Guglielmo Minervini e la politica generativa: Molfetta scrive il futuro
L’intervista a una rappresentanza della Fondazione Guglielmo Minervini nel giorno in cui è nato l’ex sindaco
domenica 22 gennaio 2023
14.39
A Molfetta il 22 gennaio ricorre un compleanno importante. Quello di Guglielmo Minervini, che è stato sindaco della nostra città per 7 anni, dal 1994 al 2001, e consigliere regionale della Puglia dal 2005 sino alla sua scomparsa.
La militanza politica di Minervini è stata svolta sui passi di don Tonino Bello. A Guglielmo Minervini dobbiamo la fondazione della "Casa per la Pace", per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata e la fondazione della casa editrice "La Meridiana", della quale è stato anche direttore editoriale.
La forza delle idee di Minervini continua a vivere. Ne abbiamo parlato con una rappresentanza della Fondazione Guglielmo Minervini.
Qual è il vostro pensiero nella giornata del compleanno di Guglielmo Minervini?
«La fondazione dedicata a Guglielmo Minervini è una squadra di persone che condivide la scelta di leggere l'eredità di Guglielmo come responsabilità di scrivere il futuro, approfondendo i tantissimi temi specifici riconducibili alla sua vita politica e non. Persone che hanno fatto dell'inquietudine una strada maestra, nella quale sperimentare pensieri e azioni generative. Persone disposte allo studio, al confronto con tempi inediti, pur di non raccontare banalità. La più insopportabile è quella che viene scritta spesso in rete, in occasione degli anniversari: "manchi"! E poi? Sono trascorsi ormai sette anni, sono veramente troppi per limitarsi a ricordare. È inopportuno anche per un atto di misericordia che ci ricorda di seppellire i morti».
Che ruolo ha la politica oggi?
«La politica con la "p" maiuscola è sempre generativa. Guglielmo ha coniato la definizione "politica generativa". Don Tonino Bello invece ne ha coniata un'altra: "la politica è mistica arte." La politica sprigiona un potenziale enorme di energie, in grado di rendere fertile la democrazia, la cittadinanza attiva, la convivialità delle differenze, il bene comune. I cattivi esempi e i cattivi maestri, di cui oggi leggiamo nelle pagine di cronaca, non possono oscurare questo patrimonio di bellezza che c è nel prendersi "in- carico" il futuro di istituzioni e di sempre nuove forme di partecipazione dal basso. Semplicemente servire la "res publica"».
In che modo i giovani possono portare avanti i valori di Guglielmo Minervini?
«La politica generativa per Guglielmo è stata possibile grazie ai giovani pugliesi. Durante i suoi comizi ribadiva che i giovani non sono un problema, ma sono la soluzione. Guglielmo ha amministrato la città, prima da sindaco di Molfetta, poi da assessore regionale pugliese con l'imperativo etico di ascoltare. Abbiamo ritrovato montagne di foglietti, sbrindellati da pezzi di carta, recuperati alla bene e meglio, dove sono appuntate frasi, spunti, domande, sollecitazioni, che custodiva per ripartire da qui. Su quelle istanze fondava la costruzione di un pensiero politico- sociale, radicato anche nella vocazione dei cittadini e dei territori. Ancora oggi, in ogni città, c è bisogno di investire nel capitale umano e intellettuale dei giovani. Hanno lungimiranza e volontà di cambiamento, di innovazione, di lotta alle disuguaglianze e alla mafia. Vogliono spendersi per attuare la transizione ecologica e digitale. Aprono orizzonti, sanno sperimentare contesti, hanno fame e sete di futuro. Attendono solo di trovare spazio e liberare risorse, difficoltà che spesso sono dovute alle generazioni precedenti, che egoisticamente frenano i processi di rinnovamento».
La militanza politica di Minervini è stata svolta sui passi di don Tonino Bello. A Guglielmo Minervini dobbiamo la fondazione della "Casa per la Pace", per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata e la fondazione della casa editrice "La Meridiana", della quale è stato anche direttore editoriale.
La forza delle idee di Minervini continua a vivere. Ne abbiamo parlato con una rappresentanza della Fondazione Guglielmo Minervini.
Qual è il vostro pensiero nella giornata del compleanno di Guglielmo Minervini?
«La fondazione dedicata a Guglielmo Minervini è una squadra di persone che condivide la scelta di leggere l'eredità di Guglielmo come responsabilità di scrivere il futuro, approfondendo i tantissimi temi specifici riconducibili alla sua vita politica e non. Persone che hanno fatto dell'inquietudine una strada maestra, nella quale sperimentare pensieri e azioni generative. Persone disposte allo studio, al confronto con tempi inediti, pur di non raccontare banalità. La più insopportabile è quella che viene scritta spesso in rete, in occasione degli anniversari: "manchi"! E poi? Sono trascorsi ormai sette anni, sono veramente troppi per limitarsi a ricordare. È inopportuno anche per un atto di misericordia che ci ricorda di seppellire i morti».
Che ruolo ha la politica oggi?
«La politica con la "p" maiuscola è sempre generativa. Guglielmo ha coniato la definizione "politica generativa". Don Tonino Bello invece ne ha coniata un'altra: "la politica è mistica arte." La politica sprigiona un potenziale enorme di energie, in grado di rendere fertile la democrazia, la cittadinanza attiva, la convivialità delle differenze, il bene comune. I cattivi esempi e i cattivi maestri, di cui oggi leggiamo nelle pagine di cronaca, non possono oscurare questo patrimonio di bellezza che c è nel prendersi "in- carico" il futuro di istituzioni e di sempre nuove forme di partecipazione dal basso. Semplicemente servire la "res publica"».
In che modo i giovani possono portare avanti i valori di Guglielmo Minervini?
«La politica generativa per Guglielmo è stata possibile grazie ai giovani pugliesi. Durante i suoi comizi ribadiva che i giovani non sono un problema, ma sono la soluzione. Guglielmo ha amministrato la città, prima da sindaco di Molfetta, poi da assessore regionale pugliese con l'imperativo etico di ascoltare. Abbiamo ritrovato montagne di foglietti, sbrindellati da pezzi di carta, recuperati alla bene e meglio, dove sono appuntate frasi, spunti, domande, sollecitazioni, che custodiva per ripartire da qui. Su quelle istanze fondava la costruzione di un pensiero politico- sociale, radicato anche nella vocazione dei cittadini e dei territori. Ancora oggi, in ogni città, c è bisogno di investire nel capitale umano e intellettuale dei giovani. Hanno lungimiranza e volontà di cambiamento, di innovazione, di lotta alle disuguaglianze e alla mafia. Vogliono spendersi per attuare la transizione ecologica e digitale. Aprono orizzonti, sanno sperimentare contesti, hanno fame e sete di futuro. Attendono solo di trovare spazio e liberare risorse, difficoltà che spesso sono dovute alle generazioni precedenti, che egoisticamente frenano i processi di rinnovamento».