Il priore Girolamo Caputi racconta l'Arciconfraternita della Morte

La sua esperienza di confratello tra passato, presente e futuro

giovedì 17 aprile 2025
A cura di Vincenzo Ciccolella
Il periodo di Pasqua rappresenta un'occasione, per le confraternite locali, di coinvolgere l'intera città in un momento di riflessione, meditazione, e fiduciosa preghiera. Il ruolo dei confratelli è quello di mantenere fisicamente (oltre che spiritualmente) viva la tradizione della processione. Dunque, cos'è dunque una confraternita? Cosa significa essere confratello e cosa significa essere priore?
Di seguito, un approfondimento su un qualcosa che tocchiamo con mano ogni anno, ma della quale potremmo non essere completamente consapevoli.

A parlare è Girolamo Caputi, priore dell'Arciconfraternita della Morte.

Cosa significa essere confratello?
Il ruolo del confratello è mutato negli anni. Odiernamente il confratello non è solo "portatore", la sua missione ha un obiettivo anche caritatevole. La nostra confraternita si sta affacciando ai più deboli, attraverso svariate strutture che sono impegnate nel sociale. Attualmente stiamo impegnandoci con la lega del Filo d'Oro, in un progetto triennale. Quindi il confratello ha come obiettivo finale l'essere parte integrante della processione, durante il tempo della Pasqua. Nel resto dell'anno il suo scopo è votato a portare aiuto e conforto ai più fragili.

Quando e come nasce l'arciconfraternita?
Fu istituita il 26 aprile 1613, 38 concittadini si riunirono per dare supporto alle pratiche di sepoltura dei defunti appartenenti ad un ceto meno abbiente, le cui esequie risultavano economicamente poco abbordabili. Dopo la demolizione della chiesa di San Francesco, la prima nella quale la nostra confraternita ha trovato una sede, i nostri predecessori riuscirono ad acquistare la chiesa della Morte, situata nel centro storico. Negli anni trenta del 1700 (1736-1737 circa), l'arciconfraternita ha avvalorato ulteriormente il suo ruolo, aggiungendo una nuova sede presso la chiesa del Purgatorio, così da poter accogliere un numero sempre più crescente di confratelli. Nel 1936, il Purgatorio, fu donato dalla famiglia propietaria alla Curia, includendo nell'atto di donazione "l'usufrutto" inderogabile (per la nostra confraternita) della chiesa stessa. Attualmente siamo proprietari di tre siti nel cimitero: una cappella cimiteriale, una terra d'inumazione ed un ossario, quindi non abbiamo dimenticato l'antica essenza dalla quale ha tratto origine la storia della nostra confraternita.

Per quale motivo l'arcionfraternita della morte si occupa dell'Addolorata e della Pietà, durante le processioni?
Storicamente l'origine di quest'usanza è alquanto dubbia, sappiamo che l'arciconfraternita della morte si occupò innanzitutto della Pietà. Abbiamo inoltre notizia che, sin dal 1709 circa, la nostra confraternita si è impegnata nel portare in processione il simulacro dell'Addolorata, indipendentemente da quale esso fosse. Come ben si sa, la statua dell'Addolorata è stata oggetto di diverse sostituzioni nel tempo, prima che la situazione si stabilizzasse con la definitiva rappresentazione del Cozzoli.

Che significa per lei essere priore?
Partendo dal presupposto che il priore viene scelto tramite votazione dall'arciconfraternita stessa, il ruolo che ricopro resta motivo d'orgoglio. Il mio scopo è quello di essere a servizio della mia confraternita.

Quali sono i piani per i giorni a venire?
Attualmente stiamo allestendo il repositorio per il Giovedì Santo e stiamo organizzandoci per il sabato. All'aspetto liturgico, cerchiamo di collaborare anche nell'ambito culturale. Ci sono vari convegni, e la mostra presso la chiesa della morte, che forniscono uno spaccato folkloristico di quelle che sono le ormai consolidate e tradizioni della nostra città.