I salesiani lasciano Molfetta. A San Giuseppe arriva don Raffaele Gramegna

Lintervista al parroco insediatosi da pochi giorni

lunedì 24 settembre 2018
A cura di Matteo Diamante
Si chiude a Molfetta un periodo storico lungo 70 anni e che ha profondamente segnato la storia della Parrocchia di San Giuseppe e del suo oratorio (per l'appunto chiamato salesiano) dove in molti, in città, hanno ricevuto una formazione ed educazione che con orgoglio si sentono di manifestare. I Salesiani lasciano Molfetta: è questa la notizia che in un certo senso ha sconvolto non solo la comunità parrocchiale di San Giuseppe, ma anche una parte considerevole della nostra Città. Una notizia già nell'aria ed ufficializzata poco prima dell'estate.

Cambia, dunque, il volto dell'ex comunità salesiana anche grazie all'arrivo del nuovo parroco, Don Raffaele Gramegna, la cui nomina è arrivata soltanto il 10 settembre.

Da una parrocchia di San Giuseppe ad un'altra: per ben dodici anni Don Raffaele, 47 anni di Ruvo di Puglia, ha ricoperto l'incarico dapprima di viceparroco e poi di parroco nella Parrocchia di San Giuseppe di Giovinazzo. Semplice ma pragmatico al tempo stesso: Don Raffaele Gramegna sembra l'uomo giusto per rivestire quell'importante ruolo di "pastore" per una comunità particolare, che per oltre 70 anni è stata guidata dai Salesiani. Legatissimo ai giovani che pone al centro della sua pastorale e fulcro di una Chiesa che non può prescindere da loro.

«Avvicinarsi e comprendere la gioventù – ha commentato Don Raffaele – è una missione che tutti noi dobbiamo perseguire. Non è una frase fatta, in quanto ritengo essere da tempo un mio obiettivo. Da loro ho imparato tanto e a loro devo moltissimo».

Come dicevamo, l'oratorio salesiano di Don Bosco ha spesso rappresentato per tutta Molfetta un punto di riferimento per la formazione giovanile. E' questo è un qualcosa che Don Raffaele conosce benissimo e al quale intende ispirarsi per dar seguito ad una piacevole continuità.

«Comprendo benissimo – ha proseguito il nuovo parroco di San Giuseppe – che 70 anni sono tantissimi, ma questo cambiamento può essere interpretato come un disegno divino, con il quale nostro Signore intende far conoscere la spiritualità salesiana a tutta la Diocesi attraverso questa comunità che molto presto imparerò a conoscere e ad amare. Don Bosco rappresenta per me un punto di riferimento a cui profondamente ispirarsi per raggiungere una crescita interiore».

Soltanto qualche giorno fa, l'ispettoria salesiana meridionale ha diffuso un messaggio rivolto all'intera comunità parrocchiale di San Giuseppe e al Vescovo Mons. Domenico Cornacchia.
«Sappiamo quanta sofferenza e disagio questa "andata via" dei Salesiani comporta – si legge nella nota - ma ci consola, ne siamo anche certi , il sapere che non verrà a mancare mai la presenza del Signore e la vita di grazia in questa comunità, come ha garantito il Signore "io sono con voi sempre ".La disponibilità al cambio e la stessa obbedienza di tutti (presbiteri e fedeli), permetteranno di crescere nella libertà interiore, nel sano distacco, in una rinnovata conversione e vivacità pastorale e soprattutto in corresponsabilità sempre più piena. E' tutto questo inoltre diventa una bella opportunità non solo per ringraziare chi lascia e accogliere chi arriva, ma anche per prendere coscienza della situazione nella quale si trova la comunità, verificando a che punto si è, e precisare il cammino nel quale si intende proseguire. Realisticamente dobbiamo dire che il passaggio della comunità salesiana ad un'altra lascia comunque un segno: spesso è memoria di bene, a volte memoria di fatica e dolore. Nel bene e nel male, restano per sempre radicate in chi guida e nella comunità quella ricchezza del cammino di fede, di amicizia, di gioia e del bene compiuto. Voglio ricordare un'espressione di Papa Francesco: «Volete una parrocchia perfetta? Niente chiacchiere! È la prima regola per farla funzionare. Occorrono pertanto testimoni di amore e speranza»

A nome dell'Ispettore Don Angelo Santorsola e di tutta l'Ispettoria, che a malincuore hanno dovuto fare questa scelta, porgo ancora un vivo grazie al Vescovo, che ha compreso e condiviso la scelta operata, alla comunità salesiana, che ha operato in tutti questi anni, e all' intera comunità parrocchiale e a ciascuno di voi qui presente.
Fraternamente, l'augurio di un cammino fecondo».