I diciottenni e le elezioni: «Per chi voto? Boh…»
Sono numerose le difficoltà di coloro che votano per la prima volta
giovedì 8 giugno 2017
Sono tanti i giovani elettori che hanno compiuto 18 anni e che per la prima volta sono chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l'elezione del sindaco.
Eppure per questa nuova schiera di neo-votanti, non è facile esprimere una preferenza davanti ad un'infinita lista di nomi e di simboli soprattutto perché il panorama politico molfettese oggi è piuttosto caotico.
È una fascia d'età, quella dei diciottenni, in cui è normale sentirsi lontani dalle istituzioni e dalla politica, ma l'impressione è che ultimamente questo divario si sia molto accentuato e la distanza non può che ripercuotersi negativamente sulla chiamata alle urne.
Per Angelica «è la prima volta che sento l'onere - e l'onore - di vivere la campagna elettorale come una tappa necessaria per arrivare a esprimere un voto assennato e consapevole. Eppure, se alcune cose mi hanno stupita positivamente, altre mi hanno delusa. Di quasi tutti i candidati, ho apprezzato la forza della loro campagna pubblicitaria, l'attenzione e l'impegno a elaborare un messaggio che colpisca e che dimostri la voglia di mettersi in gioco nella campagna elettorale. Ma assistendo a molti comizi, quelli di alcune coalizioni in particolare, ho notato come il candidato sindaco o i candidati delle sue liste, si impegnino di più a infangare, abbattere, svilire i loro avversari, piuttosto che non sprecare il tempo pubblico che offre un comizio per presentare il loro programma e dare sempre più motivi validi per cui votarli é la scelta giusta. Tuttavia, non è stato difficile crearmi un'idea politica, viste anche le diverse richieste di voto da parte di alcuni che non sono di certo un bell'esempio, soprattutto per i giovani votanti che si avvicinano alla politica».
Continui rimandi ad alleanze e ad antichi attriti, termini tecnici e poco accattivanti, retorica e demagogia spicciola, promesse vaghe e molto simili tra loro, sono il genere di cose che spingono i ragazzi lontano dalle decisioni importanti. Alessio, ad esempio, non ha risparmiato un giudizio molto severo nei confronti dei suoi candidati paragonandoli a soggetti poco diligenti. «Per chi voto? Boh… Non so ancora se andrò a votare. Purtroppo i politici molfettesi, sono poco diligenti, spesso arroganti, puntano al potere e a raggiungere solo i loro interessi. Sono scettico su tutti. Non mi fido...».
Secondo Giovanni «se a riproporsi ogni quinquennio sono sempre gli stessi nomi, gli stessi volti, le stesse personalità politiche è difficile esprimere una preferenza. Se c'è il sole, penso che domenica andrò al mare».
Per Sara, invece, ci sono progetti validi, altri meno e pure utopistici ma «il clima è terribile: i sindaci sono umanamente tutte brave persone e sembra che si rispettino tra di loro, ma nelle loro liste intercorrono dinamiche poco piacevoli».
Alberto spiega: «A votare ci vado, ma, con tutta onestà, non so quale candidato è meno peggio dell'altro...» perché in fondo l'importante è partecipare, per lamentarci avremo un lustro intero...
Eppure per questa nuova schiera di neo-votanti, non è facile esprimere una preferenza davanti ad un'infinita lista di nomi e di simboli soprattutto perché il panorama politico molfettese oggi è piuttosto caotico.
È una fascia d'età, quella dei diciottenni, in cui è normale sentirsi lontani dalle istituzioni e dalla politica, ma l'impressione è che ultimamente questo divario si sia molto accentuato e la distanza non può che ripercuotersi negativamente sulla chiamata alle urne.
Per Angelica «è la prima volta che sento l'onere - e l'onore - di vivere la campagna elettorale come una tappa necessaria per arrivare a esprimere un voto assennato e consapevole. Eppure, se alcune cose mi hanno stupita positivamente, altre mi hanno delusa. Di quasi tutti i candidati, ho apprezzato la forza della loro campagna pubblicitaria, l'attenzione e l'impegno a elaborare un messaggio che colpisca e che dimostri la voglia di mettersi in gioco nella campagna elettorale. Ma assistendo a molti comizi, quelli di alcune coalizioni in particolare, ho notato come il candidato sindaco o i candidati delle sue liste, si impegnino di più a infangare, abbattere, svilire i loro avversari, piuttosto che non sprecare il tempo pubblico che offre un comizio per presentare il loro programma e dare sempre più motivi validi per cui votarli é la scelta giusta. Tuttavia, non è stato difficile crearmi un'idea politica, viste anche le diverse richieste di voto da parte di alcuni che non sono di certo un bell'esempio, soprattutto per i giovani votanti che si avvicinano alla politica».
Continui rimandi ad alleanze e ad antichi attriti, termini tecnici e poco accattivanti, retorica e demagogia spicciola, promesse vaghe e molto simili tra loro, sono il genere di cose che spingono i ragazzi lontano dalle decisioni importanti. Alessio, ad esempio, non ha risparmiato un giudizio molto severo nei confronti dei suoi candidati paragonandoli a soggetti poco diligenti. «Per chi voto? Boh… Non so ancora se andrò a votare. Purtroppo i politici molfettesi, sono poco diligenti, spesso arroganti, puntano al potere e a raggiungere solo i loro interessi. Sono scettico su tutti. Non mi fido...».
Secondo Giovanni «se a riproporsi ogni quinquennio sono sempre gli stessi nomi, gli stessi volti, le stesse personalità politiche è difficile esprimere una preferenza. Se c'è il sole, penso che domenica andrò al mare».
Per Sara, invece, ci sono progetti validi, altri meno e pure utopistici ma «il clima è terribile: i sindaci sono umanamente tutte brave persone e sembra che si rispettino tra di loro, ma nelle loro liste intercorrono dinamiche poco piacevoli».
Alberto spiega: «A votare ci vado, ma, con tutta onestà, non so quale candidato è meno peggio dell'altro...» perché in fondo l'importante è partecipare, per lamentarci avremo un lustro intero...