Gianni Porta, pronto a percorrere un altro pezzo di strada
La candidatura sarà sostenuta da Rifondazione comunista e dal collettivo politico “Compagni di strada”
sabato 1 aprile 2017
11.59
"La strada continua", senza rinnegare il recente passato, ma prendendo quanto di buono è stato fatto dalla precedente amministrazione. Questa è la visione del candidato sindaco Gianni Porta, sostenuto dal suo partito Rifondazione comuniste e Compagni di strada, presentata ieri alla città presso la Fabbrica di San Domenico.
E' stata anche l'occasione di far conoscere i "Compagni di strada", i referenti (Luisa Centrone, Vincenzo Porcelli e Gianni Alessandrini) ci tengono a precisare che «non sono un movimento, ma un collettivo politico di persone che si riconosce nei valori della sinistra ma non trova corrispondenza nell'attuale scenario politico della sinistra». Vuole essere uno spazio autonomo di persone che «vogliono essere protagonisti della vita politica della città non delegando ad altri la gestione della cosa pubblica, perché vi possa essere una vera rifondazione della nostra comunità».
Compagni di strada invitano «a ripartire da un confronto serio per recuperare il dialogo con i cittadini al fine di tramandare nel tempo saperi e conoscenze, quindi ripartire dalla nostre radici e dalla nostra vocazione come città».
La scelta di Porta come candidato sindaco è una scelta nata "per strada", dall'impegno quotidiano che il partito ha profuso alla città a prescindere dal periodo elettorale, chiaramente c'è anche una condivisione dei punti programmatici.
Al segretario di Rifondazione comunista, Beppe Zanna, il compito di spiegare che «la candidatura di Gianni è una scelta collettiva, e che il "nuovismo" a tutti i costi lo lasciamo ad altri».
Troviamo un Gianni Porta, più maturo (chiaramente dal punto di vista politico), più guerriero, che ha fatto la sua gavetta negli scranni dell'aula Carnicella prima all'opposizione, poi nelle fila della maggioranza, che ha le idee ben chiare da dove bisogna ripartire. E' lui stesso ad affermare: «non sarei qui, se non avessi fatto pezzi di strada, dicendo sempre la nostra e provando, politicamente parlando a combattere a mani nude, conquistando il rispetto degli avversari pur nella durezza della battaglia politica». Ed aggiunge: «a Molfetta vogliamo continuare ad essere un'anomalia».
Porta continua dichiarando che «la politica è bella nel momento in cui c'è un partito che non è solo virtuale ma anche reale. Un partito che è aperto e disponibile per quanti hanno richiesto e chiederanno una mano, siamo un partito chiuso solo per chi ritiene che sia un autobus per fare carriera politica, non siamo un partito per trasformisti e personale politico clientelare».
Solo accenni al programma che è diviso in sei macro aree: economia, territorio, ambiente, solidarietà sociale, cultura e organizzazione comunale. Gianni Porta fa un excursus veloce non entra nei dettagli ma indica come intendono muoversi, partendo dalla «semina fatta dalla precedente amministrazione».
Non può mancare un passaggio sul nuovo porto commerciale, «un'opera pensata male e realizzata anche peggio, per cui si dovrebbe fare chiarezza per quello che concerne l'aspetto ambientale» e propone di continuare la sua costruzione legandola ad una filiera agroalimentare. Torna a parlare anche di porta a porta non nega che andrebbe migliorato, ma andrebbe anche dato un nuovo input all'impianto di compostaggio, all'impianto della plastica e a quello di biostabilizzazione per l'indifferenziata. Rinforzo delle aree urbane, recupero dell'ex mercato ortofrutticolo, completamento delle opere di urbanizzazione, attenzione per le categorie più deboli sono alcuni dei temi solo sfiorati in questa prima battuta.
Nel suo appassionato intervento rivolge ancora una volta un appello alle forze di sinistra «perché ci si possa dare una nuova possibilità, non vogliamo passare all'opposizione di noi stessi», a buon intenditore poche parole.
E' stata anche l'occasione di far conoscere i "Compagni di strada", i referenti (Luisa Centrone, Vincenzo Porcelli e Gianni Alessandrini) ci tengono a precisare che «non sono un movimento, ma un collettivo politico di persone che si riconosce nei valori della sinistra ma non trova corrispondenza nell'attuale scenario politico della sinistra». Vuole essere uno spazio autonomo di persone che «vogliono essere protagonisti della vita politica della città non delegando ad altri la gestione della cosa pubblica, perché vi possa essere una vera rifondazione della nostra comunità».
Compagni di strada invitano «a ripartire da un confronto serio per recuperare il dialogo con i cittadini al fine di tramandare nel tempo saperi e conoscenze, quindi ripartire dalla nostre radici e dalla nostra vocazione come città».
La scelta di Porta come candidato sindaco è una scelta nata "per strada", dall'impegno quotidiano che il partito ha profuso alla città a prescindere dal periodo elettorale, chiaramente c'è anche una condivisione dei punti programmatici.
Al segretario di Rifondazione comunista, Beppe Zanna, il compito di spiegare che «la candidatura di Gianni è una scelta collettiva, e che il "nuovismo" a tutti i costi lo lasciamo ad altri».
Troviamo un Gianni Porta, più maturo (chiaramente dal punto di vista politico), più guerriero, che ha fatto la sua gavetta negli scranni dell'aula Carnicella prima all'opposizione, poi nelle fila della maggioranza, che ha le idee ben chiare da dove bisogna ripartire. E' lui stesso ad affermare: «non sarei qui, se non avessi fatto pezzi di strada, dicendo sempre la nostra e provando, politicamente parlando a combattere a mani nude, conquistando il rispetto degli avversari pur nella durezza della battaglia politica». Ed aggiunge: «a Molfetta vogliamo continuare ad essere un'anomalia».
Porta continua dichiarando che «la politica è bella nel momento in cui c'è un partito che non è solo virtuale ma anche reale. Un partito che è aperto e disponibile per quanti hanno richiesto e chiederanno una mano, siamo un partito chiuso solo per chi ritiene che sia un autobus per fare carriera politica, non siamo un partito per trasformisti e personale politico clientelare».
Solo accenni al programma che è diviso in sei macro aree: economia, territorio, ambiente, solidarietà sociale, cultura e organizzazione comunale. Gianni Porta fa un excursus veloce non entra nei dettagli ma indica come intendono muoversi, partendo dalla «semina fatta dalla precedente amministrazione».
Non può mancare un passaggio sul nuovo porto commerciale, «un'opera pensata male e realizzata anche peggio, per cui si dovrebbe fare chiarezza per quello che concerne l'aspetto ambientale» e propone di continuare la sua costruzione legandola ad una filiera agroalimentare. Torna a parlare anche di porta a porta non nega che andrebbe migliorato, ma andrebbe anche dato un nuovo input all'impianto di compostaggio, all'impianto della plastica e a quello di biostabilizzazione per l'indifferenziata. Rinforzo delle aree urbane, recupero dell'ex mercato ortofrutticolo, completamento delle opere di urbanizzazione, attenzione per le categorie più deboli sono alcuni dei temi solo sfiorati in questa prima battuta.
Nel suo appassionato intervento rivolge ancora una volta un appello alle forze di sinistra «perché ci si possa dare una nuova possibilità, non vogliamo passare all'opposizione di noi stessi», a buon intenditore poche parole.