Il PD perde rappresentanti, il centrosinistra cambia: che succede nella politica di Molfetta
Salda l'opposizione di centrodestra. Tiene anche il gruppo NOI
lunedì 18 maggio 2020
Gli strascichi dell'ultimo Consiglio Comunale si faranno sentire e non poco nella politica di Molfetta delle prossime settimane e mesi, quelli che di fatto porteranno alle elezioni regionali 2020, posticipate dalla primavera all'autunno a causa dell'emergenza Coronavirus.
L'analisi parte dal Partito Democratico, nella maggioranza dell'amministrazione Minervini.
Già sotto le aspettative di consensi nelle elezioni del 2017, il Piddì conta adesso solo Gianni Facchini in rappresentanza nell'Aula Carnicella. Un nome sicuramente forte, vista anche l'elezione nel Consiglio della Città Metropolitana di Bari.
Con Facchini, l'altro nome democratico è quello di Nicola Piergiovanni, saldamente presidente della massima assise cittadina mentre l'architetto Gabriella Azzollini resta assessore nella Giunta Minervini.
Proprio la sua nomina fece scattare il seggio a favore di Peppino de Nicolò che giovedì scorso ha pubblicamente rotto con il Partito Democratico, dichiarandosi indipendente: il cammino porta verso altre formazioni a sinistra, a sostegno di Michele Emiliano come candidato presidente della Regione Puglia? La risposta la darà solo il tempo: tuttavia, la defezione dal Partito Democratico nascerebbe proprio da ragioni prettamente politiche.
Maggioranza che, dopo questi ultimi accadimenti, ha ancora di più nel gruppo consigliare "Noi-Nuove Officine Molfetta" il proprio perno: con Saverio Tammacco coordinatore e Pasquale Mancini capogruppo in Consiglio Comunale, tutti gli eletti nelle liste civiche a sostegno dell'allora candidato Tommaso Minervini mostrano compattezza nell'esperienza amministrativa in corso e che il prossimo mese taglierà il traguardo dei tre anni, praticamente più di metà mandato in scadenza nel 2022.
Nelle opposizioni, invece, cosa accade?
Il centrodestra sembra tenere il suo personalissimo equilibrio.
Pino Amato da tempo ha comunicato di considerarsi, come Udc, opposizione a sè stante dalle altre forze, come Forza Italia, con cui era in coalizione a sostegno della candidatura a primo cittadino di Isa de Bari.
Isa de Bari che, con Antonello Pisani, rappresenta senza ombra di dubbio il legame politico con la figura del già sindaco, senatore e presidente della commissione bilancio del Senato Antonio Azzollini, la cui storia e il cui carisma politico vanno al di là dell'ufficiale "messa in secondo piano" attuale.
C'è poi Sara Castriotta i cui interventi in Aula trovano apprezzamenti e spesso condivisioni da più fronti.
Ruolo clou è di Carmela Minuto: la seconda più suffragata alle elezioni comunali, commissario di Forza Italia a Molfetta, Senatrice dal 2018.
A meno di clamorosi eventi, tuttavia, le dinamiche sembrerebbero tracciate.
Discorso diverso, invece, per la minoranza di centrosinistra.
Gianni Porta fuori dal Consiglio Comunale perchè dimissionario fa sì che una intera esperienza amministrativa non abbia più rappresentanti in Aula Carnicella: "la primavera del 2013", quella che portò Paola Natalicchio a diventare sindaco sostenuta anche da Rifondazione Comunista.
La rottura si è ormai pubblicamente consumata: Silvia Rana, Paola de Candia e forse Beppe Zanna in procinto di subentrare a Porta dovranno portare avanti in Consiglio le istanze di una fetta di elettorato che sarebbe molto deluso da quanto si è verificato.
L'analisi parte dal Partito Democratico, nella maggioranza dell'amministrazione Minervini.
Già sotto le aspettative di consensi nelle elezioni del 2017, il Piddì conta adesso solo Gianni Facchini in rappresentanza nell'Aula Carnicella. Un nome sicuramente forte, vista anche l'elezione nel Consiglio della Città Metropolitana di Bari.
Con Facchini, l'altro nome democratico è quello di Nicola Piergiovanni, saldamente presidente della massima assise cittadina mentre l'architetto Gabriella Azzollini resta assessore nella Giunta Minervini.
Proprio la sua nomina fece scattare il seggio a favore di Peppino de Nicolò che giovedì scorso ha pubblicamente rotto con il Partito Democratico, dichiarandosi indipendente: il cammino porta verso altre formazioni a sinistra, a sostegno di Michele Emiliano come candidato presidente della Regione Puglia? La risposta la darà solo il tempo: tuttavia, la defezione dal Partito Democratico nascerebbe proprio da ragioni prettamente politiche.
Maggioranza che, dopo questi ultimi accadimenti, ha ancora di più nel gruppo consigliare "Noi-Nuove Officine Molfetta" il proprio perno: con Saverio Tammacco coordinatore e Pasquale Mancini capogruppo in Consiglio Comunale, tutti gli eletti nelle liste civiche a sostegno dell'allora candidato Tommaso Minervini mostrano compattezza nell'esperienza amministrativa in corso e che il prossimo mese taglierà il traguardo dei tre anni, praticamente più di metà mandato in scadenza nel 2022.
Nelle opposizioni, invece, cosa accade?
Il centrodestra sembra tenere il suo personalissimo equilibrio.
Pino Amato da tempo ha comunicato di considerarsi, come Udc, opposizione a sè stante dalle altre forze, come Forza Italia, con cui era in coalizione a sostegno della candidatura a primo cittadino di Isa de Bari.
Isa de Bari che, con Antonello Pisani, rappresenta senza ombra di dubbio il legame politico con la figura del già sindaco, senatore e presidente della commissione bilancio del Senato Antonio Azzollini, la cui storia e il cui carisma politico vanno al di là dell'ufficiale "messa in secondo piano" attuale.
C'è poi Sara Castriotta i cui interventi in Aula trovano apprezzamenti e spesso condivisioni da più fronti.
Ruolo clou è di Carmela Minuto: la seconda più suffragata alle elezioni comunali, commissario di Forza Italia a Molfetta, Senatrice dal 2018.
A meno di clamorosi eventi, tuttavia, le dinamiche sembrerebbero tracciate.
Discorso diverso, invece, per la minoranza di centrosinistra.
Gianni Porta fuori dal Consiglio Comunale perchè dimissionario fa sì che una intera esperienza amministrativa non abbia più rappresentanti in Aula Carnicella: "la primavera del 2013", quella che portò Paola Natalicchio a diventare sindaco sostenuta anche da Rifondazione Comunista.
La rottura si è ormai pubblicamente consumata: Silvia Rana, Paola de Candia e forse Beppe Zanna in procinto di subentrare a Porta dovranno portare avanti in Consiglio le istanze di una fetta di elettorato che sarebbe molto deluso da quanto si è verificato.