Gianni Carnicella, 30 anni dopo. Lo speciale

Il ricordo della classe politica, le voci dei protagonisti, l'impegno di Libera. Un murales lo omaggerà per sempre

sabato 9 luglio 2022
A cura di Nicola Miccione
7 luglio del 1992, sembra un giorno qualsiasi a Molfetta. Invece non sarà così. Il 7 luglio del 1992 entrerà negli annali cittadini come una delle date più buie: quel pomeriggio una mano assassina freddò con un fucile il sindaco Gianni Carnicella sul sagrato della chiesa di San Bernardino, a pochi metri dalla sede comunale.

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La nostra inchiesta, a 30 anni da quel maledetto 7 luglio 1992 - Carnicella era sindaco da appena cinque mesi -, inizia da lama Scotella, la nuova sede comunale, dove incontriamo Tommaso Minervini, al suo secondo mandato. Commosso è il ricordo di Annalisa Altomare, che ha raccolto la sua eredità diventando il primo sindaco donna di Molfetta sino al 1994. A sparare, quel 7 luglio 1992, fu Cristoforo Brattoli. L'abbiamo rintracciato alla Terza Cala, dove fa il venditore di bibite.

A parlare del processo è stato anche il suo difensore, l'avvocato Tiziano Tedeschi. Si diceva del movente. Carnicella fu ucciso per essersi rifiutato di concedere lo stadio per un concerto di Nino D'Angelo, che nel 2014, a Bari, parlò di quell'efferato omicidio. Due anni prima, nel 2012, forte dell'impegno di Libera, Carnicella fu riconosciuto vittima della criminalità organizzata. Adesso a Molfetta, grazie ad un'iniziativa dell'associazione Pro Artibus, un murales lo omaggerà per sempre.

Nell'omelia pronunciata nel 1992 durante i funerali del sindaco Carnicella, l'allora vescovo di Molfetta, don Tonino Bello, disse: «Noi non vogliamo fare del nostro sindaco né un eroe né un martire. Il segno stradale - concluse - di una conversione comunitaria che tutti insieme dobbiamo intraprendere con grande speranza».