Il fuoco per "cancellare" i rifiuti abbandonati su via Ruvo
La denuncia della Lac Puglia
mercoledì 11 febbraio 2015
7.26
Anche a Molfetta (e dintorni) la terra dei fuochi. L'area in questione si trova sulla provinciale per Ruvo di Puglia ed esattamente all'incrocio dei territori ricadenti nei comuni di Molfetta, Terlizzi e, appunto, Ruvo.
In questo caso la competenza dovrebbe essere del comune di Terlizzi ma a scaricare rifiuti sono un pò tutti. Agricoltori molfettesi, ruvesi e terlizzesi che, in perfetta sinergia, hanno trasformato la strada in quella che si potrebbe definire, senza esagerare, la strada dei fuochi. Pochi cassonetti - solo tre - per contenere decine e decine di quintali di rifiuti giornalieri, tra scarti vegetazionali, farmaceutici per l'agricoltura, vetro, platiche di ogni tipo nonché quelli pericolosi come eternit o guaine bituminose.
Insomma un mix di rifiuti che quasi ogni giorno subisce "autocombustione": come d'incanto nelle ore pomeridiane qualche ben pensante, decide di ridurre i quantitativi dei rifiuti appiccando enormi falò.
L'aria diventa irrespirabile senza considerare le grandi quantità di inquinanti, come la diossina, che puntualmente vengono immessi nell'atmosfera. Le campagne circostanti subiscono ingenti danni, a partire da diversi alberi di ulivo incendiati, oltre al deposito sul terreno di inquinanti vari che successivamente ci ritroviamo sulle nostre tavole.
Per Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC Puglia, «queste azioni, che sono veri crimini contro la natura, devono essere debellate con fermezza, per questo motivo è stata potenziata la vigilanza in quella zona. Mentre il Comune di Terlizzi deve porre in essere azioni di raccolta rifiuti costanti e molto più incisive, ad esempio aumentando il numero dei contenitori e puntando alla raccolta differenziata in quell'area».
In questo caso la competenza dovrebbe essere del comune di Terlizzi ma a scaricare rifiuti sono un pò tutti. Agricoltori molfettesi, ruvesi e terlizzesi che, in perfetta sinergia, hanno trasformato la strada in quella che si potrebbe definire, senza esagerare, la strada dei fuochi. Pochi cassonetti - solo tre - per contenere decine e decine di quintali di rifiuti giornalieri, tra scarti vegetazionali, farmaceutici per l'agricoltura, vetro, platiche di ogni tipo nonché quelli pericolosi come eternit o guaine bituminose.
Insomma un mix di rifiuti che quasi ogni giorno subisce "autocombustione": come d'incanto nelle ore pomeridiane qualche ben pensante, decide di ridurre i quantitativi dei rifiuti appiccando enormi falò.
L'aria diventa irrespirabile senza considerare le grandi quantità di inquinanti, come la diossina, che puntualmente vengono immessi nell'atmosfera. Le campagne circostanti subiscono ingenti danni, a partire da diversi alberi di ulivo incendiati, oltre al deposito sul terreno di inquinanti vari che successivamente ci ritroviamo sulle nostre tavole.
Per Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC Puglia, «queste azioni, che sono veri crimini contro la natura, devono essere debellate con fermezza, per questo motivo è stata potenziata la vigilanza in quella zona. Mentre il Comune di Terlizzi deve porre in essere azioni di raccolta rifiuti costanti e molto più incisive, ad esempio aumentando il numero dei contenitori e puntando alla raccolta differenziata in quell'area».