Il piano “geniale” dei dissidenti di sinistra: Autoconvochiamoci per il Futuro
Una scelta nè strategica né tattica ma «per discutere in una grande assemblea pubblica, il futuro della nostra comunità»
mercoledì 29 marzo 2017
10.57
Autoconvochiamoci per il Futuro, adesso si fa sul serio. Non è un movimento di protesta alle scissioni del centrosinistra ma quasi. Soprattutto perché le elezioni amministrative rappresentano un evidente spartiacque. Fino a ieri era solo una congettura, oggi è una strategia.
Parole e musica risuonano via social e costituiscono un vero e proprio richiamo presso Sala Turtur (Centro Storico) sabato prossimo 1° aprile, alle ore 17: «Al di là del numero delle proposte elettorali che saranno in campo, le opzioni sono solo due: proseguire nella strada del cambiamento e del rilancio della nostra città avviata, pur tra qualche contraddizione, nel 2013, e bruscamente interrotta nel maggio scorso, oppure rimettere il nostro futuro nelle mani di chi, a partire dal 2001 e ininterrottamente per più di dieci anni, ha reso Molfetta sciatta e senza regole, portandola a vivere una delle stagioni più buie della sua storia».
Tutto legittimo, sia chiaro. Ed è pure piuttosto fisiologico che qualcuno cominci a saltare sul carro dei dissidenti del centrosinistra (Pd, Sinistra italiana, DèP), man mano che le scelte partitiche si avvicinano il distacco aumenta. «Eppure, dinnanzi all'importanza del momento che la città vive, le forze realmente innovatrici, quelle progressiste, democratiche e riformiste continuano a dividersi invece che trovare le ragioni dell'unità per disegnare insieme la migliore città che i molfettesi meritano. Per questo, dinnanzi ad un quadro fatto di divisioni, diktat, distinguo e rivendicazioni pregiudiziali, noi crediamo sia necessaria una iniziativa che serva a costruire una proposta politica e programmatica, fatta di idee e di proposte concrete, che veda come presupposto indispensabile l'unità delle forze di centrosinistra e che veda protagonisti tutti coloro che, nei partiti o fuori da essi, credono necessario fornire alla città una prospettiva di crescita».
Insomma un'assemblea che ha proposte legittime, un'iniziativa che nasce fuori dai partiti, ma che viene promossa da militanti e attivisti del centrosinistra che, dopo la rottura del tavolo, vogliono riprovare a ricucire lo strappo creando un nuovo e alternativo polo sempre di sinistra «perché Molfetta non può tornare indietro, e per impedire questa deriva è necessario il contributo di tutti coloro che, senza timori e senza ambizioni personalistiche, abbiano realmente a cuore i destini della nostra città». Quindi non è il lancio di un progetto civico, né quello di una lista o di un candidato sindaco.
Peraltro, «per discutere di tutto questo, pensiamo sia giusto autoconvocarci in una grande assemblea pubblica, per incrociare i nostri sguardi e volgerli, insieme, al futuro della nostra comunità».
Parole e musica risuonano via social e costituiscono un vero e proprio richiamo presso Sala Turtur (Centro Storico) sabato prossimo 1° aprile, alle ore 17: «Al di là del numero delle proposte elettorali che saranno in campo, le opzioni sono solo due: proseguire nella strada del cambiamento e del rilancio della nostra città avviata, pur tra qualche contraddizione, nel 2013, e bruscamente interrotta nel maggio scorso, oppure rimettere il nostro futuro nelle mani di chi, a partire dal 2001 e ininterrottamente per più di dieci anni, ha reso Molfetta sciatta e senza regole, portandola a vivere una delle stagioni più buie della sua storia».
Tutto legittimo, sia chiaro. Ed è pure piuttosto fisiologico che qualcuno cominci a saltare sul carro dei dissidenti del centrosinistra (Pd, Sinistra italiana, DèP), man mano che le scelte partitiche si avvicinano il distacco aumenta. «Eppure, dinnanzi all'importanza del momento che la città vive, le forze realmente innovatrici, quelle progressiste, democratiche e riformiste continuano a dividersi invece che trovare le ragioni dell'unità per disegnare insieme la migliore città che i molfettesi meritano. Per questo, dinnanzi ad un quadro fatto di divisioni, diktat, distinguo e rivendicazioni pregiudiziali, noi crediamo sia necessaria una iniziativa che serva a costruire una proposta politica e programmatica, fatta di idee e di proposte concrete, che veda come presupposto indispensabile l'unità delle forze di centrosinistra e che veda protagonisti tutti coloro che, nei partiti o fuori da essi, credono necessario fornire alla città una prospettiva di crescita».
Insomma un'assemblea che ha proposte legittime, un'iniziativa che nasce fuori dai partiti, ma che viene promossa da militanti e attivisti del centrosinistra che, dopo la rottura del tavolo, vogliono riprovare a ricucire lo strappo creando un nuovo e alternativo polo sempre di sinistra «perché Molfetta non può tornare indietro, e per impedire questa deriva è necessario il contributo di tutti coloro che, senza timori e senza ambizioni personalistiche, abbiano realmente a cuore i destini della nostra città». Quindi non è il lancio di un progetto civico, né quello di una lista o di un candidato sindaco.
Peraltro, «per discutere di tutto questo, pensiamo sia giusto autoconvocarci in una grande assemblea pubblica, per incrociare i nostri sguardi e volgerli, insieme, al futuro della nostra comunità».