Il Corriere delle Puglie e l'eccidio di Molfetta del 1898
L'iniziativa: le edizioni storiche per i 130 anni de La Gazzetta del Mezzogiorno
martedì 31 gennaio 2017
7.33
Nella storia italiana, il 1898 viene ricordato come l'anno dei popolari che attraversarono tutto il Paese da gennaio a luglio di quell'anno, a causa delle gravissime condizioni sociali nelle quali versava buona parte della popolazione.
Anche la Puglia fu attraversata da violente manifestazioni di protesta che sfociarono nel sangue. A questi drammatici episodi fa riferimento la prima pagina storica del Corriere delle Puglie del 3 maggio 1898. La notizia del giorno riguardava appunto l'eccidio di Molfetta, che seguì di pochi giorni i disordini verificatisi nel capoluogo.
Era il pomeriggio di domenica 1° maggio quando, un gruppo di giovanissimi molfettesi improvvisò un corteo: protestavano contro le tasse e il dazio. Man mano che il corteo procedeva, le file s'ingrossavano di gente che passeggiava per strada: giovani, uomini e anche donne. I dimostranti, diventati rapidamente centinaia, erano arrabbiati e minacciosi e si dirigevano verso l'ufficio del dazio.
Sulla strada, se la vide brutta persino un maresciallo dei Carabinieri che venne disarmato, malmenato e trascinato a forza dai manifestanti. L'ufficio del dazio era presidiato da pochi agenti e un picchetto di soldati. La loro presenza però non intimorì i dimostranti che cominciarono ad appiccare il fuoco all'edificio.
Gli agenti del dazio persero facilmente il controllo e, prese le pistole, aprirono il fuoco. Ma la folla, anziché recedere, si lanciò ancora più inferocita contro i soldati che a loro volta spararono causando una carneficina. In mezz'ora dopo si contarono 6 morti e un centinaio di feriti.
Anche la Puglia fu attraversata da violente manifestazioni di protesta che sfociarono nel sangue. A questi drammatici episodi fa riferimento la prima pagina storica del Corriere delle Puglie del 3 maggio 1898. La notizia del giorno riguardava appunto l'eccidio di Molfetta, che seguì di pochi giorni i disordini verificatisi nel capoluogo.
Era il pomeriggio di domenica 1° maggio quando, un gruppo di giovanissimi molfettesi improvvisò un corteo: protestavano contro le tasse e il dazio. Man mano che il corteo procedeva, le file s'ingrossavano di gente che passeggiava per strada: giovani, uomini e anche donne. I dimostranti, diventati rapidamente centinaia, erano arrabbiati e minacciosi e si dirigevano verso l'ufficio del dazio.
Sulla strada, se la vide brutta persino un maresciallo dei Carabinieri che venne disarmato, malmenato e trascinato a forza dai manifestanti. L'ufficio del dazio era presidiato da pochi agenti e un picchetto di soldati. La loro presenza però non intimorì i dimostranti che cominciarono ad appiccare il fuoco all'edificio.
Gli agenti del dazio persero facilmente il controllo e, prese le pistole, aprirono il fuoco. Ma la folla, anziché recedere, si lanciò ancora più inferocita contro i soldati che a loro volta spararono causando una carneficina. In mezz'ora dopo si contarono 6 morti e un centinaio di feriti.