Il Collettivo La Rocca incanta e diverte il pubblico
La commedia in vernacolo convince
lunedì 7 luglio 2014
7.30
Una storia moderna dal sapore antico, potrebbe essere definita così la commedia in vernacolo "Péppine Péppine… Péppine ù ardoccie nèn chemine", messa in scena dal Collettivo "Dino La Rocca", testo di Pino Tatoli e regia di Giorgio Latino, con il patrocinio del Comune di Molfetta e la collaborazione dell'Associazione "La voce di Sant'Andrea" e "Radio Idea".
E' "nè cippode", orologio da tasca maschile, il protagonista della commedia andata in scena nell'anfiteatro comunale.
Una storia surreale, brillante e divertente, che ha raccontato con i toni tipici del dialetto molfettese un sogno di ognuno di noi: avere un orologio che fermi il tempo.
E' una tipica famiglia molfettese a ricevere la "cippode". Al padre Peppino il compito di far quadrare i conti della famiglia, visto che il figlio Gianni, con il consenso della mamma, ha speso tutta la sua quattordicesima in abiti eleganti, perché ha detto alla sua fidanzata, ricca ereditiera, di essere anche lui molto ricco. E' di qui si dipana tutta la storia, Peppino sarà costretto a chiedere i soldi alla suocera, nonna Rosa, per far fronte alle bollette che nel frattempo sono arrivate e per dare i soldi alla figlia Rosanna per pagare il frigorifero appena acquistato.
A completare il quadro finanziario compromesso di Peppino c'è anche il furto in casa, dove il ladro, un sedicente operario dell'Enel, porta via una tanica d'olio e 9mila euro della nonna.
Allora Peppino, supportato anche dai suoi amici di sempre Pantaleo e Mimmo pensa di fare il salto di qualità, incontrando la famiglia della futura fidanzata del figlio. Per prepararsi all'evento inventano di essere anche loro multimilionari, adattano persino la casa all'arrivo di questi "nobili".
Intanto Peppino all'occorrenza regola l'orologio e fa ritornare indietro i personaggi presenti in scena. Ma come si dice: "non è tutto oro quello che luccica" e anche i ricchi, pur ostentando i loro possedimenti, risultano essere "in bolletta", e allora nasce un parapiglia che solo l'orologio riuscirà a fermare e far ritornare indietro nel tempo e a riportare le cose al suo ordine naturale, quattordicesima compresa.
Bella la caratterizzazione dei personaggi ognuno perfetto nel proprio ruolo. Interessante anche vedere veterani e giovani collaborare insieme sullo stesso palco, portando la propria personalità, professionalità per raccontare uno spaccato di vita molfettese.
Iniziano nel migliore dei modi i festeggiamenti per i quaranta anni della costituzione in compagnia del Collettivo "Dino La Rocca", con un Anfiteatro di ponente gremito, segno di stima per il lavoro svolto in questi anni, sottolineato da continui applausi sin dalle prime scene.
Quello del Collettivo La Rocca è un lavoro che racchiude non solo l'amore per la propria città e per le proprie tradizioni, ma anche la voglia di tramandare personaggi, parole, usi e costumi che sono per certi versi solo un ricordo.
E' "nè cippode", orologio da tasca maschile, il protagonista della commedia andata in scena nell'anfiteatro comunale.
Una storia surreale, brillante e divertente, che ha raccontato con i toni tipici del dialetto molfettese un sogno di ognuno di noi: avere un orologio che fermi il tempo.
E' una tipica famiglia molfettese a ricevere la "cippode". Al padre Peppino il compito di far quadrare i conti della famiglia, visto che il figlio Gianni, con il consenso della mamma, ha speso tutta la sua quattordicesima in abiti eleganti, perché ha detto alla sua fidanzata, ricca ereditiera, di essere anche lui molto ricco. E' di qui si dipana tutta la storia, Peppino sarà costretto a chiedere i soldi alla suocera, nonna Rosa, per far fronte alle bollette che nel frattempo sono arrivate e per dare i soldi alla figlia Rosanna per pagare il frigorifero appena acquistato.
A completare il quadro finanziario compromesso di Peppino c'è anche il furto in casa, dove il ladro, un sedicente operario dell'Enel, porta via una tanica d'olio e 9mila euro della nonna.
Allora Peppino, supportato anche dai suoi amici di sempre Pantaleo e Mimmo pensa di fare il salto di qualità, incontrando la famiglia della futura fidanzata del figlio. Per prepararsi all'evento inventano di essere anche loro multimilionari, adattano persino la casa all'arrivo di questi "nobili".
Intanto Peppino all'occorrenza regola l'orologio e fa ritornare indietro i personaggi presenti in scena. Ma come si dice: "non è tutto oro quello che luccica" e anche i ricchi, pur ostentando i loro possedimenti, risultano essere "in bolletta", e allora nasce un parapiglia che solo l'orologio riuscirà a fermare e far ritornare indietro nel tempo e a riportare le cose al suo ordine naturale, quattordicesima compresa.
Bella la caratterizzazione dei personaggi ognuno perfetto nel proprio ruolo. Interessante anche vedere veterani e giovani collaborare insieme sullo stesso palco, portando la propria personalità, professionalità per raccontare uno spaccato di vita molfettese.
Iniziano nel migliore dei modi i festeggiamenti per i quaranta anni della costituzione in compagnia del Collettivo "Dino La Rocca", con un Anfiteatro di ponente gremito, segno di stima per il lavoro svolto in questi anni, sottolineato da continui applausi sin dalle prime scene.
Quello del Collettivo La Rocca è un lavoro che racchiude non solo l'amore per la propria città e per le proprie tradizioni, ma anche la voglia di tramandare personaggi, parole, usi e costumi che sono per certi versi solo un ricordo.