I "porti" e il progetto di Palazzo Dogana al centro dell'incontro di Isabella de Bari
Presentata davanti ad una folta platea l'idea progettuale che potrebbe cambiare l'immagine marinara di Molfetta
mercoledì 31 maggio 2017
18.45
Si è parlato al plurale, si è parlato di "porti" e non solo di un porto (quello commerciale), nell'incontro organizzato ieri sera presso l'Hotel Garden nell'ambito della campagna elettorale del candidato sindaco del centro destra, Isabella de Bari. Presenti altresì Vincenzo Tatulli, Michele Vitulano, Vito Totorizzo e il Senatore Antonio Azzollini davanti a una folta ed entusiasta platea variamente composta e sicuramente interessata a conoscere il grande progetto portuale che potrebbe cambiare in modo intensivo il volto marinaro della città di Molfetta.
Tre porti – commerciale, peschereccio e turistico – che secondo il progetto illustrato con l'ausilio delle immagini prodotte dalla Ingemar, una delle aziende leader nell'ingegneria marittima, riuscirebbero a coesistere e ad amalgamarsi alla perfezione; un progetto non solo funzionale e logistico ma che innescherebbe un circolo virtuoso con lo sviluppo e il potenziamento di altri settori capaci di procurare un indotto, riportando in auge la vocazione squisitamente marinara di Molfetta.
Ma è in particolare sul progetto del porto turistico che si è focalizzata la discussione dell'incontro. Un progetto definito "modulare" e cha addirittura permetterebbe di modificare la capienza del porto turistico in previsione di un aumento considerevole delle imbarcazioni da diporto grazie alla mobilità del molo frangiflutti, con una profondità di 1,30 metri, capace di smorzare il moto ondoso subacqueo proteggendo conseguentemente le imbarcazioni attraccate.
L'area interessata da porto turistico corrisponde allo specchio l'acqua antistante il Duomo e che prosegue fino al faro, lasciando libera la visuale che unisce con una linea immaginaria proprio il Duomo e la Basilica della Madonna dei Martiri, e naturalmente a guadagnarci sarebbe soprattutto una vista su un panorama invidiabile.
Il porto avrebbe una sola entrata ai vari pontili che saranno forniti di attracchi più veloci e semplificati, adeguandosi ai più altri standard tecnologici raggiunti in tale settore. Anche tutta la linea della banchina subirebbe un profondo restyling con la compresenza di aree verdi e parcheggi per far tornare ai molfettesi il piacere della passeggiata sul porto.
Da progetto cambierebbero le dislocazioni degli altri porti cittadini: quello commerciale troverebbe finalmente la sua definitiva sistemazione sulla diga foranea mentre il porto peschereccio sarebbe ubicato nella zona oltre il faro.
Un'allocazione del nuovo porto turistico che non può prescindere da palazzo Dogana e dalla sua riqualificazione come struttura recettiva di alto livello, un ulteriore tassello che si incastra perfettamente in una visione d'insieme, un triangolo perfetto che vede ai suoi vertici porto turistico- palazzo Dogana-centro storico, come ha rimarcato Isabella de Bari.
Un'operazione, quella di palazzo Dogana, che la de Bari ha voluto puntualizzare è stata «strategica e compiuta proprio dall'Amministrazione Azzollini che ha acquistato un'unità immobiliare incastonata nel fabbricato di pregio e tale acquisto è riuscito in qualche modo a condizionare l'uso e la destinazione dell'immobile».
La progettualità del porto turistico ridefinisce anche il concetto di "grande opera" che in realtà non identificherebbe il nuovo porto commerciale, bensì l'attuale e vecchio porto, come ha affermato la candidata sindaco; è questa la vera "grande opera" che nasce grazie ad un'insenatura naturale della costa dove la popolazione molfettese ha saputo creare una struttura che per molto tempo ha fornito ricchezza e nutrimento alla città.
Il tutto si pone in una più ampia visione fatta di poli di attrazione capaci di vivacizzare il tessuto produttivo ed economico del territorio molfettese.
Tre porti – commerciale, peschereccio e turistico – che secondo il progetto illustrato con l'ausilio delle immagini prodotte dalla Ingemar, una delle aziende leader nell'ingegneria marittima, riuscirebbero a coesistere e ad amalgamarsi alla perfezione; un progetto non solo funzionale e logistico ma che innescherebbe un circolo virtuoso con lo sviluppo e il potenziamento di altri settori capaci di procurare un indotto, riportando in auge la vocazione squisitamente marinara di Molfetta.
Ma è in particolare sul progetto del porto turistico che si è focalizzata la discussione dell'incontro. Un progetto definito "modulare" e cha addirittura permetterebbe di modificare la capienza del porto turistico in previsione di un aumento considerevole delle imbarcazioni da diporto grazie alla mobilità del molo frangiflutti, con una profondità di 1,30 metri, capace di smorzare il moto ondoso subacqueo proteggendo conseguentemente le imbarcazioni attraccate.
L'area interessata da porto turistico corrisponde allo specchio l'acqua antistante il Duomo e che prosegue fino al faro, lasciando libera la visuale che unisce con una linea immaginaria proprio il Duomo e la Basilica della Madonna dei Martiri, e naturalmente a guadagnarci sarebbe soprattutto una vista su un panorama invidiabile.
Il porto avrebbe una sola entrata ai vari pontili che saranno forniti di attracchi più veloci e semplificati, adeguandosi ai più altri standard tecnologici raggiunti in tale settore. Anche tutta la linea della banchina subirebbe un profondo restyling con la compresenza di aree verdi e parcheggi per far tornare ai molfettesi il piacere della passeggiata sul porto.
Da progetto cambierebbero le dislocazioni degli altri porti cittadini: quello commerciale troverebbe finalmente la sua definitiva sistemazione sulla diga foranea mentre il porto peschereccio sarebbe ubicato nella zona oltre il faro.
Un'allocazione del nuovo porto turistico che non può prescindere da palazzo Dogana e dalla sua riqualificazione come struttura recettiva di alto livello, un ulteriore tassello che si incastra perfettamente in una visione d'insieme, un triangolo perfetto che vede ai suoi vertici porto turistico- palazzo Dogana-centro storico, come ha rimarcato Isabella de Bari.
Un'operazione, quella di palazzo Dogana, che la de Bari ha voluto puntualizzare è stata «strategica e compiuta proprio dall'Amministrazione Azzollini che ha acquistato un'unità immobiliare incastonata nel fabbricato di pregio e tale acquisto è riuscito in qualche modo a condizionare l'uso e la destinazione dell'immobile».
La progettualità del porto turistico ridefinisce anche il concetto di "grande opera" che in realtà non identificherebbe il nuovo porto commerciale, bensì l'attuale e vecchio porto, come ha affermato la candidata sindaco; è questa la vera "grande opera" che nasce grazie ad un'insenatura naturale della costa dove la popolazione molfettese ha saputo creare una struttura che per molto tempo ha fornito ricchezza e nutrimento alla città.
Il tutto si pone in una più ampia visione fatta di poli di attrazione capaci di vivacizzare il tessuto produttivo ed economico del territorio molfettese.