"Halloween", Cassazione annulla sentenza di condanna: 32enne torna in libertà
Accolto il ricorso presentato dall'avvocato Michele Salvemini. Inammissibili i ricorsi presentati per altre 8 persone
sabato 11 luglio 2020
11.02
Colpo di scena in Cassazione per Gianfranco Del Rosso. La Suprema Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti del 32enne molfettese, arrestato nel corso dell'operazione "Halloween" che, il 31 ottobre 2017, portò all'arresto di personaggi di spicco della criminalità di Molfetta.
I giudici della quarta sezione penale hanno accolto il ricorso presentato dal difensore dell'uomo, l'avvocato Michele Salvemini, ed hanno disposto l'annullamento senza rinvio della sentenza e il contestuale invio degli atti, per l'ulteriore corso, alla Corte d'Appello di Bari, la quale, preso atto del dispositivo di annullamento pronunciato dalla Cassazione, ha disposto la revoca della misura cautelare: così il 32enne ha nuovamente riacquistato la piena libertà.
Sono stati dichiarati inammissibili i ricorsi di Nicola Abbrescia, Maria Fiore (figlia di Alfredo, ucciso nel marzo 2014, e compagna di Abbrescia), Cosma Damiano Grosso, Saverio e Giuseppe Pappagallo (padre e figlio), Domenico Ponte, Cosimo Damiano Spagnoletti e Alessandro Tenardi, tutti condannati in primo grado, a pene comprese fra gli 8 anni e 20 giorni e i 3 anni e 8 mesi di reclusione, per traffico di stupefacenti, tentato omicidio e minaccia aggravata.
L'attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, ha avuto inizio nel 2015 e ha certificato l'esistenza di un gruppo criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti tra Molfetta, Giovinazzo e Bitonto e svelato, soprattutto, un collegamento con i clan baresi Di Cosola e Diomede.
I giudici della quarta sezione penale hanno accolto il ricorso presentato dal difensore dell'uomo, l'avvocato Michele Salvemini, ed hanno disposto l'annullamento senza rinvio della sentenza e il contestuale invio degli atti, per l'ulteriore corso, alla Corte d'Appello di Bari, la quale, preso atto del dispositivo di annullamento pronunciato dalla Cassazione, ha disposto la revoca della misura cautelare: così il 32enne ha nuovamente riacquistato la piena libertà.
Sono stati dichiarati inammissibili i ricorsi di Nicola Abbrescia, Maria Fiore (figlia di Alfredo, ucciso nel marzo 2014, e compagna di Abbrescia), Cosma Damiano Grosso, Saverio e Giuseppe Pappagallo (padre e figlio), Domenico Ponte, Cosimo Damiano Spagnoletti e Alessandro Tenardi, tutti condannati in primo grado, a pene comprese fra gli 8 anni e 20 giorni e i 3 anni e 8 mesi di reclusione, per traffico di stupefacenti, tentato omicidio e minaccia aggravata.
L'attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, ha avuto inizio nel 2015 e ha certificato l'esistenza di un gruppo criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti tra Molfetta, Giovinazzo e Bitonto e svelato, soprattutto, un collegamento con i clan baresi Di Cosola e Diomede.