Galea e Dolly hanno ripreso il largo

Galea e Dolly hanno ripreso il largo

martedì 23 dicembre 2014 7.48
A cura di Paola Copertino
In una splendida mattinata di fine dicembre sono state restituite al loro ambiente naturale due esemplari di tartaruga della specie caretta caretta. I due esemplari di testuggine sono stati chiamati Galea e Dolly e sono stati curati, nutriti e dotati del dispositivo di identificazione presso il Centro Recupero Tartarughe Marine di Molfetta il cui responsabile è Pasquale Salvemini.

Le tartarughe, ci ha raccontato Salvemini, erano finite nelle reti a strascico e, grazie alla sensibilità di due equipaggi di pescherecci, sono state recuperate e tratte in salvo. Sempre maggiore è l'attenzione che i pescatori riversano verso le tartarughe, una specie protetta in via di estinzione e che ultimamente sta subendo notevoli perdite a causa di notevolissimi episodi di spiaggiamento sulle nostre coste. Michele Monopoli e Pietro Dell' Olio della "Nuova Giovanna" e Andrea e Domenico Napoletano dell' "Argonauta" sono gli artefici dei due recuperi avvenuti nelle acque fra Barletta e Vieste. Dopo essere state trasportate dal Centro sul porto in due grosse conche, viste le dimensioni delle tartarughe veramente notevoli, Galea circa 65 cm mentre Dolly circa 45 cm, sono state imbarcate sul battello veloce A75 della Capitaneria di Porto di Molfetta, condotto dal maresciallo Natale Cortese. Grazie alla disponibilità del comandante, il Capitano di fregata La Grasta e dei suoi uomini, ancora una volta le testuggini hanno potuto rituffarsi nel loro ambiente naturale.

Raggiunta la distanza ideale dalla costa e la profondità indicata. Pasquale Salvemini, insieme ai membri dell'equipaggio, dopo aver sollevato Galea e Dolly che hanno iniziato subito a dimenarsi e a sbattere le pinne, le ha poggiate sul bordo per fare loro assaporare l'odore del mare. Subito dopo sono state immerse in acqua e, dopo un attimo di smarrimento e aver ripreso i contatti con l'elemento mare, hanno preso il largo immergendosi nel blu.
Ogni liberazione procura una emozione perché fa' apprezzare la bellezza della natura, quanto sia importante rispettarla e custodirla, per tramandarla, intatta o meno deturpata possibile, alle nuove generazioni.