Il sindaco Natalicchio: «Mi preparo a tornare al lavoro»

Dalla sua bacheca facebook il primo cittadino ricostruisce le ragioni dei "disastri" delle ultime ore

mercoledì 21 gennaio 2015 8.01
«Mi preparo a tornare a lavoro e a incontrare una delegazione di chi ieri ha manifestato, in modo non certo pacifico e nonviolento, presso la sede di Lama Scotella. Sento di ringraziare uno a uno i tanti cittadini che mi sono stati accanto in queste ore agitate e difficili. Devo, però, fare qualche precisazione, perché trovo assurdo che io debba (non per la prima volta) quasi giustificarmi e dare spiegazioni per l'aggressione subita. Ma le calunnie ascoltate ieri dopo l'episodio meritano una risposta di verità».

«Primo punto: i cantieri di servizio sono diventati e saranno la forma di assistenza sociale principale del Comune di Molfetta, in sostituzione di contributi sociali a pioggia e a gettone che venivano erogati prima.

Secondo punto: negli anni precedenti si è cristallizzata una platea di circa 550 persone con bisogno, definita "storica", che ha preso per anni il contributo sociale continuativo, arrivando tra contributo, pagamenti bollette, pagamento affitto, a cumulare anche 600-700 euro al mese e facendo schizzare la spesa sociale dedicata non a servizi ma a un assistenzialismo allo stato puro, che ha foraggiato una parte della città rendendola passiva, inattiva e statica.

Terzo punto: Il Commissario Giacomo Barbato, nel 2013, in collaborazione con le assistenti sociali, ha erogato un nuovo regolamento che ha impedito di cumulare varie forme di contributi (quello continuativo e quello "straordinario", ad esempio, come la bolletta da pagare o altri tipi di interventi come il servizio civico) e che ha portato alla scelta anche di alternare le platee assistite dal contributo economico. Il regolamento del Commissario ha stabilito che ogni nucleo può essere assistito per massimo 6 mesi all'anno. Questo ha comportato l'uscita di nuovi bandi per l'assistenza sociale. Alla "platea storica" si sono aggiunte nuove platee di persone aventi bisogno e il numero degli assistiti è quasi raddoppiato.
Non abbiamo tagliato spesa sociale, ma abbiamo oggi in assistenza circa 1000 persone. Non abbiamo tagliato la spesa sociale per i contributi ma, essendo aumentata la platea degli assistiti, stiamo alternando l'erogazione che avviene solo sei mesi l'anno, su cifre più basse del passato in cui non c'erano regole.

Quarto punto: per venire incontro alla "platea storica", abituata per anni ad avere contributi continui dal comune, l'anno scorso abbiamo stanziato 130.000 euro aggiuntivi rispetto agli oltre 700.000 euro destinati ai contributi, attingendoli dal Piano Sociale di Zona, capitolo "inserimento socio-lavorativo". Con quella cifra abbiamo comprato vaucher lavoro e abbiamo avviato i cantieri di servizio, riservandoli nel primo bando esclusivamente alla platea dei 550 assistiti "storici".
Le donne hanno aiutato i bambini a uscire dalle scuole, gli uomini hanno aiutato i Lavori Pubblici nelle manutenzioni, pitturando ringhiere, panchine o la Polizia Locale presidiando la ZTL. E' passato per la prima volta il principio: se il Comune ti assiste, tu devi metterti al servizio della comunità in qualche modo. La prima tornata di cantieri di servizio è finita il 31 dicembre, appena 20 giorni fa. Preciso che su 550 assistiti della platea storica - quella che prendeva i contributi a pioggia - meno della metà ha partecipato al bando dei Cantieri di Servizio. L'altra metà ha rinunciato al contributo e si è resa indisponibile a "lavorare" e ad attivarsi.

Quinto punto: in questi giorni, con il settore Welfare, stiamo lavorando al nuovo bando dei Cantieri di Servizio e ci stiamo interrogando se riservarlo nuovamente solo alla "platea storica", che ritiene di aver acquisito "diritti" maggiori rispetto alle nuove fasce di povertà, o se allargarlo. Stiamo anche lavorando al nuovo regolamento dei contributi, che - lo ribadisco e non arretriamo di un solo centimetro - prevederà l'attivazione di chi è assistito (tramite i cantieri di servizio e il servizio civico) come nuova forma principale di assistenza. In ogni caso, ogni anno che il cielo ha mandato in terra, nessuna erogazione di contributi di qualunque tipo è arrivata prima della fine di febbraio, poiché i contributi sono erogati a bimestre. Risulta quindi anomala una protesta che, il 20 di gennaio, batte i pugni contro i muri rivendicando in modo minatorio "diritti".

Sesto ed ultimo punto: la protesta di ieri contesta il fatto che i cantieri di servizio non sono ripresi il 7 gennaio solo per la platea storica. Abbiamo bisogno di organizzarci al meglio, è un sistema complesso e va razionalizzato e organizzato. Ma ripartiremo presto e questo è certo e gli assistiti lo sanno bene. La protesta contesta anche e soprattutto il fatto che stiamo lavorando a una nuova riforma del servizio di assistenza meno "vantaggiosa" e lasciatemi dire "comoda" per gli assistiti. Insomma contesta che si stava meglio prima quando la socialità era un bancomat, pagato con le tasse di tutti, in cui ci si metteva in coda alla banca ogni due mesi e si prendeva uno "stipendio" dal Comune. La protesta di ieri, lo scandisco bene per chi ha vergognosamente scritto altro, non c'entra nulla con le promesse non mantenute in campagna elettorale o con impegni presi e non mantenuti da me o da Bepi Maralfa. Queste calunnie imprecisate fanno parte della fabbrica di fango e leggende metropolitane che accompagna il nostro lavoro e che qualifica chi le mette in circolo».