Il tonfo di Bepi Maralfa e Leonardo Siragusa: correre da soli non ha pagato
Il 3,81% di Area Pubblica e il 3,02% della lista Leonardo Sindaco i risultati delle urne
martedì 13 giugno 2017
10.30
Tommaso Minervini e Isa de Bari hanno avuto gioco facile nel "prendere in giro" la sinistra. Poteva andare male come è andata male a Leonardo Siragusa e Bepi Maralfa, ad esempio, che hanno visto i voti che pensavano di poter intercettare andare verso il civismo di Tommaso Minervini e il risulato pressochè personale di Gianni Porta oltre che alla destra di Isa de Bari. Numeri incontestabili visto il risultato dei due leader civici Maralfa e Siragusa, dopo che nel maggio 2013 al primo turno, il primo aveva ottenuto 3.229 voti con l'8,81%, mentre il secondo con il Centro Democratico (presente nella coalizione di Paola Natalicchio) aveva ottenuto 1.162 e il 3,31%.
In quell'occasione, a sostegno di Bepi Maralfa c'erano anche ben due liste civiche: Linea Diritta Bepi Maralfa Sindaco e Lista Civica - Rinnovazione, che al termine dello spoglio avevano raggiunto soglie di 2.088 e 367 voti con percentuali del 5,96% e del 1,04%. Candidati a cui rimane, a questo punto, solo da decidere chi sostenere al ballottaggio. Ammesso e concesso che voglia andarsi in questa direzione. Decideranno nelle prossime ore, ma ad aiutare la scelta potrebbero esserci alcune mosse di Minervini che sa ora di potersi allargare ancora a sinistra.
Il meccanismo dietro ai magri risultati, con il 3,81% di Area Pubblica e il 3,02% della lista Leonardo Sindaco, comunque, sembra esser proprio quello indicato dalla stampa locale nei mesi passati: ovvero, il mancato accordo al tavolo del centrosinistra. Ed è l'eccezione al disastro a confermare la regola. Il mancato accordo, dopo settimane e settimane di trattative, ha infatti letteralmente svuotato la sinistra molfettese, con connessa crescita del civismo minerviniano che è di fatto cresciuto.
Oggi il candidato Gianni Porta si ferma al 16,26% con 5.389 preferenze. E nonostante il buon risultato, non sfonda, perché dalle parti di Rifondazione Comunista speravano che il progetto "unitario" della sinistra avrebbe portato i frutti sperati, cioè il ballottaggio. Coalizione che, peraltro, è stato il suo vanto. Nel progetto di Rifondazione (6,23%) c'erano tutti, da DèP (2,63%) a Sinistra Italiana (4,31%), e stavano lì insieme in un clima molto migliore rispetto al litigioso scenario dei tavoli, capace di produrre il pastrocchio della fuoriuscita di Bepi Maralfa dallo stesso. Bepi Maralfa, che poi ha raccolto solo le briciole, mancando anche la soglia del 4 per cento. Ed è solo una magra consolazione.
Insomma, quella posta in essere dalla sinistra è sembrata più che altro una corsa tra tartarughe.
In quell'occasione, a sostegno di Bepi Maralfa c'erano anche ben due liste civiche: Linea Diritta Bepi Maralfa Sindaco e Lista Civica - Rinnovazione, che al termine dello spoglio avevano raggiunto soglie di 2.088 e 367 voti con percentuali del 5,96% e del 1,04%. Candidati a cui rimane, a questo punto, solo da decidere chi sostenere al ballottaggio. Ammesso e concesso che voglia andarsi in questa direzione. Decideranno nelle prossime ore, ma ad aiutare la scelta potrebbero esserci alcune mosse di Minervini che sa ora di potersi allargare ancora a sinistra.
Il meccanismo dietro ai magri risultati, con il 3,81% di Area Pubblica e il 3,02% della lista Leonardo Sindaco, comunque, sembra esser proprio quello indicato dalla stampa locale nei mesi passati: ovvero, il mancato accordo al tavolo del centrosinistra. Ed è l'eccezione al disastro a confermare la regola. Il mancato accordo, dopo settimane e settimane di trattative, ha infatti letteralmente svuotato la sinistra molfettese, con connessa crescita del civismo minerviniano che è di fatto cresciuto.
Oggi il candidato Gianni Porta si ferma al 16,26% con 5.389 preferenze. E nonostante il buon risultato, non sfonda, perché dalle parti di Rifondazione Comunista speravano che il progetto "unitario" della sinistra avrebbe portato i frutti sperati, cioè il ballottaggio. Coalizione che, peraltro, è stato il suo vanto. Nel progetto di Rifondazione (6,23%) c'erano tutti, da DèP (2,63%) a Sinistra Italiana (4,31%), e stavano lì insieme in un clima molto migliore rispetto al litigioso scenario dei tavoli, capace di produrre il pastrocchio della fuoriuscita di Bepi Maralfa dallo stesso. Bepi Maralfa, che poi ha raccolto solo le briciole, mancando anche la soglia del 4 per cento. Ed è solo una magra consolazione.
Insomma, quella posta in essere dalla sinistra è sembrata più che altro una corsa tra tartarughe.