Guide turistiche certificate, quante a Molfetta?

Nell'ultimo elenco provinciale solo 16 le guide residenti in città mentre la professione sembra essere sottovalutata

martedì 24 marzo 2015 6.59
A cura di Isabel Romano
Diventare una guida turistica sembra essere così facile, anche a Molfetta. Basterebbe solo iscriversi a un'associazione culturale o di promozione del territorio, leggere qualche libro inerente alla storia della città, magari masticare qualche parola d'inglese, armarsi di coraggio e attendere che un gruppo di turisti si palesi in città con l'intenzione di visitarla sotto l'egida di un cicerone.
Nulla di più falso.
Probabilmente il malinteso nasce a monte, attraverso quell'idea ormai radicata che vede la guida turistica come una figura volontaria che sceglie di impiegare parte del proprio tempo libero per far conoscere il territorio di appartenenza. E invece, udite udite, quella della guida turistica è una vera e propria professionale riconosciuta e certificata con tanto di patentino da esibire obbligatoriamente durante i percorsi guidati, contrariamente si incorrerebbe in una multa.

Attualmente l'accesso alla professione è regolamentato dalle singole Regioni o Province che tramite specifici bandi rilasciano un patentino per l'esercizio della professione, dopo aver superato un esame di abilitazione. La pubblicazione del bando varia in base alle singole province con intervalli variabili da città a città. È bene, quindi, informarsi sul sito istituzionale della propria Provincia, o meglio su quello delle Città Metropolitane che hanno assorbito tale regolamentazione, dove vengono periodicamente pubblicatigli avvisi pubblici per il riconoscimento dell'abilitazione di guida turistica e accompagnatore in "coerenza ed attuazione della L.R. n. 13 del 25 maggio 2012, come modificata dalla L.R. n. 26 del 25 settembre 2012, nonché del Regolamento Regionale 3 ottobre 2012, n. 23 - pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 45 del 5 ottobre 2012", come si legge sull'ultimo di questi avvisi.

Secondo questo bando per avere tale riconoscimento coloro che hanno svolto l'attività negli ultimi cinque anni anche in modo non consecutivo e per un totale complessivo di almeno 100 giornate, possono presentare regolare documentazione (contratti di lavoro, lettere d'incarico, fatture emesse, ricevute di pagamenti, dichiarazioni dei redditi ecc.) che attesti proprio l'attività di guida turistica fino a quel momento svolta. Dopo una verifica da parte della Provincia, la stessa provvede a riconoscere l'abilitazione e successivamente il tesserino personale, così la guida turistica o accompagnatore turistico insignito di tutti i crismi del caso è inserito in un elenco di guide certificate. Un elenco pubblico e facilmente consultabile sul sito della Città Metropolitana in cui compaiono nome e cognome, indirizzo mail, città di residenza e profilo professionale.

E le guide molfettesi? Stando all'elenco, le guide turistiche abilitate residenti sul territorio molfettese sarebbero solo 16, un numero che sembrerebbe esiguo rispetto alle associazioni ed enti presenti e a quelli che ogni giorni sembrano proliferare e che offrono a turisti, scolaresche e visitatori occasionali, un servizio di accompagnamento alla scoperta della città.
Anche a Molfetta – città in cui la cultura sembra talvolta materia di pochi e soliti noti, in cui la spartizione di siti e territori di competenza è ormai cosa vecchia – riconoscere una guida certificata e abilitata non dovrebbe essere un problema secondo la normativa: basta controllare che la guida esponga, magari appeso al petto, il tesserino di riconoscimento rilasciato dall'ex Provincia. Quanti tesserini esposti si sono visti tra le guide turistiche presenti in città fino ad oggi? Pochi, pochissimi, forse nessuno. Ora, due sono le questioni: o le nostre guide sono un tantino sbadate da dimenticare in più di una occasione il tesserino, oppure non sono guide turistiche abilitate.

D'altronde lo sappiamo, il turismo a Molfetta tentenna sempre un po' a decollare; certo le strutture per il pernottamento si stanno man mano moltiplicando, soprattutto nella soluzione del b&b, il patrimonio artistico e culturale c'è (anche se a volte un po' malandato), il settore della ristorazione forse dovrebbe un attimo adeguarsi, probabilmente a breve si avrà lo Iat, mentre la figura della guida turistica è alquanto sottovalutata. Non è solo la persona che ti porta in giro, che ti dice – con tono di voce cantilenante di chi la lezioncina l'ha imparata a menadito – in che anno è stato costruito il Duomo e qual è il suo stile architettonico; la vera guida turistica deve conoscere la cultura e le sue curiosità, entrare in empatia con i visitatori, adeguare le proprie conoscenze alle richieste e naturalmente conoscere tutto il territorio circostante regionale, essere aggiornato sugli eventi, consigliare i posti dove poter mangiare meglio e pernottare, dove fare i propri acquisti; insomma è un vero professionista.

Naturalmente l'eccezione alla regola esiste sempre e in questo caso è l'Associazione Odisseo – Guide Turistiche Abilitate, un gruppo giovane, dinamico ma con una consolidata esperienza e preparazione nell'ambito culturale e turistico, che ha deciso di adottare un approccio serio e professionale. A parlare è l'agenda della presidente Valentina Marino, da mesi già piena di prenotazioni di turisti e scolaresche che le guide abilitate accompagneranno alla scoperta di Castel del Monte, Andria, Trani, Lecce, Alberobello e altre località. Saranno loro, infatti, nei prossimi mesi ad accogliere un folto gruppo di turisti provenienti da Treviso e che li hanno scelti per visitare Molfetta. La preparazione di queste guide tutte certificate e la loro passione fa si riescano a lavorare molto e con costanza soprattutto fuori città, addirittura chiamate da città come Andria che può contare su più di 50 guide certificate, raccogliendo soddisfazioni e ottimi risultati. A Molfetta, invece, devono sgomitare un po' per ritagliarsi il proprio spazio, in uno scacchiere già spartito e che ancora rigetta modifiche e novità in tal senso.