Il messaggio del gruppo CON: «Con Minervini fallimento delle politiche sociali a Molfetta»
La lista sostiene Lillino Drago alle prossime amministrative
mercoledì 25 maggio 2022
18.31
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa a cura di CON, lista che sostiene la candidatura di Lillino Drago come sindaco alle prossime amministrative.
"La assoluta assenza di politiche sociali negli anni dell'amministrazione Minervini continua a mietere vittime. Il candidato, che continua a gestire la cosa pubblica come se fosse in pieno sindacato e non con il rispetto imposto dalle battute finali, si limita a quotidiani, banali e sempre uguali comunicati stampa (che si tratti di disastri o compleanni la poesia è sempre la stessa) senza mai un cenno alle proprie responsabilità. Non è sufficiente ringraziare le forze dell'ordine per le operazioni di polizia: questo possiamo farlo noi cittadini, non può farlo chi ha amministrato prepotentemente la città nell'ultimi vent'anni ed è responsabile di questo disastro".
"Abbiamo sollecitato per anni una radicale trasformazione dell'assessorato alla socialità: abbiamo chiesto a gran voce, atti alla mano, che le assistenti sociali scendessero per strada, che venissero istituite figure di assistenti sociali di quartiere, che gli invisibili fossero cercati col lanternino e portati alla luce. Come avrebbe fatto il buon padre di famiglia che qualcuno sogna ancora di essere. Come avrebbe fatto un pragmatico organizzatore. Niente di tutto questo. Un livello qualitativo bassissimo. Una squadra in piena retrocessione".
"Il clamoroso fallimento delle azioni in materia di prevenzione sociale porta quotidianamente alle cronache la storia di una città allo sbando, di giovani vite che avrebbero meritato una Molfetta bella e piena di prospettive e invece avanzano sulla strada della delinquenza e del degrado sociale. Intere aree della città sono sottratte al controllo e lasciate (colpevolmente) in mano a chi decide di alzare la voce più degli altri. I cittadini sono quasi assuefatti. La massima autorità cittadina gira - anche in questo caso - la testa dall'altra parte".
"Il volontariato organizzato, la polizia locale e le forze dell'ordine ci mettono una pezza, ma la mancanza di una visione, o almeno di una lettura dei fenomeni di emarginazione sociale ha già gettato nel fosso una intera generazione. Cappotto lungo, memoria corta. Una storia veramente triste. Molfetta merita rispetto. Molfetta merita un sogno. I nostri ragazzi meritano una guida giusta. Le fasce più deboli meritano attenzioni. Su questo stiamo lavorando, per restituire ai più giovani il diritto di sognare, il diritto di crescere in un ambiente stimolante e competitivo. Una Molfetta degna del suo nome, attraente e viva, come quella in cui i più grandi tra noi hanno avuto il piacere di crescere".
"La assoluta assenza di politiche sociali negli anni dell'amministrazione Minervini continua a mietere vittime. Il candidato, che continua a gestire la cosa pubblica come se fosse in pieno sindacato e non con il rispetto imposto dalle battute finali, si limita a quotidiani, banali e sempre uguali comunicati stampa (che si tratti di disastri o compleanni la poesia è sempre la stessa) senza mai un cenno alle proprie responsabilità. Non è sufficiente ringraziare le forze dell'ordine per le operazioni di polizia: questo possiamo farlo noi cittadini, non può farlo chi ha amministrato prepotentemente la città nell'ultimi vent'anni ed è responsabile di questo disastro".
"Abbiamo sollecitato per anni una radicale trasformazione dell'assessorato alla socialità: abbiamo chiesto a gran voce, atti alla mano, che le assistenti sociali scendessero per strada, che venissero istituite figure di assistenti sociali di quartiere, che gli invisibili fossero cercati col lanternino e portati alla luce. Come avrebbe fatto il buon padre di famiglia che qualcuno sogna ancora di essere. Come avrebbe fatto un pragmatico organizzatore. Niente di tutto questo. Un livello qualitativo bassissimo. Una squadra in piena retrocessione".
"Il clamoroso fallimento delle azioni in materia di prevenzione sociale porta quotidianamente alle cronache la storia di una città allo sbando, di giovani vite che avrebbero meritato una Molfetta bella e piena di prospettive e invece avanzano sulla strada della delinquenza e del degrado sociale. Intere aree della città sono sottratte al controllo e lasciate (colpevolmente) in mano a chi decide di alzare la voce più degli altri. I cittadini sono quasi assuefatti. La massima autorità cittadina gira - anche in questo caso - la testa dall'altra parte".
"Il volontariato organizzato, la polizia locale e le forze dell'ordine ci mettono una pezza, ma la mancanza di una visione, o almeno di una lettura dei fenomeni di emarginazione sociale ha già gettato nel fosso una intera generazione. Cappotto lungo, memoria corta. Una storia veramente triste. Molfetta merita rispetto. Molfetta merita un sogno. I nostri ragazzi meritano una guida giusta. Le fasce più deboli meritano attenzioni. Su questo stiamo lavorando, per restituire ai più giovani il diritto di sognare, il diritto di crescere in un ambiente stimolante e competitivo. Una Molfetta degna del suo nome, attraente e viva, come quella in cui i più grandi tra noi hanno avuto il piacere di crescere".