Gianni Porta apre a DeP e Area Pubblica in coalizione
«Ricostruire una nuova alleanza tra società politica e società civile»
martedì 2 maggio 2017
Leggo di candidati sindaci "civici" o presunti tali che incontrano esponenti del governo regionale per discutere di portualità, cantieri e mercati dopo aver già ricoperto incarichi sindacali con il centrodestra all'inizio degli anni Duemila, senza muovere un dito sui cantieri navali, senza definire l'utilità economica del nuovo porto commerciale, realizzando un nuovo mercato generale ortofrutticolo che già dal primo giorno evidenziava più di un difetto, affidando la gestione del depuratore ai privati, scelta rivelatasi un fallimento.
Allora il progetto si chiamava "governo a rete" perché a Molfetta, in Puglia e in Italia tirava forte il vento del berlusconismo e quel vento serviva a essere eletti sindaci. Oggi ci ritroviamo ad ascoltare non meglio precisate favole sulla "Molfetta positiva" che si collega al governo regionale di Emiliano (quello che chiude i reparti ospedalieri, anche a Molfetta), un progetto che Tommaso Minervini ha costruito assemblando storie, percorsi, esponenti distanti e incoerenti solo per tornare a essere sindaco.
Leggo di candidati sindaci del centrodestra che parlano di emarginazione di Molfetta dopo che per anni il centrodestra ha isolato Molfetta nell'incubo dorato del "granducato", pensando di essere indipendenti da tutti e da tutto, contestando la Città metropolitana di Bari qui a Molfetta mentre a Roma si appoggiava senza fiatare la riforma delle Province che abolisce l'elezione diretta dei consiglieri metropolitani e il restringimento degli spazi di democrazia negli Enti locali senza colpo ferire. Non ricordiamo sul tema interventi di Isa De Bari, forse è una storia recente che le manca e merita di essere recuperata.
Sono alcune osservazioni che mi portano a considerare necessaria un'alternativa a queste due proposte in campo per le prossime elezioni dell'11 giugno. E' incredibile come chi nei giorni pari parli di responsabilità, continuità istituzionale, credibilità politica, coerenza e stabilità, poi nei giorni dispari disattenda con parole, atti e comportamenti queste affermazioni.
Per questo credo che dinanzi a tutto ciò sia un dovere per la sinistra molfettese, le forze progressiste, le autentiche forze civiche e moderate della città costruire un'alleanza per evitare questi ritorni al passato.
E' necessario che oltre alle forze organizzate di sinistra che hanno già trovato una convergenza politica - Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista con nuovi Compagni di strada - anche movimenti locali progressisti come Democrazia è Partecipazione, forze civiche come Area Pubblica e moderati indisponibili alla scelta trasformista del Pd locale sentano la responsabilità di ricostruire una nuova alleanza tra società politica e società civile.
E' necessario per restituire credibilità alla politica e dignità alle istituzioni, per spiegare senza demagogia e senza scorciatoie la difficoltà quotidiana degli amministratori che cercano di cambiare le cose dopo anni di malgoverno.
E' necessario per ridare fiducia a un popolo di centrosinistra che vuole tornare a battersi per continuare i processi di cambiamento intrapresi in questi ultimi tre anni e migliorarli.
E' una responsabilità che avverto come tutti in questo momento: dare un riferimento, una guida plurale a una comunità vasta ma disorientata, che vuole lottare con dignità per migliorare la città, senza tradire la propria storia, senza vendersi per qualche promessa elettorale, senza trasformismi e cambi di casacca.
Ognuno con la sua storia, con la sua vita, con le sue esperienze. Per costruire la strada di tutti, per sentirsi a casa. Adesso.
Allora il progetto si chiamava "governo a rete" perché a Molfetta, in Puglia e in Italia tirava forte il vento del berlusconismo e quel vento serviva a essere eletti sindaci. Oggi ci ritroviamo ad ascoltare non meglio precisate favole sulla "Molfetta positiva" che si collega al governo regionale di Emiliano (quello che chiude i reparti ospedalieri, anche a Molfetta), un progetto che Tommaso Minervini ha costruito assemblando storie, percorsi, esponenti distanti e incoerenti solo per tornare a essere sindaco.
Leggo di candidati sindaci del centrodestra che parlano di emarginazione di Molfetta dopo che per anni il centrodestra ha isolato Molfetta nell'incubo dorato del "granducato", pensando di essere indipendenti da tutti e da tutto, contestando la Città metropolitana di Bari qui a Molfetta mentre a Roma si appoggiava senza fiatare la riforma delle Province che abolisce l'elezione diretta dei consiglieri metropolitani e il restringimento degli spazi di democrazia negli Enti locali senza colpo ferire. Non ricordiamo sul tema interventi di Isa De Bari, forse è una storia recente che le manca e merita di essere recuperata.
Sono alcune osservazioni che mi portano a considerare necessaria un'alternativa a queste due proposte in campo per le prossime elezioni dell'11 giugno. E' incredibile come chi nei giorni pari parli di responsabilità, continuità istituzionale, credibilità politica, coerenza e stabilità, poi nei giorni dispari disattenda con parole, atti e comportamenti queste affermazioni.
Per questo credo che dinanzi a tutto ciò sia un dovere per la sinistra molfettese, le forze progressiste, le autentiche forze civiche e moderate della città costruire un'alleanza per evitare questi ritorni al passato.
E' necessario che oltre alle forze organizzate di sinistra che hanno già trovato una convergenza politica - Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista con nuovi Compagni di strada - anche movimenti locali progressisti come Democrazia è Partecipazione, forze civiche come Area Pubblica e moderati indisponibili alla scelta trasformista del Pd locale sentano la responsabilità di ricostruire una nuova alleanza tra società politica e società civile.
E' necessario per restituire credibilità alla politica e dignità alle istituzioni, per spiegare senza demagogia e senza scorciatoie la difficoltà quotidiana degli amministratori che cercano di cambiare le cose dopo anni di malgoverno.
E' necessario per ridare fiducia a un popolo di centrosinistra che vuole tornare a battersi per continuare i processi di cambiamento intrapresi in questi ultimi tre anni e migliorarli.
E' una responsabilità che avverto come tutti in questo momento: dare un riferimento, una guida plurale a una comunità vasta ma disorientata, che vuole lottare con dignità per migliorare la città, senza tradire la propria storia, senza vendersi per qualche promessa elettorale, senza trasformismi e cambi di casacca.
Ognuno con la sua storia, con la sua vita, con le sue esperienze. Per costruire la strada di tutti, per sentirsi a casa. Adesso.