I luoghi della memoria: il forno di via San Benedetto
La “tielle” è una tradizione intramontabile. La storia di un posto senza tempo
lunedì 9 maggio 2016
In via san Benedetto, nei pressi della chiesa di San Domenico, ancora oggi è attivo un forno secolare, che ha il sapore di storia e tradizioni della nostra città.
Attualmente lo gestisce il signor Giovanni de Gioia, insieme a sua moglie Maddalena, sotto la super visione di papà Luca che se ne è occupato negli anni '60, per poi gestirlo nuovamente fra il 1981 e il 2000.
Il signor Giovanni ha deciso di continuare il mestiere del papà coinvolgendo anche la consorte, che si occupa di prendere in consegna e restituire i tegami appena sfornati. Ad un lato del forno, invece, c'è il patriarca Luca che si diletta ad intagliare legno, a segare ed incollare tavolette e listelli per creare nel suo minuscolo ed attrezzato laboratorio mini carretti, tutti sistemati sulle pareti delle stanze secolari.
Sul banco, pronti per essere infornati, tegami di peperoni ripieni e melanzane, ruote di focaccia, cipolle e patate; in altri periodi particolari dell'anno naturalmente non mancano taralli, scarcelle e dolci di Natale o Pasqua per circa una ventina di tegami infornati al giorno, che raddoppiano nei giorni di festa.
"Imparare il mestiere non è stato facile perché bisogna capire i tempi di cottura di ciascuna teglia in base al contenuto, stabilire dove posizionarla, quando spostarla e il momento giusto per ravvivare il fuoco. Un errore condiziona il risultato finale, dato da pratica ed esperienza", spiega la signora Maddalena.
Il forno di via san Benedetto per alimentare il fuoco utilizza legna proveniente da alberi di ulivi, qualità questa che è molto costosa ed la migliore per la cottura. Questo incide notevolmente sui costi di gestione.
Una visita da consigliare per fare un salto indietro nel tempo.
Attualmente lo gestisce il signor Giovanni de Gioia, insieme a sua moglie Maddalena, sotto la super visione di papà Luca che se ne è occupato negli anni '60, per poi gestirlo nuovamente fra il 1981 e il 2000.
Il signor Giovanni ha deciso di continuare il mestiere del papà coinvolgendo anche la consorte, che si occupa di prendere in consegna e restituire i tegami appena sfornati. Ad un lato del forno, invece, c'è il patriarca Luca che si diletta ad intagliare legno, a segare ed incollare tavolette e listelli per creare nel suo minuscolo ed attrezzato laboratorio mini carretti, tutti sistemati sulle pareti delle stanze secolari.
Sul banco, pronti per essere infornati, tegami di peperoni ripieni e melanzane, ruote di focaccia, cipolle e patate; in altri periodi particolari dell'anno naturalmente non mancano taralli, scarcelle e dolci di Natale o Pasqua per circa una ventina di tegami infornati al giorno, che raddoppiano nei giorni di festa.
"Imparare il mestiere non è stato facile perché bisogna capire i tempi di cottura di ciascuna teglia in base al contenuto, stabilire dove posizionarla, quando spostarla e il momento giusto per ravvivare il fuoco. Un errore condiziona il risultato finale, dato da pratica ed esperienza", spiega la signora Maddalena.
Il forno di via san Benedetto per alimentare il fuoco utilizza legna proveniente da alberi di ulivi, qualità questa che è molto costosa ed la migliore per la cottura. Questo incide notevolmente sui costi di gestione.
Una visita da consigliare per fare un salto indietro nel tempo.