Il Centro recupero tartarughe di Molfetta su Rai Uno

Il racconto dell'attività quotidiana andato in onda ieri sera

lunedì 29 luglio 2024 10.05
Il Centro Recupero Tartarughe Marine di Molfetta è stato ieri protagonista nel servizio andato di Roberta Badaloni andato in onda su Rai Uno nella puntata di Speciale Tg1 dal titolo "Animalandia" perché dedicata ad attività di salvaguardia di varie specie animali ritenute a rischio.

Attivo dal 2004, il centro è ubicato all'interno dell'Istituto Nautico "Amerigo Vespucci". Recupero, cura e rilascio in natura delle tartarughe marine e la sensibilizzazione verso la fauna ittica e la natura sono le attività dominanti del centro. La struttura è dotata di una sala degenza con otto vasche, infermeria, stanza preparazione alimenti ed ufficio amministrativo. All'esterno della struttura sono presenti, inoltre, due vasche circolari, del diametro di 270 cm. Poco distanti dal centro, all'interno della "Steralmar" (struttura convenzionata con il centro), inoltre, sono ubicate tre vasche per la lunga degenza da 30000 litri.

Il centro, grazie all'incessante lavoro di sensibilizzazione svolto negli anni dai responsabili nei confronti dei pescatori delle marinerie di Molfetta, Trani e Bisceglie, recupera ogni anno una media di 400 esemplari, che ricevono le cure non solo all'interno della struttura ma anche presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari grazie ad una apposita convenzione. Alcuni dettagli delle attività condotte tra Molfetta e le città costiere vicine sono stati mostrati ieri, alla presenza del direttore del centro Pasquale Salvemini.

Il ragguardevole numero di esemplari ha permesso di condurre studi approfonditi sulle patologie che presentano le tartarughe marine in seguito al bycacht, come il gas embolismo e l'annegamento. Questi studi sono stati anche condotti grazie a una partnership stipulata con l'Istituto Oceanografico di Valencia. Il centro svolge anche attività di ricerca in collaborazione con le Università di Pisa, Bologna e La Sapienza di Roma. Un esempio di queste ricerche è l'istallazione di satellitari su diversi esemplari adulti di tartaruga marina, che consente di tracciarne gli spostamenti così da studiarne le abitudini.