I molfettesi a Barcellona: «Stiamo bene ma è stato un incubo»
Le testimonianze di tre ragazzi in vacanza e di due sposi a Barcellona per lavoro
venerdì 18 agosto 2017
Barcellona, la Città dei sogni. E' cosi che in molti definiscono la capitale della Catalogna, meta di milioni di turisti, tra cui molti italiani.
Negli ultimi anni Barcellona è stata letteralmente presa d'assalto da vacanzieri e anche da chi, come sempre, è alla ricerca di un futuro migliore e di nuove opportunità lavorative. Barcellona è infatti considerata la città delle opportunità, tra i luoghi in cui la movida impazza. E ancora, la città della trasgressione, quella del grande calcio, dove negli ultimi anni Messi & company hanno fatto man bassa di trofei. In poche parole, la Città dei sogni.
La stessa colpita a morte nel pomeriggio di ieri dal terrorismo islamico, l'Isis per intenderci, che ha già rivendicato l'attentato su quella che possiamo tranquillamente definire a Barcellona la meta più frequentata da turisti e non: la Rambla e tutta la zona intono a Placa de Catalunya.
Il modus operandi è lo stesso degli attentati di Nizza, Berlino e Londra: un furgone si è lanciato ad elevata velocità tra la folla uccidendo persone e ferendone quasi una centinaia.
Parlavamo di un'elevata presenza di italiani, tra cui non potevano mancare dei molfettesi.
Non abbiamo una stima esatta di quanti nostri concittadini si trovavano ieri nella città catalana, ma tutti quelli contattati e raggiunti stanno bene.
E' la storia di Pasquale e Vincenzo de Robertis, fratelli, e di Raffaele Mongelli, tutti e tre a Barcellona per trascorrere le loro vacanze.
Nella serata di ieri, dopo diversi tentativi, siamo riusciti a raggiungerli telefonicamente, facendoci raccontare l'aria che si è respirata subito dopo l'attentato terroristico.
«Stiamo tutti bene, grazie al cielo – ha esordito Vincenzo, uno dei due fratelli molfettesi – ma la paura è stata davvero tanta. Soltanto per un gioco del destino non ci siamo trovati esattamente lì dove quel furgone ha travolto la gente ieri pomeriggio, quando invece eravamo esattamente dall'altra parte, nel quartiere olimpico, al mare. La Rambla l'abbiamo attraversata più volte in questi giorni – ha proseguito Vincenzo – e persino ieri mattina. Anzi, dovevamo essere lì anche nel pomeriggio per completare lo shopping dei souvenir. E' stata una fortuna, una vera fortuna».
Attimi concitati, caos dappertutto. «Sebbene fossimo da tutt'altra parte al momento dell'attentato, si è immediatamente capito che qualcosa non andava. La gente improvvisamente ha abbandonato le spiagge, urlava come se il pericolo fosse li. Anche noi tre siamo andati via, correvamo verso la stazione metro più vicina, senza inizialmente nemmeno capire il perché. Ci abbiamo messo quasi due ore per raggiungere l'hotel, dal quale le autorità ci hanno fortemente consigliato di non muoverci. Siamo felici di essere qui a raccontare questa storia, ma la paura è stata davvero enorme, indescrivibile».
Lo dicevamo inizialmente, Barcellona è anche la Città in cui molti dei nostri giovani continuano ad emigrare, alla ricerca di un futuro migliore.
E' il caso di Filippo Mastrodonato e Rachele Minervini, entrambi molfettesi, sposi da poco meno di sei mesi, e ormai residenti da oltre tre anni nella città catalana.
Filippo di professione fa lo chef, mentre Rachele fa la cameriera: entrambi lavorano in uno dei locali più frequentati della Rambla, "Bacco", a due passi da Placa de Catalunya e non molto distante dall'Hard Rock Cafè.
Anche loro grazie al cielo stanno bene e non erano sul posto al momento dell'attentato.
«Solitamente io e mia moglie lavoriamo la sera – ha commentato Filippo – e dunque raggiungiamo il ristorante intorno alle 18.30. I miei colleghi mi hanno descritto scene apocalittiche. Gente che urlava e cercava riparo ovunque potesse; circa 30 persone sono rimasti barricati nel nostro ristorante. Un incubo, mi hanno riferito. Questa mattina ero lì anche io; insieme all'altro chef del locale siamo andati a fare spesa ai mercati generali, che si trovano praticamente di fianco al luogo dell'attentato. Un posto affollatissimo, come si può immaginare, soprattutto in questi giorni di ferragosto. Eppure non siamo meravigliati di tutto ciò, perché avevamo avuto il sentore che qualcosa potesse succedere in questa stagione estiva. Le autorità spagnole sono molto attente a tutto questo – ha concluso lo chef molfettese – ma episodi come questo non sono mai prevedibili con la massima precisione. Siamo di fronte a dei vigliacchi, assassini spietati, ma oggi sono qui a ringraziare quello stesso Dio per il quale loro combattono ed uccidono».
Sarà a Barcellona quest'oggi, per vacanza, anche il consigliere comunale Pino Amato, attualmente imbarcato su una nave da crociera.
Ed è dalla sua pagina Facebook che ieri e' arrivata una riflessione inquietante, che non può non far riflettere: «Se fossimo arrivati oggi sarebbe stata una tragedia. La nave ospita oltre 5000 mila persone e 1500 di equipaggio. Sparsi per Barcellona, nel centro della città».
Matteo Diamante