Il killer suona al citofono: ucciso Antonio Andriani
L'assassino ha puntato alla testa e poi è fuggito. L'omicidio forse legato al business degli stupefacenti
domenica 27 novembre 2016
11.14
Il killer ha suonato a casa di Antonio Andriani, al civico n. 5/A di via Martiri di via Fani: il 54enne molfettese è sceso ed è stato ferito a colpi di pistola. Immediatamente soccorso, l'uomo è stato ricoverato in gravissime condizioni nel Policlinico di Bari, dove è stato operato durante la notte, ma non ce l'ha fatta.
Sullo sfondo il business dell'approvvigionamento e dello spaccio delle sostanze stupefacenti a Molfetta. Ma quello che al momento colpisce di più gli investigatori è il tipo di omicidio, commesso a domicilio. E la vittima che scende in strada come per incontrare un amico, un conoscente. Inoltre, il fatto che Andriani indossasse il pigiama fa supporre che conoscesse il suo sicario. Quando il killer ha tirato fuori l'arma, la vittima ha provato a fuggire, ma è stato inseguito e colpito nell'androne del suo palazzo.
L'assassino, dunque, suona il citofono. È da poco passata la mezzanotte. La vittima prescelta è Antonio Andriani, pregiudicato, condannato a 22 anni di reclusione negli anni '90 per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti (eroina e cocaina) dopo il blitz "Reset" e considerato uno dei grandi vecchi della mala molfettese, apre la porta di casa e scende le scale in pigiama. Sì, in pigiama. Un particolare non di poco conto: probabilmente il 54enne conosceva il suo assassino ed era sceso per parlare con lui in strada.
Sembra, inoltre, che prima del ferimento l'uomo sia stato rincorso, stando ai rumori uditi. Uno il colpo che ha perforato la guancia di Antonio Andriani e si è conficcato nella testa. Inutili i soccorsi e il ricovero in gravissime condizioni presso il reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari, dove è stato operato durante la notte, ma non ce l'ha fatta. In mattinata i medici hanno dichiarato il decesso dell'uomo per il quale era stata dichiarata sino a quel momento la morte cerebrale.
Subito dopo l'allarme sono iniziate le ricerche a tappeto del killer ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, mentre questa mattina sono giunti in via Martiri di via Fani anche gli uomini della Sezione Investigazioni Scientifiche, che hanno effettuato minuziosi accertamenti e rilievi sia all'interno che all'esterno del portone. Per i militari, che sul posto hanno recuperato un'ogiva e un bossolo calibro 22, e il pm di Trani Lucio Giovanni Vaira, le indagini ruotano intorno al business dell'approvvigionamento di stupefacenti.
54 anni, sbarcava il lunario con lavori saltuari (prima come barista, poi come intonachista) dopo aver pagato il proprio debito con la giustizia. Le indagini partono dal luogo del delitto. Perché Andriani è sceso in strada? È stato attirato in una trappola o aveva un appuntamento? E poi cosa c'era di tanto urgente per convincerlo a uscire di casa in pigiama a quell'ora della sera? Per trovare movente e colpevole si scava innanzitutto nel sottobosco dello spaccio di droga, anche se non si esclude che il tutto sia scaturito da futili motivi.
Il lavoro dei militari, diretti dal capitano Vito Ingrosso, è appena all'inizio.
Sullo sfondo il business dell'approvvigionamento e dello spaccio delle sostanze stupefacenti a Molfetta. Ma quello che al momento colpisce di più gli investigatori è il tipo di omicidio, commesso a domicilio. E la vittima che scende in strada come per incontrare un amico, un conoscente. Inoltre, il fatto che Andriani indossasse il pigiama fa supporre che conoscesse il suo sicario. Quando il killer ha tirato fuori l'arma, la vittima ha provato a fuggire, ma è stato inseguito e colpito nell'androne del suo palazzo.
L'assassino, dunque, suona il citofono. È da poco passata la mezzanotte. La vittima prescelta è Antonio Andriani, pregiudicato, condannato a 22 anni di reclusione negli anni '90 per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti (eroina e cocaina) dopo il blitz "Reset" e considerato uno dei grandi vecchi della mala molfettese, apre la porta di casa e scende le scale in pigiama. Sì, in pigiama. Un particolare non di poco conto: probabilmente il 54enne conosceva il suo assassino ed era sceso per parlare con lui in strada.
Sembra, inoltre, che prima del ferimento l'uomo sia stato rincorso, stando ai rumori uditi. Uno il colpo che ha perforato la guancia di Antonio Andriani e si è conficcato nella testa. Inutili i soccorsi e il ricovero in gravissime condizioni presso il reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari, dove è stato operato durante la notte, ma non ce l'ha fatta. In mattinata i medici hanno dichiarato il decesso dell'uomo per il quale era stata dichiarata sino a quel momento la morte cerebrale.
Subito dopo l'allarme sono iniziate le ricerche a tappeto del killer ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, mentre questa mattina sono giunti in via Martiri di via Fani anche gli uomini della Sezione Investigazioni Scientifiche, che hanno effettuato minuziosi accertamenti e rilievi sia all'interno che all'esterno del portone. Per i militari, che sul posto hanno recuperato un'ogiva e un bossolo calibro 22, e il pm di Trani Lucio Giovanni Vaira, le indagini ruotano intorno al business dell'approvvigionamento di stupefacenti.
54 anni, sbarcava il lunario con lavori saltuari (prima come barista, poi come intonachista) dopo aver pagato il proprio debito con la giustizia. Le indagini partono dal luogo del delitto. Perché Andriani è sceso in strada? È stato attirato in una trappola o aveva un appuntamento? E poi cosa c'era di tanto urgente per convincerlo a uscire di casa in pigiama a quell'ora della sera? Per trovare movente e colpevole si scava innanzitutto nel sottobosco dello spaccio di droga, anche se non si esclude che il tutto sia scaturito da futili motivi.
Il lavoro dei militari, diretti dal capitano Vito Ingrosso, è appena all'inizio.