Il docufilm "Notturno" della Draka presentato alla Camera dei Deputati
Ieri l'anteprima nazionale alla presenza del Ministro della Salute Speranza
giovedì 6 febbraio 2020
17.30
Nella giornata di ieri è stato presentato a Roma il docufilm "Notturno" prodotto dal molfettese Corrado Azzollini per Draka Production con la regia di Carolina Boco e in collaborazione con la FNOMCeO (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri). «Un film documentario inedito, frutto di una collaborazione per nulla scontata ma molto efficace tra una produzione cinematografica e mondo sanitario» ha dichiarato il produttore Azzollini. Il tema, di stretta attualità, è purtroppo spesso, e tristemente, al centro dei fatti di cronaca: i pericoli affrontati, ogni giorno, da medici e operatori del settore sanitario, la violenza, fisica e verbale, che non risparmia né donne né uomini.
I numeri esposti durante la conferenza stampa sono allarmanti: un medico su due ha subito aggressioni e il 30% degli ambulatori non rispetta le norme sulla sicurezza. Secondo i dati emersi da un questionario on line a disposizione dei professionisti in tutta Italia, soprattutto medici: il 4% ha dichiarato di aver subito aggressioni fisiche e il 50% di aver ricevuto aggressioni verbali. Quel che è peggio, addirittura l'80% di loro sostiene che queste azioni fossero prevenibili. Il dato più drammatico è quello legato allo sconforto in merito a questa battaglia che per molti sarebbe "persa in partenza": il 35% degli operatori pensa che non ci sia niente da fare per risolvere questo tipo di situazioni.
Il prodotto audiovisivo raccoglie testimonianze di medici e giornalisti d'inchiesta come Massimo Giletti e Gerardo D'Amico ma anche di vittime ed istituzioni le cui parole si alternano alle angosciose immagini di un turno di notte svolto da una guardia medica. Si raccontano le paure, la determinazione e le fragilità di quanti, avvolti da quel camice bianco, restano pur sempre persone come tutte le altre ed esposte a rischi spesso sottovalutati. Il docufilm ha come madrina d'eccezione Maria Grazia Cucinotta e vede anche la partecipazione dell'attrice molfettese Isabella Ragno, assieme alle riflessioni di Filippo Anelli (presidente della Fnomceo). Di grande impatto emotivo sono anche le parole di Giovanni Bergantin, Vito Calabrese, Tiziana Mattiazzi, e Ombretta Silecchia e di un medico che ha scelto di non dichiarare la propria identità; che in prima persona o in maniera indiretta hanno vissuto il dramma delle violenze subite nei turni di lavoro.
Alla conferenza stampa, è seguita l'anteprima nazionale presso l'Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, alla presenza anche del Ministro della Salute Roberto Speranza. «Si tratta di uno strumento di comunicazione che va nella giusta direzione – ha dichiarato il ministro - cioè quella di far comprendere a tutti quanto sia prezioso il nostro servizio sanitario e il lavoro quotidiano che le donne e uomini del Servizio Sanitario Nazionale portano avanti. Il testo di legge contro la violenza agli operatori sanitari approvato all'unanimità in Senato è ora in discussione alla Camera e sono allo studio alcune modifiche. C'è una disponibilità piena di tutte le forze politiche per velocizzare l'iter». Maria Grazia Cucinotta, che nel film recita il giuramento di Ippocrate, si è così espressa in merito all'importanza di affrontare questo argomento molto delicato: «Ci dimentichiamo troppo spesso di queste persone che offrono un servizio per la comunità mettendo a rischio la propria vita. Non ci soffermiamo mai davanti ai reali problemi, non c'è nulla che tutela il medico dalle tante aggressioni, professionisti che vanno protetti perché salvano le nostre vite».
I numeri esposti durante la conferenza stampa sono allarmanti: un medico su due ha subito aggressioni e il 30% degli ambulatori non rispetta le norme sulla sicurezza. Secondo i dati emersi da un questionario on line a disposizione dei professionisti in tutta Italia, soprattutto medici: il 4% ha dichiarato di aver subito aggressioni fisiche e il 50% di aver ricevuto aggressioni verbali. Quel che è peggio, addirittura l'80% di loro sostiene che queste azioni fossero prevenibili. Il dato più drammatico è quello legato allo sconforto in merito a questa battaglia che per molti sarebbe "persa in partenza": il 35% degli operatori pensa che non ci sia niente da fare per risolvere questo tipo di situazioni.
Il prodotto audiovisivo raccoglie testimonianze di medici e giornalisti d'inchiesta come Massimo Giletti e Gerardo D'Amico ma anche di vittime ed istituzioni le cui parole si alternano alle angosciose immagini di un turno di notte svolto da una guardia medica. Si raccontano le paure, la determinazione e le fragilità di quanti, avvolti da quel camice bianco, restano pur sempre persone come tutte le altre ed esposte a rischi spesso sottovalutati. Il docufilm ha come madrina d'eccezione Maria Grazia Cucinotta e vede anche la partecipazione dell'attrice molfettese Isabella Ragno, assieme alle riflessioni di Filippo Anelli (presidente della Fnomceo). Di grande impatto emotivo sono anche le parole di Giovanni Bergantin, Vito Calabrese, Tiziana Mattiazzi, e Ombretta Silecchia e di un medico che ha scelto di non dichiarare la propria identità; che in prima persona o in maniera indiretta hanno vissuto il dramma delle violenze subite nei turni di lavoro.
Alla conferenza stampa, è seguita l'anteprima nazionale presso l'Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, alla presenza anche del Ministro della Salute Roberto Speranza. «Si tratta di uno strumento di comunicazione che va nella giusta direzione – ha dichiarato il ministro - cioè quella di far comprendere a tutti quanto sia prezioso il nostro servizio sanitario e il lavoro quotidiano che le donne e uomini del Servizio Sanitario Nazionale portano avanti. Il testo di legge contro la violenza agli operatori sanitari approvato all'unanimità in Senato è ora in discussione alla Camera e sono allo studio alcune modifiche. C'è una disponibilità piena di tutte le forze politiche per velocizzare l'iter». Maria Grazia Cucinotta, che nel film recita il giuramento di Ippocrate, si è così espressa in merito all'importanza di affrontare questo argomento molto delicato: «Ci dimentichiamo troppo spesso di queste persone che offrono un servizio per la comunità mettendo a rischio la propria vita. Non ci soffermiamo mai davanti ai reali problemi, non c'è nulla che tutela il medico dalle tante aggressioni, professionisti che vanno protetti perché salvano le nostre vite».