Fuochi d'artificio notturni. Che cosa c'era da festeggiare?

Gli spettacoli pirotecnici hanno illuminato via Cavallotti e via Ragno

martedì 21 novembre 2017 13.25
Anche a Molfetta, da ieri notte, i botti non sono più un segnale inequivocabile di festa patronale. Uso e costume sempre più affermato, nella società criminale di Bari, è quello di lanciare fuochi d'artificio in cielo per festeggiare eventi interni ai gruppi criminali.

Rappresenta un momento di orgoglio, per un certo tipo di cultura malavitosa. E come tale va esaltata. I fuochi d'artificio che nella serata di ieri, intorno alle ore 00.10, hanno illuminato via Cavallotti e via Ragno, non sono di certo sfuggiti ai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, che tengono sotto controllo le dinamiche delle famiglie criminali, nell'ambito di un sistema di prevenzione ben radicato sul territorio.

L'usanza, ad esempio, è ormai condivisa in tutte le zone della città di Bari. Un modo spavaldo per festeggiare scarcerazioni eccellenti, compleanni e ricorrenze particolari, affinché tutti sappiano. Un modo coreografico di omaggiare delle persone, uno scimmiottare delle usanze da Gomorra, la serie televisiva basata sull'omonimo best seller di Roberto Saviano. Anche un segnale per dire: «Ci siamo ancora noi». Ma non è così.

Nelle strade di Molfetta, ad esempio, c'è un misto di sollievo, dopo gli arresti delle ultime settimane. Ma adesso l'intera comunità ha bisogno di segnali, speranze concrete e soprattutto di una politica che si interroghi, non solo della repressione che ci deve essere.