Il molfettese Michele de Nichilo nominato Dirigente del carcere di Foggia
Il 49enne sarà vice-direttore dal prossimo 20 novembre
lunedì 13 novembre 2023
Il dott. Michele de Nichilo, molfettese, prenderà servizio come Dirigente del carcere di Foggia con ruolo di vice direttore dal prossimo 20 novembre.
È, infatti, uno dei 57 vincitori di concorso, assunti come nuovi dirigenti per garantire ad ogni istituto penitenziario un direttore titolare e assicurare una gestione corretta delle carceri italiane, dopo una stagione di direttori ad interim che ha creato più di un problema. Michele de Nichilo, 49 anni, arriva a questo importante incarico dopo una carriera in cui ha sperimentato molte sfaccettare del sistema giustizia.
Diplomato del Liceo Classico 'Leonardo da Vinci' di Molfetta; laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi 'Aldo Moro' di Bari e ancora all'Università di Macerata in Scienze giuridiche indirizzo giudiziario e criminologico, con specializzazione in Diritto penale dell'impresa, per circa dieci anni avvocato penalista, ha poi deciso di proseguire la sua carriera nella pubblica amministrazione. Per 12 anni è stato Ispettore per l'INPS, dopo ancora si è messo in gioco, studiando per un concorso atteso da anni, visto che l'ultimo si era tenuto nel 1996, puntando a un incarico di maggiore responsabilità e con un notevole risvolto sociale.
Non sfugge a nessuno, infatti, come il sistema carcerario italiano sia gravato da molti problemi: il sovraffollamento, la necessità di dare reale attuazione al mandato costituzionale di garantire la rieducazione del condannato, la cronica carenza di personale. Il dott. De Nichilo lo sa bene: «Il lavoro di direttore penitenziario è di enorme valore sociale, umano e professionale. Il direttore è allo stesso tempo un garante delle leggi internazionali e interne, è colui che deve assicurare il rispetto della sicurezza e il buon andamento delle prospettive di risocializzazione, è una sorta di sindaco di quella piccola cittadina che è la comunità penitenziaria e che spesso si trova ad affrontare tutti i problemi di una cittadina. Un lavoro che richiede entusiasmo ma anche tanta dedizione. È il direttore che imprime la direzione, appunto, alla vita che si svolge in carcere e crea opportunità di rieducazione, raccordando il carcere con il territorio circostante, mettendo al bando ogni uso non necessario nella forza».
Lo aspetta una sfida non facile, il carcere di Foggia accoglie 615 detenuti sui 364 regolamentari, ben oltre quella che dovrebbe essere la sua capienza, ma siamo sicuri che il nostro concittadino farà del suo meglio.
È, infatti, uno dei 57 vincitori di concorso, assunti come nuovi dirigenti per garantire ad ogni istituto penitenziario un direttore titolare e assicurare una gestione corretta delle carceri italiane, dopo una stagione di direttori ad interim che ha creato più di un problema. Michele de Nichilo, 49 anni, arriva a questo importante incarico dopo una carriera in cui ha sperimentato molte sfaccettare del sistema giustizia.
Diplomato del Liceo Classico 'Leonardo da Vinci' di Molfetta; laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi 'Aldo Moro' di Bari e ancora all'Università di Macerata in Scienze giuridiche indirizzo giudiziario e criminologico, con specializzazione in Diritto penale dell'impresa, per circa dieci anni avvocato penalista, ha poi deciso di proseguire la sua carriera nella pubblica amministrazione. Per 12 anni è stato Ispettore per l'INPS, dopo ancora si è messo in gioco, studiando per un concorso atteso da anni, visto che l'ultimo si era tenuto nel 1996, puntando a un incarico di maggiore responsabilità e con un notevole risvolto sociale.
Non sfugge a nessuno, infatti, come il sistema carcerario italiano sia gravato da molti problemi: il sovraffollamento, la necessità di dare reale attuazione al mandato costituzionale di garantire la rieducazione del condannato, la cronica carenza di personale. Il dott. De Nichilo lo sa bene: «Il lavoro di direttore penitenziario è di enorme valore sociale, umano e professionale. Il direttore è allo stesso tempo un garante delle leggi internazionali e interne, è colui che deve assicurare il rispetto della sicurezza e il buon andamento delle prospettive di risocializzazione, è una sorta di sindaco di quella piccola cittadina che è la comunità penitenziaria e che spesso si trova ad affrontare tutti i problemi di una cittadina. Un lavoro che richiede entusiasmo ma anche tanta dedizione. È il direttore che imprime la direzione, appunto, alla vita che si svolge in carcere e crea opportunità di rieducazione, raccordando il carcere con il territorio circostante, mettendo al bando ogni uso non necessario nella forza».
Lo aspetta una sfida non facile, il carcere di Foggia accoglie 615 detenuti sui 364 regolamentari, ben oltre quella che dovrebbe essere la sua capienza, ma siamo sicuri che il nostro concittadino farà del suo meglio.