Il Pd è un giocattolo rotto che de Nicolo sta provando ad aggiustare
Il Pd, le correnti interne, e l'amministrazione: tutti i dubbi di Piero de Nicolo.
lunedì 6 luglio 2015
7.23
Il Partito democratico è un giocattolo rotto. E nessuno sembra in grado di aggiustarlo. Non c'è prova decisiva in cui non esibisca la sua intrinseca fragilità. La "cura" del riformista de Nicolo non è bastata, evidentemente. Almeno per il momento. Continua a soffrire della sindrome da "identità irrisolta", roba che nei manuali di politica è venuta in evidenza con la fine dei partiti politici tradizionali e che, in diversa misura, contagia un po' tutti. Ma tra i democrat è particolarmente avvertita. Anzi, lo è in modo squassante al punto che dopo il Congresso delle scorse settimane il Pd si è spaccato ancora una volta.
Tutto, si dice ora, è nelle mani del Partito Democratico e in particolar modo di Piero de Nicolo. Di quell'esame del Bilancio di Previsione che dovrebbe essere lo spartiaque amministrativo dopo due anni. Si andrà avanti o ci sarà il pericolo commissariamento annuale?
Non sappiamo cosa accadrà come non sappiamo che cosa sia cambiato nel Pd con l'avvento di de Nicolo che, dopo aver posto in essere la fuga di coloro i quali non erano più rappresentativi dei "dem", controlla il partito, ma non le correnti ancora al suo interno. Le fazioni continuano come prima e peggio di prima a farsi una guerra spietata. Di questo passo non crediamo che si andrà molto lontano. Con l'esame del Bilancio di Previsione, si combatterà la madre di tutte le battaglie, il futuro dell'amministrazione è nelle mani del segretario e dei suoi riformisti. Questi ultimi "se", non otterranno quel che ritengono gli spetti, faranno le barricate e comunque non garantiranno i voti al punto di mettere a rischio governo locale. Il centrodestra non chiede di meglio e si appresta ad assistere ad uno scontro nella maggioranza godendosi lo spettacolo della sfiducia che numerosi tesserati del Pd dichiareranno, con ogni probabilità, con i loro voti.
Insomma quasi un "chi di rimpasto ferisce, di voto (in Consiglio comunale) perisce". C'è qualcosa che non va. Ed è nel meccanismo del giocattolo. Se si sfascia completamente, anche de Nicolo e il Pd, saranno i primi a salire sul treno che li porterà a casa. Con un biglietto di sola andata.
Tutto, si dice ora, è nelle mani del Partito Democratico e in particolar modo di Piero de Nicolo. Di quell'esame del Bilancio di Previsione che dovrebbe essere lo spartiaque amministrativo dopo due anni. Si andrà avanti o ci sarà il pericolo commissariamento annuale?
Non sappiamo cosa accadrà come non sappiamo che cosa sia cambiato nel Pd con l'avvento di de Nicolo che, dopo aver posto in essere la fuga di coloro i quali non erano più rappresentativi dei "dem", controlla il partito, ma non le correnti ancora al suo interno. Le fazioni continuano come prima e peggio di prima a farsi una guerra spietata. Di questo passo non crediamo che si andrà molto lontano. Con l'esame del Bilancio di Previsione, si combatterà la madre di tutte le battaglie, il futuro dell'amministrazione è nelle mani del segretario e dei suoi riformisti. Questi ultimi "se", non otterranno quel che ritengono gli spetti, faranno le barricate e comunque non garantiranno i voti al punto di mettere a rischio governo locale. Il centrodestra non chiede di meglio e si appresta ad assistere ad uno scontro nella maggioranza godendosi lo spettacolo della sfiducia che numerosi tesserati del Pd dichiareranno, con ogni probabilità, con i loro voti.
Insomma quasi un "chi di rimpasto ferisce, di voto (in Consiglio comunale) perisce". C'è qualcosa che non va. Ed è nel meccanismo del giocattolo. Se si sfascia completamente, anche de Nicolo e il Pd, saranno i primi a salire sul treno che li porterà a casa. Con un biglietto di sola andata.