Ieri alleati, oggi giù dal carro: il terribile dilemma della nuova sinistra
Ancora nessun patto tra DèP, SI e Linea Diritta. E non c’è un’altra alternativa, almeno per ora
venerdì 10 marzo 2017
22.47
Mai con le liste civiche di Tommaso Minervini, perché è sbagliato per DèP, SI e Linea Diritta e per le liste civiche. Un'alleanza quindi che non funziona quella tra la sinistra e le liste civiche minerviniane. Ormai la sinistra sta antipatica anche a se stessa.
Saranno gli strascichi della scissione, l'uscita di scena del Pd, la mancanza di un accordo dopo tavoli e tavoli di trattative. Fatto sta che da qualche tempo attorno alla sinistra locale il vento è cambiato. Sia chiaro, non ci sono rivolte in corso. Ma anche l'incontro di ieri sera tra Democrazia è Partecipazione, Sinistra Italiana e Linea Diritta ha portato all'ennesimo nulla di fatto.
Al netto del risultato, l'ennesimo tentativo a vuoto della sinistra si porta dietro una sequela di polemiche, dubbi e diffidenze. Intorno al tavolo è tutto un fiorire di rivendicazioni e inviti all'autocritica. Più o meno silenziosamente, il fronte a sinistra perde un pezzo dal momento che è ormai dato abbastanza per scontato che Rifondazione Comunista voglia (e possa) correre da sola o possa dettare la condizione del «si alla coalizione insieme ma solo se appoggiate il nostro candidato».
Insomma dopo essersi avvicinati al tavolo della sinistra i comunisti iniziano a prenderne le distanze dopo che la proposta è stata giudicata irricevibile da DèP, SI e Linea Diritta. Un fronte trasversale che non accomuna nessuno e che porta più che mai alla dissoluzione della coalizione del 2013 come neve al sole. Una sinistra caduta in disgrazia.
Quello che si sta verificando è un fenomeno, forse inevitabile. Il vecchio vizio di salire e scendere dal carro a seconda della convenienza. Ma per andare dove? I rapporti cambiano, i dubbi restano. I giorni passano ed è sempre più difficile ricostruire un quadro considerata la possibilità tutt'altro che remota che anche il l'ex vice sindaco Bepi Maralfa possa decidere di svincolarsi e correre da solo al fine di massimizzare il proprio consenso.
Tuttavia, la questione non è di poco conto. E nonostante l'ennesimo rinvio la scelta di uno fra DèP, SI e Linea Diritta, finirà per condizionare le scelte di tutte le altre forze politiche.
Saranno gli strascichi della scissione, l'uscita di scena del Pd, la mancanza di un accordo dopo tavoli e tavoli di trattative. Fatto sta che da qualche tempo attorno alla sinistra locale il vento è cambiato. Sia chiaro, non ci sono rivolte in corso. Ma anche l'incontro di ieri sera tra Democrazia è Partecipazione, Sinistra Italiana e Linea Diritta ha portato all'ennesimo nulla di fatto.
Al netto del risultato, l'ennesimo tentativo a vuoto della sinistra si porta dietro una sequela di polemiche, dubbi e diffidenze. Intorno al tavolo è tutto un fiorire di rivendicazioni e inviti all'autocritica. Più o meno silenziosamente, il fronte a sinistra perde un pezzo dal momento che è ormai dato abbastanza per scontato che Rifondazione Comunista voglia (e possa) correre da sola o possa dettare la condizione del «si alla coalizione insieme ma solo se appoggiate il nostro candidato».
Insomma dopo essersi avvicinati al tavolo della sinistra i comunisti iniziano a prenderne le distanze dopo che la proposta è stata giudicata irricevibile da DèP, SI e Linea Diritta. Un fronte trasversale che non accomuna nessuno e che porta più che mai alla dissoluzione della coalizione del 2013 come neve al sole. Una sinistra caduta in disgrazia.
Quello che si sta verificando è un fenomeno, forse inevitabile. Il vecchio vizio di salire e scendere dal carro a seconda della convenienza. Ma per andare dove? I rapporti cambiano, i dubbi restano. I giorni passano ed è sempre più difficile ricostruire un quadro considerata la possibilità tutt'altro che remota che anche il l'ex vice sindaco Bepi Maralfa possa decidere di svincolarsi e correre da solo al fine di massimizzare il proprio consenso.
Tuttavia, la questione non è di poco conto. E nonostante l'ennesimo rinvio la scelta di uno fra DèP, SI e Linea Diritta, finirà per condizionare le scelte di tutte le altre forze politiche.