Giornata della Filosofia, la molfettese Claudia racconta gli studi a Parigi
«Della Francia apprezzo l'approccio multidisciplinare alla ricerca che moltiplica le opportunità di lavoro»
giovedì 16 novembre 2023
Cade oggi, terzo giovedì del mese, la Giornata Mondiale della Filosofia, istituita dall'Unesco. In quest'occasione abbiamo raccolto la testimonianza di Claudia Gadaleta, giovane molfettese che si è trasferita a Parigi per proseguire gli studi nell'ambito filosofico, dopo aver conseguito a Bari la laurea triennale.
Quella rilasciata dalla giovane concittadina alla redazione è un'intervista che racconta la personale esperienza della studentessa, le cui considerazioni non possono essere generalizzate.
«Al quinto anno di liceo classico il mio interesse per la storia e per la geopolitica si è fatto sempre più forte - esordisce - informandomi ho capito che con la laurea in Filosofia all'Università di Bari, scegliendo determinati esami tra i facoltativi, avrei potuto avere un'ottima preparazione sia in ambito storico sia in ambito filosofico».
Durante un esame della triennale, Claudia ha approfondito la biopolitica di Michel Focault e ha capito di voler proseguire gli studi in questo campo: «Nonostante in Italia la biopolitica e la filosofia della scienza fossero argomenti trattati, ho seguito il consiglio di diversi docenti e mi sono iscritta all'Università "Parigi 8", a Saint-Denis, uno dei principali centri focaultiani dove insegna Orazio Irrera, tra i più grandi esperti di Focault».
Già dal primo semestre a Parigi, la giovane molfettese ha capito di aver trovato il posto giusto per i suoi studi, che si stanno soffermando sempre di più sulla filosofia della scienza e sulla filosofia della biologia. Parallelamente all'esperienza universitaria, Claudia ha frequentato seminari e workshop organizzati da altre università che le hanno permesso di specializzarsi sempre di più, confermando la sua decisione di trasferirsi in Francia.
«Io ho studiato il filone "Analisi critica dei mondi sociali, giuridici e politici", dove i corsi sono variegati tra loro e offrono la possibilità di studiare diversi autori e diversi argomenti - spiega Claudia - il fattore comune a ogni corso è il fatto che tutti siano accompagnati da una riflessione politica e sociale sull'attualità».
Claudia ritiene che il suo percorso a Parigi sia complementare a ciò che ha studiato negli anni di triennale: «A Bari si studia molta storia della filosofia, utile a costruirsi un quadro storico e logico degli autori e delle loro rispettive scuole di pensiero - precisa la giovane - quello che manca e a cui secondo me bisognerebbe dare spazio è la rielaborazione personale collegata all'attualità, un aspetto che a "Parigi 8" è fondamentale».
Molti esami svolti a Parigi consistevano nella stesura di dossier, ovvero di brevi saggi in cui esprimere un punto di vista critico su un tema a partire da quanto studiato nell'ambito di un determinato corso.
«Non essendo abituata a fare esami scritti e non avendo avuto queste richieste in triennale, ho dovuto cambiare il mio approccio all'università - aggiunge Claudia - non sono ancora entrata del tutto in quest'ottica, in più ho dovuto ovviamente imparare ad avere dimestichezza con il francese».
Un'altra differenza con la precedente esperienza italiana è la possibilità di decidere i corsi da frequentare: «Alla "Parigi 8" viene data molta fiducia allo studente, che al contempo ha anche una grande responsabilità perché tutti i corsi che sceglie devono avere una certa coerenza, in quanto sono finalizzati al lavoro di tesi finale».
Anche la politicizzazione delle varie università è un aspetto che distingue la realtà parigina da quella barese: «La mia università è fortemente orientata a sinistra, qui c'è una vita molto attiva, noi studenti prendiamo parte di continuo alle manifestazioni».
Se c'è un altro aspetto che Claudia apprezza molto della realtà che sta vivendo è sicuramente l'investimento che viene fatto sulla ricerca: «In Francia viene dato molto spazio ai ricercatori e ai loro progetti, è anche considerato fondamentale un approccio multidisciplinare ai casi di studio».
Claudia, infatti, a gennaio inizierà un dottorato interdisciplinare in Filosofia della Biologia del cancro alla "LHP ST", acronimo che sta per Istituto di Storia e Filosofia delle Scienze e delle Tecniche.
«Qui gli ambienti di ricerca sono davvero eterogenei e questo aumenta non solo gli stimoli personali ma anche le opportunità lavorative - conclude- io sono laureata in Filosofia e mi confronto con chi è laureato in Biologia o in Medicina, i nostri punti di vista sono diversi ma indispensabili per quello che studiamo».
Quella rilasciata dalla giovane concittadina alla redazione è un'intervista che racconta la personale esperienza della studentessa, le cui considerazioni non possono essere generalizzate.
«Al quinto anno di liceo classico il mio interesse per la storia e per la geopolitica si è fatto sempre più forte - esordisce - informandomi ho capito che con la laurea in Filosofia all'Università di Bari, scegliendo determinati esami tra i facoltativi, avrei potuto avere un'ottima preparazione sia in ambito storico sia in ambito filosofico».
Durante un esame della triennale, Claudia ha approfondito la biopolitica di Michel Focault e ha capito di voler proseguire gli studi in questo campo: «Nonostante in Italia la biopolitica e la filosofia della scienza fossero argomenti trattati, ho seguito il consiglio di diversi docenti e mi sono iscritta all'Università "Parigi 8", a Saint-Denis, uno dei principali centri focaultiani dove insegna Orazio Irrera, tra i più grandi esperti di Focault».
Già dal primo semestre a Parigi, la giovane molfettese ha capito di aver trovato il posto giusto per i suoi studi, che si stanno soffermando sempre di più sulla filosofia della scienza e sulla filosofia della biologia. Parallelamente all'esperienza universitaria, Claudia ha frequentato seminari e workshop organizzati da altre università che le hanno permesso di specializzarsi sempre di più, confermando la sua decisione di trasferirsi in Francia.
«Io ho studiato il filone "Analisi critica dei mondi sociali, giuridici e politici", dove i corsi sono variegati tra loro e offrono la possibilità di studiare diversi autori e diversi argomenti - spiega Claudia - il fattore comune a ogni corso è il fatto che tutti siano accompagnati da una riflessione politica e sociale sull'attualità».
Claudia ritiene che il suo percorso a Parigi sia complementare a ciò che ha studiato negli anni di triennale: «A Bari si studia molta storia della filosofia, utile a costruirsi un quadro storico e logico degli autori e delle loro rispettive scuole di pensiero - precisa la giovane - quello che manca e a cui secondo me bisognerebbe dare spazio è la rielaborazione personale collegata all'attualità, un aspetto che a "Parigi 8" è fondamentale».
Molti esami svolti a Parigi consistevano nella stesura di dossier, ovvero di brevi saggi in cui esprimere un punto di vista critico su un tema a partire da quanto studiato nell'ambito di un determinato corso.
«Non essendo abituata a fare esami scritti e non avendo avuto queste richieste in triennale, ho dovuto cambiare il mio approccio all'università - aggiunge Claudia - non sono ancora entrata del tutto in quest'ottica, in più ho dovuto ovviamente imparare ad avere dimestichezza con il francese».
Un'altra differenza con la precedente esperienza italiana è la possibilità di decidere i corsi da frequentare: «Alla "Parigi 8" viene data molta fiducia allo studente, che al contempo ha anche una grande responsabilità perché tutti i corsi che sceglie devono avere una certa coerenza, in quanto sono finalizzati al lavoro di tesi finale».
Anche la politicizzazione delle varie università è un aspetto che distingue la realtà parigina da quella barese: «La mia università è fortemente orientata a sinistra, qui c'è una vita molto attiva, noi studenti prendiamo parte di continuo alle manifestazioni».
Se c'è un altro aspetto che Claudia apprezza molto della realtà che sta vivendo è sicuramente l'investimento che viene fatto sulla ricerca: «In Francia viene dato molto spazio ai ricercatori e ai loro progetti, è anche considerato fondamentale un approccio multidisciplinare ai casi di studio».
Claudia, infatti, a gennaio inizierà un dottorato interdisciplinare in Filosofia della Biologia del cancro alla "LHP ST", acronimo che sta per Istituto di Storia e Filosofia delle Scienze e delle Tecniche.
«Qui gli ambienti di ricerca sono davvero eterogenei e questo aumenta non solo gli stimoli personali ma anche le opportunità lavorative - conclude- io sono laureata in Filosofia e mi confronto con chi è laureato in Biologia o in Medicina, i nostri punti di vista sono diversi ma indispensabili per quello che studiamo».