF, dalla realizzazione di corsi di formazione, alla realizzazione di conferenze sui temi ambientali, alla gestione del Pulo di Molfetta, alle attività di contrato alla pesca di frodo ed al bracconaggio, alla tutela del territorio con interventi mirati ed effettuati in collaborazione con la Guardia di Finanza, Carabinieri, corpo forestale e Capitaneria di Porto.
Diverse decine le persone denunciate e le discariche abusive individuate e sequestrate, ma non solo. Nel 1996, infatti, grazie alla disponibilità di aziende private parte l'azione di recupero della Prima Cala, con l'acquisto e la piantumazione dei primi due filari di alberi (Tamerix Gallica), continuata e terminata a marzo 2001, con la messa a dimora di oltre 140 alberi.
Sempre nel 2000 è partita, poi, una delle più ambiziose attività del WWF, la creazione di un centro recupero tartarughe marine. Attualmente ubicato presso l'istituto Vespucci, il centro conta ogni anno il recupero di circa 400 tartarughe marine Vede inoltre la collaborazione attiva con il DMV dell'Università di Bari, della Sapienza di Roma, dell'Università di Pisa nonché dell'Istituto Oceanografico di Valencia.
Successivamente, è iniziata la collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico di Foggia: tra le attività di ricerca di prestigio quella relativa al gas embolismo patologia sino a pochi anni fa sconosciuta per le tartarughe marine. Insomma, tantissimo è stato fatto ma tanto c'è ancora da fare, sperando sempre in un mondo migliore verso la tutela del l'ambiente e delle specie animali e vegetali che ne fanno parte.