I Giovani Democratici rispondono a Calvani
In un comunicato la risposta all'ex segretario del PD.
sabato 11 aprile 2015
8.22
«In questi giorni fioccano consigli nei confronti dei Giovani Democratici», comincia così la nota che i Giovani Democratici, hanno diffuso per rispondere al segretario uscente Calvani e a quanti come lui durante l'assemblea degli iscritti del Pd hanno mosso accuse nei loro confronti.
«Va detto - scrivono che questa comunità è parte integrante del nostro PD e non ne è una realtà assestante, come molti possano pensare. E' una palestra utile per avvicinare i più giovani alla politica e iniziare ad interessarsi ad essa; un modo per aprire il mondo complicato dei partiti alla città. Molti di noi, tra poco, saranno anagraficamente fuori da questa esperienza ma porteranno sempre con sè il bagaglio di esperienze politiche ed umane che ha accumulato ed i princìpi che su cui si fonda la Giovanile del PD».
E poi. «Siamo stanchi della politica da "cerchio magico" ancor più di essere considerati degli alza mano. Perchè, purtroppo, è questa la logica politica a cui avrebbero voluto condannarci nel nostro circolo cittadino. Giovani con la schiena dritta che non appena si sottraggono a logiche di potere, imposte dalla nostra dirigenza, vengono additati come venduti. Non un valore aggiunto ma terra di conquista per qualcuno».
«Ed è proprio - continuano - a questa presa di posizione che ci siamo sottratti, a quella logica malsana del "do ut des" che mal si lega con la nostra generazione, con i nostri ideali e con la nostra idea di politica. Per questo siamo seriamente indignati! Ed il silenzio assordante che ci circonda ci irrita. Ed è vero che la strumentalizzazione è sempre dietro l'angolo, come la volontà di tenere questa comunità estranea nell'assumere decisioni che vengono sempre più spesso prese in studi privati, o come la volontà di confinarla come argenteria buona in una credenza per sfoderarla nei momenti migliori (le campagne elettorali ad esempio). Ma noi siamo, per così dire, indisciplinati rumorosi e fastidiosi, intransigenti e radicali. Con noi stessi prima che con gli altri. Siamo quelli che, contrariamente a come, qualche dirigente si è affrettato ad affermare, "non si vendono per un piatto di lenticchie". Amiamo il nostro partito e non ci sottraiamo alle sfide, non scappiamo dagli impegni. Siamo la generazione che ha costituito la giovanile in questo Partito, che ha costruito un patto con i propri elettori e che ha intenzione di mantenerlo.Alle parole preferiamo i fatti. Ma alle offese, da oggi, iniziamo a rispondere».
«Va detto - scrivono che questa comunità è parte integrante del nostro PD e non ne è una realtà assestante, come molti possano pensare. E' una palestra utile per avvicinare i più giovani alla politica e iniziare ad interessarsi ad essa; un modo per aprire il mondo complicato dei partiti alla città. Molti di noi, tra poco, saranno anagraficamente fuori da questa esperienza ma porteranno sempre con sè il bagaglio di esperienze politiche ed umane che ha accumulato ed i princìpi che su cui si fonda la Giovanile del PD».
E poi. «Siamo stanchi della politica da "cerchio magico" ancor più di essere considerati degli alza mano. Perchè, purtroppo, è questa la logica politica a cui avrebbero voluto condannarci nel nostro circolo cittadino. Giovani con la schiena dritta che non appena si sottraggono a logiche di potere, imposte dalla nostra dirigenza, vengono additati come venduti. Non un valore aggiunto ma terra di conquista per qualcuno».
«Ed è proprio - continuano - a questa presa di posizione che ci siamo sottratti, a quella logica malsana del "do ut des" che mal si lega con la nostra generazione, con i nostri ideali e con la nostra idea di politica. Per questo siamo seriamente indignati! Ed il silenzio assordante che ci circonda ci irrita. Ed è vero che la strumentalizzazione è sempre dietro l'angolo, come la volontà di tenere questa comunità estranea nell'assumere decisioni che vengono sempre più spesso prese in studi privati, o come la volontà di confinarla come argenteria buona in una credenza per sfoderarla nei momenti migliori (le campagne elettorali ad esempio). Ma noi siamo, per così dire, indisciplinati rumorosi e fastidiosi, intransigenti e radicali. Con noi stessi prima che con gli altri. Siamo quelli che, contrariamente a come, qualche dirigente si è affrettato ad affermare, "non si vendono per un piatto di lenticchie". Amiamo il nostro partito e non ci sottraiamo alle sfide, non scappiamo dagli impegni. Siamo la generazione che ha costituito la giovanile in questo Partito, che ha costruito un patto con i propri elettori e che ha intenzione di mantenerlo.Alle parole preferiamo i fatti. Ma alle offese, da oggi, iniziamo a rispondere».