Il porto di Molfetta voluto da Azzollini: 10 anni di indagini e processi
La gara fu indetta nel 2006 con un importo di 63,8 milioni di euro, ma 17 anni dopo il nuovo scalo commerciale ancora non c'è
sabato 28 ottobre 2023
9.39
Quella del nuovo porto commerciale di Molfetta, opera faraonica voluta da Antonio Azzollini, ex senatore, ex presidente della commissione bilancio del Senato ed ex sindaco della città adriatica (imputato assolto), è una storia che parte da lontano. La gara fu indetta nel 2006 con un importo base di 63,8 milioni di euro.
Ad aggiudicarsi l'appalto, l'anno successivo, fu l'associazione temporanea di imprese guidata dalla cooperativa Muratori & Cementisti di Ravenna. Importo: 57,6 milioni di euro con un ribasso del 10%. Ma a 17 anni dopo l'opera che promette di trasformare Molfetta in una importante area logistica al servizio del trasporto merci via mare, non è ancora conclusa: mancano, infatti, gli interventi di completamento, necessari per garantire la piena funzionalità delle opere già realizzate.
I lavori, che hanno previsto l'ultimazione della banchina a nord-ovest e poi il molo di sopraflutto, la cui finalità è quella di garantire la sicurezza alla navigazione e all'ormeggio delle imbarcazioni, sono ripresi nel 2020, al termine della maxi inchiesta con 62 indagati che il 7 ottobre 2013, dopo una segnalazione dell'Authority per la Vigilanza, ha portato agli arresti del responsabile unico dell'appalto del porto, Vincenzo Balducci, e del procuratore speciale della Cmc, Giorgio Calderoni.
E all'accusa, per Azzollini, di truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e in atto pubblico, abuso d'ufficio, violazione delle normative ambientali e della normativa sul lavoro, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Secondo la Procura di Trani, i lavori del nuovo porto erano lievitati fino alla cifra di 147 milioni di euro e erano stati appaltati nel 2007, senza aver ultimato la bonifica dei fondali marini dalla presenza dei tanti ordigni bellici che rendevano impossibile il dragaggio dell'area.
Non solo: gran parte dei finanziamenti pubblici, riteneva sempre la Procura, sarebbero poi stati distratti dal Comune. Questa lunga vicenda giudiziaria, però, che ha determinato il blocco dei lavori per sette anni, s'è conclusa senza colpevoli il 20 dicembre 2019, quando il Tribunale di Trani ha assolto nel merito 28 imputati, tra i quali Azzollini e Balducci - i due rinunciarono alla prescrizione -, a seconda dei casi, con la formula piena del «fatto non sussiste» o «non costituisce reato».
Su altre accuse i giudici hanno dichiarato i reati prescritti. Intanto il 15 maggio scorso, è cominciato il processo d'appello, a oltre tre anni dalla sentenza di primo grado. Ora il secondo grado in cui ci sono soltanto 3 di quei 28 imputati. I lavori, intanto, sono ripresi. Va bene, ma il nuovo porto commerciale? Ancora non c'è.
Ad aggiudicarsi l'appalto, l'anno successivo, fu l'associazione temporanea di imprese guidata dalla cooperativa Muratori & Cementisti di Ravenna. Importo: 57,6 milioni di euro con un ribasso del 10%. Ma a 17 anni dopo l'opera che promette di trasformare Molfetta in una importante area logistica al servizio del trasporto merci via mare, non è ancora conclusa: mancano, infatti, gli interventi di completamento, necessari per garantire la piena funzionalità delle opere già realizzate.
I lavori, che hanno previsto l'ultimazione della banchina a nord-ovest e poi il molo di sopraflutto, la cui finalità è quella di garantire la sicurezza alla navigazione e all'ormeggio delle imbarcazioni, sono ripresi nel 2020, al termine della maxi inchiesta con 62 indagati che il 7 ottobre 2013, dopo una segnalazione dell'Authority per la Vigilanza, ha portato agli arresti del responsabile unico dell'appalto del porto, Vincenzo Balducci, e del procuratore speciale della Cmc, Giorgio Calderoni.
E all'accusa, per Azzollini, di truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e in atto pubblico, abuso d'ufficio, violazione delle normative ambientali e della normativa sul lavoro, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Secondo la Procura di Trani, i lavori del nuovo porto erano lievitati fino alla cifra di 147 milioni di euro e erano stati appaltati nel 2007, senza aver ultimato la bonifica dei fondali marini dalla presenza dei tanti ordigni bellici che rendevano impossibile il dragaggio dell'area.
Non solo: gran parte dei finanziamenti pubblici, riteneva sempre la Procura, sarebbero poi stati distratti dal Comune. Questa lunga vicenda giudiziaria, però, che ha determinato il blocco dei lavori per sette anni, s'è conclusa senza colpevoli il 20 dicembre 2019, quando il Tribunale di Trani ha assolto nel merito 28 imputati, tra i quali Azzollini e Balducci - i due rinunciarono alla prescrizione -, a seconda dei casi, con la formula piena del «fatto non sussiste» o «non costituisce reato».
Su altre accuse i giudici hanno dichiarato i reati prescritti. Intanto il 15 maggio scorso, è cominciato il processo d'appello, a oltre tre anni dalla sentenza di primo grado. Ora il secondo grado in cui ci sono soltanto 3 di quei 28 imputati. I lavori, intanto, sono ripresi. Va bene, ma il nuovo porto commerciale? Ancora non c'è.