Il vicesegretario PD la Grasta chiede coerenza
«Quando vuoi bene ad una comunità, devi metterti da parte per non essere destabilizzante»
mercoledì 8 febbraio 2017
0.48
Torna a parlare ed a far parlare di se uno dei due vicesegretari del Partito Democratico, Roberto la Grasta, che dopo alcune settimane di silenzio, decide di chiarire la sua posizione.
Non è infatti passato inosservato questo suo rumoroso silenzio legato ad una situazione politica attuale molto complicata.
Protagonista, assieme ad altri, del lavorio incessante realizzato nei mesi precedenti il congresso elettivo del PD di Molfetta dell'ottobre del 2016 e concretizzatosi poi nella mozione unitaria, ad ora l'avv. la Grasta rivendica quel «lavoraccio per ogni singolo membro di quel gruppo, ma che alla fine ha dato i suoi frutti».
Fin li quindi tutto perfetto, con l'immagine di un PD riunito attorno al suo neosegretario Antonio di Gioia. Poi l'inizio della stagione elettorale con le prime trattative, i primi tavoli, i primi confronti con quelli che erano stati gli alleati della scorsa amministrazione.
E la Grasta fa una prima riflessione, in quanto ci evidenzia le perplessità di un dialogo che non vede, a suo parere, «la coerenza di chi applaudiva fino a un mese fa ed ora rinnega», riferito agli altri partiti che spesso hanno attaccato il PD come principale autore della caduta della Natalicchio.
«Temo però che sia tra i pochi a pensarla così e quando vuoi bene ad una comunità di persone, devi metterti da parte per non essere destabilizzante e lasciare che le trattative politiche vadano in porto», continua la Grasta, ribandendo fermamente come «rimango fedele ad ogni decisione del mio partito al quale mostrerò sempre la massima lealtà ed appartenenza».
Nessun attrito quindi con l'attuale segretario o con gli altri membri del partito, anzi la Grasta ci ribadisce come ritiene assolutamente valide le figure dell'attuale direttivo, ma al momento rimangono comunque delle distanze tra l'avvocato ed alcune decisioni del partito di corso Margherita.
Non è infatti passato inosservato questo suo rumoroso silenzio legato ad una situazione politica attuale molto complicata.
Protagonista, assieme ad altri, del lavorio incessante realizzato nei mesi precedenti il congresso elettivo del PD di Molfetta dell'ottobre del 2016 e concretizzatosi poi nella mozione unitaria, ad ora l'avv. la Grasta rivendica quel «lavoraccio per ogni singolo membro di quel gruppo, ma che alla fine ha dato i suoi frutti».
Fin li quindi tutto perfetto, con l'immagine di un PD riunito attorno al suo neosegretario Antonio di Gioia. Poi l'inizio della stagione elettorale con le prime trattative, i primi tavoli, i primi confronti con quelli che erano stati gli alleati della scorsa amministrazione.
E la Grasta fa una prima riflessione, in quanto ci evidenzia le perplessità di un dialogo che non vede, a suo parere, «la coerenza di chi applaudiva fino a un mese fa ed ora rinnega», riferito agli altri partiti che spesso hanno attaccato il PD come principale autore della caduta della Natalicchio.
«Temo però che sia tra i pochi a pensarla così e quando vuoi bene ad una comunità di persone, devi metterti da parte per non essere destabilizzante e lasciare che le trattative politiche vadano in porto», continua la Grasta, ribandendo fermamente come «rimango fedele ad ogni decisione del mio partito al quale mostrerò sempre la massima lealtà ed appartenenza».
Nessun attrito quindi con l'attuale segretario o con gli altri membri del partito, anzi la Grasta ci ribadisce come ritiene assolutamente valide le figure dell'attuale direttivo, ma al momento rimangono comunque delle distanze tra l'avvocato ed alcune decisioni del partito di corso Margherita.