Scontri tra tifosi al Poli, Alessandro perse un occhio. Comune e società condannate
I disordini il 2 maggio 2010. Oltre 11 anni dopo il Comune di Molfetta e la ex Liberty lo risarciranno
venerdì 5 novembre 2021
11 anni fa, il 2 maggio 2010, al termine della sfida di calcio fra la Liberty Molfetta e la Fortis Trani, il tranese Alessandro Di Ronzo che aveva assistito alla partita di Eccellenza ed era in procinto di lasciare lo stadio Poli e prendere la via di casa, rimase vittima degli atti violenti che si consumarono fra gruppi di facinorosi.
Di Ronzo, oggi 40enne, che con altri spettatori cercava una via di uscita, fu violentemente colpito al volto da un oggetto contundente (un tubo di ferro) lanciatogli contro il viso nel corso dei tafferugli scoppiati all'interno dello stadio fra le opposte tifoserie: soccorso dal 118, subì gravissime lesioni personali (un profondo taglio alla macula, un'area piccola della retina, la cui parte centrale è basilare per la vista oltre ad un ematoma cerebrale e a fratture al volto e al setto nasale).
A distanza di oltre 11 anni, il Tribunale di Trani, Sezione Unica Civile, in composizione monocratica in persona del giudice unico Laura Cantore, ha ora emesso la sentenza di risarcimento danni, condannando in solido il Comune di Molfetta e la società sportiva (oggi S.S. Monopoli 1966 s.r.l.) al pagamento di una somma ritenuta congrua per il risarcimento in favore di Di Ronzo, la cui battaglia legale è stata curata dagli avvocati Sergio Strippoli e Luigi Barbera del Foro di Trani.
A causa delle lesioni subite in quell'occasione il giovane tifoso della Fortis Trani perse la funzionalità dell'occhio sinistro, subì numerosi interventi, soprattutto per il recupero estetico dell'occhio, mentre da quello funzionale purtroppo non c'è stata possibilità di recupero della vista. In oltre un decennio, la vita di Alessandro è mutata nelle abitudini, mentre le indagini non hanno mai portato a nulla: nessuna immagine televisiva e nessun filmato è mai riuscita ad identificare il teppista.
Qui è intervenuta la prescrizione anche perché materialmente non è mai stato riconosciuto l'autore materiale del lancio di quell'oggetto metallico. Una sentenza storica, quella del Tribunale di Trani, che farà giurisprudenza: per la prima volta un Tribunale sottolinea che le responsabilità dell'impianto di gioco dove si svolge l'evento (in questo caso sportivo) sono dell'Ente proprietario della struttura (nel caso di specie il Comune di Molfetta) e della società che organizza l'incontro.
E non solo: fino ad oggi sentenze del genere avevano riguardato situazioni legate ai campionati di categorie superiori, e mai riferite a gare di campionati minori (Liberty Molfetta e Fortis Trani erano in Eccellenza nel 2010, nda) come in questo caso nella speranza che simili casi restino solo un lontano ricordo nel tempo.
Di Ronzo, oggi 40enne, che con altri spettatori cercava una via di uscita, fu violentemente colpito al volto da un oggetto contundente (un tubo di ferro) lanciatogli contro il viso nel corso dei tafferugli scoppiati all'interno dello stadio fra le opposte tifoserie: soccorso dal 118, subì gravissime lesioni personali (un profondo taglio alla macula, un'area piccola della retina, la cui parte centrale è basilare per la vista oltre ad un ematoma cerebrale e a fratture al volto e al setto nasale).
A distanza di oltre 11 anni, il Tribunale di Trani, Sezione Unica Civile, in composizione monocratica in persona del giudice unico Laura Cantore, ha ora emesso la sentenza di risarcimento danni, condannando in solido il Comune di Molfetta e la società sportiva (oggi S.S. Monopoli 1966 s.r.l.) al pagamento di una somma ritenuta congrua per il risarcimento in favore di Di Ronzo, la cui battaglia legale è stata curata dagli avvocati Sergio Strippoli e Luigi Barbera del Foro di Trani.
A causa delle lesioni subite in quell'occasione il giovane tifoso della Fortis Trani perse la funzionalità dell'occhio sinistro, subì numerosi interventi, soprattutto per il recupero estetico dell'occhio, mentre da quello funzionale purtroppo non c'è stata possibilità di recupero della vista. In oltre un decennio, la vita di Alessandro è mutata nelle abitudini, mentre le indagini non hanno mai portato a nulla: nessuna immagine televisiva e nessun filmato è mai riuscita ad identificare il teppista.
Qui è intervenuta la prescrizione anche perché materialmente non è mai stato riconosciuto l'autore materiale del lancio di quell'oggetto metallico. Una sentenza storica, quella del Tribunale di Trani, che farà giurisprudenza: per la prima volta un Tribunale sottolinea che le responsabilità dell'impianto di gioco dove si svolge l'evento (in questo caso sportivo) sono dell'Ente proprietario della struttura (nel caso di specie il Comune di Molfetta) e della società che organizza l'incontro.
E non solo: fino ad oggi sentenze del genere avevano riguardato situazioni legate ai campionati di categorie superiori, e mai riferite a gare di campionati minori (Liberty Molfetta e Fortis Trani erano in Eccellenza nel 2010, nda) come in questo caso nella speranza che simili casi restino solo un lontano ricordo nel tempo.