Gli studenti del Classico incontrano gli immigrati
Una manciata di minuti al CARA per guardare negli occhi la speranza
mercoledì 11 giugno 2014
7.08
Il Liceo Classico è entrato nel Centro di accoglienza per immigrati di Palese. Unica scuola in Puglia ad averlo visitato, dopo un permesso speciale della Prefettura.
Gli alunni aderenti al progetto "MELPHICTA INCONTRA IL CLASSICO", guidati dai docenti Colonna, Mezzina e Turtur, hanno lavorato tutto un anno e fatto esperienze molteplici per approfondire cosa voglia dire davvero essere immigrati ed infine sono andati a quella che ora, perlomeno in terra di Bari, è la loro casa.
Il "C.A.R.A." (Centri Accoglienza Richiedenti Asilo) situato nei pressi dell'aeroporto è una grande struttura, che accoglie circa 1800 immigrati, di cui solo 11 donne e 2 minori. «Non vorrei sembrare banale, ma le persone non si rendono conto davvero delle condizioni di chi ci vive, fino a quando non si vede nei loro occhi la speranza e per alcuni la rassegnazione», afferma Luna. Il centro è munito di tutto quanto serve: la scuola, che favorisce l'approccio con la lingua italiana, l'infermeria, il servizio d'ordine, spazi di culto di religioni diverse e una sala mensa, un mondo di colori e profumi diversi. Ma, continua Luna: «Ho chiesto ad un ragazzo palestinese se fosse felice, ha risposto "certamente". Non ci credo. Potrebbero essere trattati davvero bene, con tutti i riguardi, con tutte le libertà, ma sono comunque in qualche modo prigionieri, prigionieri di un paese non loro. Perché nonostante possiedano un tetto sulla testa, una chiesa, un ospedale, una mensa, non è casa loro. Vivono incastrati in una terra di mezzo che gli offre qualcosa, ma sempre con una scadenza, aspettano impotenti una risposta dalla prefettura o una chiamata da una figlia, una moglie, un fratello». Persone con un'altra vita, un'altra famiglia, un altro paese, altre usanze, la cui felicità dipende da gente che non li conosce abbastanza da poter definire il loro futuro.
Agli alunni del Classico rimane la comprensione diretta di una realtà vissuta troppe volte solo come immagine televisiva e la speranza che gli ospiti dei "C.A.R.A" possano entrare a far parte della società, italiana o no, al più presto possibile.
Gli alunni aderenti al progetto "MELPHICTA INCONTRA IL CLASSICO", guidati dai docenti Colonna, Mezzina e Turtur, hanno lavorato tutto un anno e fatto esperienze molteplici per approfondire cosa voglia dire davvero essere immigrati ed infine sono andati a quella che ora, perlomeno in terra di Bari, è la loro casa.
Il "C.A.R.A." (Centri Accoglienza Richiedenti Asilo) situato nei pressi dell'aeroporto è una grande struttura, che accoglie circa 1800 immigrati, di cui solo 11 donne e 2 minori. «Non vorrei sembrare banale, ma le persone non si rendono conto davvero delle condizioni di chi ci vive, fino a quando non si vede nei loro occhi la speranza e per alcuni la rassegnazione», afferma Luna. Il centro è munito di tutto quanto serve: la scuola, che favorisce l'approccio con la lingua italiana, l'infermeria, il servizio d'ordine, spazi di culto di religioni diverse e una sala mensa, un mondo di colori e profumi diversi. Ma, continua Luna: «Ho chiesto ad un ragazzo palestinese se fosse felice, ha risposto "certamente". Non ci credo. Potrebbero essere trattati davvero bene, con tutti i riguardi, con tutte le libertà, ma sono comunque in qualche modo prigionieri, prigionieri di un paese non loro. Perché nonostante possiedano un tetto sulla testa, una chiesa, un ospedale, una mensa, non è casa loro. Vivono incastrati in una terra di mezzo che gli offre qualcosa, ma sempre con una scadenza, aspettano impotenti una risposta dalla prefettura o una chiamata da una figlia, una moglie, un fratello». Persone con un'altra vita, un'altra famiglia, un altro paese, altre usanze, la cui felicità dipende da gente che non li conosce abbastanza da poter definire il loro futuro.
Agli alunni del Classico rimane la comprensione diretta di una realtà vissuta troppe volte solo come immagine televisiva e la speranza che gli ospiti dei "C.A.R.A" possano entrare a far parte della società, italiana o no, al più presto possibile.