Quella bella Molfetta che si mette in fila per donare il sangue

Oggi donazioni solo dalle 8 alle 12. 280 donazioni solo a Molfetta

giovedì 14 luglio 2016 10.21
A cura di Andrea Teofrasto
Sangue del nostro sangue. A testimonianza di quanto è grande il cuore dei "terroni", come qualcuno gli ha volgarmente definiti. Per adesso c'è solo un numero. Ed è provvisorio. Avesse anche il dolore una misura e un numero. Chi ha visto non dimenticherà, così come chi ha scavato tra le lamiere tra brandelli di corpi inseguendo lamenti e respiri. Il treno grigio e il treno giallo sbriciolati e senza più forma, visti dall'alto sembrano due modellini Lego in frantumi.

Portavano come ogni giorno la fatica e la pazienza di chi viaggia per lavoro e studio, di chi andando avanti e indietro ormai si conosce e condivide quel pezzo di vita sui binari. Una normalità che diventa tragedia, una routine rassicurante, quella del treno, che uno schianto spezza per sempre e ne fa un inferno.

Ma nel giorno del dolore la gente di Molfetta scopre il piacere di dare un pezzo (anzi un litro) di sé per cercare di salvare le decine di persone ferite nello scontro di Corato. Tra martedì e mercoledì 340 persone si sono messe in coda al centro trasfusionale dell'Ospedale di Molfetta per donare sangue: lunghe file, il dolore dell'ago che si infila nel braccio, la sottile lotta per non svenire mentre il tuo plasma defluisce via. In 280 hanno effettivamente donato, la differenza è costituita da coloro che volevano ma che non potevano donare.

E oggi si ripete: il Centro trasfusionale sarà aperto solo dalle ore 8 alle ore 12.

Insomma, nulla ha fermato quelli che per salvare uno sconosciuto, un ignoto conterraneo, hanno risposto presente agli appelli lanciati dall'Avis subito dopo l'incidente, dopo che il bilancio ha assunto i contorni del disastro. Non solo nel capoluogo, ma anche ad Andria e in tutta la Puglia.

«È stato commovente vedervi uno di fianco all'altro per il vostro gesto di solidarietà. - scrive su Facebook Cosimo Gadaleta, presidente Avis di Molfetta - In centinaia siete accorsi ieri pomeriggio e questa mattina all'Ospedale di Molfetta, sfidando il caldo asfissiante di luglio, sotto un sole cocente, per donare la vita a chi la vita la sta perdendo. GRAZIE, grazie a tutti. L'emergenza, viene gestita con professionalità dagli operatori sanitari di Molfetta. Noi comunque saremo sempre pronti a fare la nostra parte di donatori Avisini».

Un ruolo decisivo in questa mobilitazione di gruppo (sanguigno) ce l'hanno avuta i social network, che hanno amplificato l'appello. Social che hanno anche scatenando una guerra negativa contro un utente iscritto a Facebook ha pubblicato sulla sua pagina personale un post in cui festeggia la morte delle vittima dell'incidente ferroviario in Puglia. Nello stato pubblicato sul celebre social network scrive: "20 terroni deceduti…Grande notizia…non sono tanti, ma è pur sempre meglio di niente". Quel commento vergognoso (e non è l'unico) sta facendo il giro del web. Ovviamente molti utenti social non hanno fatto mancare una valanga di commenti e offese all'autore di quel post.

Ma oggi inorgogliamoci di questa corsa alla generosità. Si dona e quindi si aiuta. Si dona e basta, perché è l'unica cosa che in questo momento si può fare. La Molfetta che ci piace è questa, quella accaldata. Addolorata. Sanguigna. Solidale.