"Ghost Wine": chiuse le indagini, 61 indagati. C'è un 56enne di Molfetta
Si tratta dell’operazione per l'adulterazione del vino che ha portato all'arresto di imprenditori, dipendenti ed enologi
mercoledì 1 luglio 2020
23.31
61 indagati, al termine dell'inchiesta sul vino adulterato ma venduto per biologico, anche grazie al coinvolgimento di aziende nazionali. Il sostituto procuratore Donatina Buffelli ha chiuso le indagini "Ghost Wine". Si tratta dell'operazione investigativa che portò all'arresto di imprenditori, dipendenti ed enologi.
Nell'avviso di conclusione, fra i 61 - che rispondono di associazione a delinquere, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, frode nell'esercizio del commercio, contraffazione, riciclaggio e attività di gestione dei rifiuti non autorizzata, risulta indagato anche un 56enne di Molfetta: le indagini sono state svolte dai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Lecce che l'11 luglio 2019 arrestarono 11 persone (6 in carcere e 5 ai domiciliari).
Le attività hanno permesso di sgominare tre associazioni a delinquere che avevano messo in atto un sistema commerciale che permetteva di ottenere prodotto vinoso a basto costo, commercializzato successivamente come di qualità. Attraverso la pratica della fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute dalla canna da zucchero e della barbabietola, si aumentava il volume del mosto.
Nel corso delle verifiche, infatti, i militari hanno acquisito vere e proprie "formule" per l'utilizzo dello zucchero che, insieme ad altre sostanze, attraverso l'utilizzo di processi enologici illegali, rendevano idoneo il vino che stava iniziando ad acetificare o quello di cattiva qualità, grazie a una nuova fermentazione.
Nell'avviso di conclusione, fra i 61 - che rispondono di associazione a delinquere, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, frode nell'esercizio del commercio, contraffazione, riciclaggio e attività di gestione dei rifiuti non autorizzata, risulta indagato anche un 56enne di Molfetta: le indagini sono state svolte dai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Lecce che l'11 luglio 2019 arrestarono 11 persone (6 in carcere e 5 ai domiciliari).
Le attività hanno permesso di sgominare tre associazioni a delinquere che avevano messo in atto un sistema commerciale che permetteva di ottenere prodotto vinoso a basto costo, commercializzato successivamente come di qualità. Attraverso la pratica della fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute dalla canna da zucchero e della barbabietola, si aumentava il volume del mosto.
Nel corso delle verifiche, infatti, i militari hanno acquisito vere e proprie "formule" per l'utilizzo dello zucchero che, insieme ad altre sostanze, attraverso l'utilizzo di processi enologici illegali, rendevano idoneo il vino che stava iniziando ad acetificare o quello di cattiva qualità, grazie a una nuova fermentazione.