Il Ministero non risponde, i «No triv» alzano il tiro

Annunciate nuove forme di protesta contro le trivellazioni in Adriatico per il 4 settembre

giovedì 14 agosto 2014 8.02
A cura di Mino Ciocia
Dal Ministero ancora nessuna risposta alle osservazioni inviate dagli attivisti «No triv» di Molfetta e Giovinazzo. Nonostante le loro posizioni, redatte alla luce di dati oggettivi ed inviate per tempo al Ministero, la data ultima era il 4 agosto, abbiano posto l'accento sulla pericolosità di attività estrattive nel basso Adriatico. La denuncia, perché di questo si tratta, arriva direttamente dai comitati ambientalisti attraverso un comunicato stampa.

«Abbiamo inviato al Ministero – scrivono - le nostre osservazioni sulle richieste di prospezioni petrolifere formulate dalla "Global petroleum", la multinazionale australiana con una sua sede anche a Londra. Ma ad oggi non abbiamo ottenuto ancora nessuna risposta». Con lo stesso documento i «No triv» puntano il dito contro le istituzioni locali. «Prendiamo anche atto – si legge nel documento - che ai proclami della Regione, che pure si era schierata contro le trivellazioni nei mari pugliesi, non siano seguiti atti concreti ed istituzionali, in opposizione alle quattro diverse richieste della multinazionale. Anche dai sindaci dei comuni interessati dalle operazioni di prospezione nessun riscontro oggettivo». Le richieste di indagini per la ricerca di petrolio riguardano il tratto di costa che si estende tra Molfetta e il brindisino.

«Solo Molfetta, Giovinazzo e Mola – affermano dai comitati - si sono espresse attraverso delibere di consiglio comunale o di giunta. Ma i loro atti assomigliano più a dichiarazioni d'intenti che a vere osservazioni verso un'attività che sicuramente metterà a rischio un ecosistema delicato come il mar Adriatico». Il dito è puntato contro l'uso di una tecnologia l'«airgun», un sistema che sparerebbe sui fondali aria compressa a tale potenza che potrebbe creare reazioni a catena verso le migliaia di bombe, residui della II guerra mondiale e del più recente conflitto in Jugoslavia, affondate al largo tra Molfetta e Giovinazzo. E potrebbe compromettere anche la crescita delle praterie di posidonia, alghe che fermerebbero l'erosione marina e che rappresentano un importante ecosistema per la fauna acquatica. Quello che adesso i comitati «No triv» auspicano è che tutte le istituzioni, dalla Regione ai Comuni, si siedano intorno ad un tavolo per concertare insieme ai movimenti ambientalisti, una strategia comune che porti a scongiurare l'entrata in azione delle trivelle. Chiedono un impegno in tal senso anche a tutti quei candidati che si apprestano a concorrere per la poltrona di Governatore della Regione. Intanto a Monopoli nei giorni scorsi quale forma di protesta contro le trivellazioni in Adriatico una lunga catena umana ha pacificamente «occupato» le spiagge e i bagnasciuga. Tra Molfetta e Giovinazzo i comitati si apprestano a lanciare una «seconda fase» della protesta «coinvolgendo – come è nel loro stile – le popolazioni dal basso».

L'appuntamento è già fissato per il 4 settembre, le modalità e i luoghi della protesta dovranno essere ancora comunicati.