«Ho visto il terrore negli occhi delle persone. Così ho aperto la mia casa»

Centinaia di persone hanno trovato riparo e conforto nei condomini nei pressi del Luna Park

domenica 10 settembre 2017
Da un lato la ricostruzione del violento fatto di cronaca avvenuto attorno alla mezzanotte di ieri sera in Località Secca dei Pali. Saranno le indagini a ritmo serrato degli inquirenti a fare chiarezza.
Dall'altro lato le testimonianze di coloro che abitano nei pressi del Luna Park e che hanno aperto i portoni e le case alla gente che scappava, pur di garantire la sicurezza e un pò di conforto.

Sono oltre un migliaio, infatti, le persone che si sono rifugiate nei condomini del Rione Madonna dei Martiri e di tutta la zona di Via Madonna dei Martiri, anche nei comprensori privati che hanno volutamente aperto i loro cancelli.

«Ero seduta nel mio balcone per vedere gli spari, parlavo con la mia vicina della giornata. Da tradizione, abbiamo ospitato a pranzo i nostri figli e insieme abbiamo visto il passaggio della processione. Era una classica serata dell'8 settembre», racconta una signora che abita in Via Madonna dei Martiri.

«A un certo punto abbiamo visto un fiume di gente urlare, piangere e scappare. Ci siamo rese subito conto che stava accadendo qualcosa di grave. Molti urlavano "Attentato!" e per paura sono immediatamente tornata in casa. Dopo pochissimo hanno iniziato a suonare al citofono o al campanello: decine di persone che con gli occhi pieni di terrore, alcuni anche con delle ferite sanguinanti, che ci imploravano di aprire. Sembrava che avessero visto la morte in faccia».

«Una signora mi ha chiesto di non farla entrare ma di tenere al sicuro il figlio, un bambino piccolissimo. Non mi conosceva e mi chiedeva una cosa del genere. Lì ho capito che erano in stato di terrore. Ho accolto tre famiglie, tutti con bambini piccolissimi al seguito. Sul mio palazzo abbiamo aperto le nostre case, fatto sedere la gente, dato acqua. Nel frattempo sentivamo le sirene delle ambulanze e delle forze dell'ordine. E' stato orrendo», conclude la signora.