Frane e alluvioni, ci sono 200 milioni

112 milioni contro il rischio idrogeologico, altri 80 contro il rischio idraulico

venerdì 16 settembre 2016 0.06
I soldi per combattere frane e alluvioni in Puglia (e dunque anche a Molfetta, ndr) ci sono. Solo a luglio l'Assessorato alle Infrastrutture della Regione Puglia ha sbloccato 200 milioni di euro di fondi europei.

Peccato che poi i Comuni, destinatari delle risorse, incontrino parecchie difficoltà per trasformare questo denaro in cantieri per la messa in sicurezza del territorio. Ora però la Regione crea un fondo di rotazione per aiutare le amministrazioni locali a chiudere i progetti. Ed i soldi, come già detto, ci sono. Sono quelli europei e statali.

«Ora - si legge su Repubblica, in un articolo di Antonello Cassano - conosciamo anche il fabbisogno necessario per rattoppare tutta la regione: 2,5 miliardi di euro per una lista di centinaia di opere da realizzare, come risistemazione di canali, messa in sicurezza di torrenti e interventi su foci e bacini di corsi d'acqua. Tutto merito del lavoro di concerto fra Stato e Regione svolto negli ultimi anni.

Nel 2014 la Puglia ha inviato a Roma il suo primo elenco di opere: 275 lavori per un importo di 1 miliardo di euro. Quell'elenco è cresciuto e adesso tocca quota 2 miliardi 445 milioni di euro. Le zone più interessate sono quelle dei monti Dauni e della piana di Ginosa».

Recentemente la Regione Puglia ha messo sul tavolo quasi 200 milioni di euro di fondi europei da utilizzare su opere immediatamente cantierabili: 112 milioni per finanziare 68 progetti contro il rischio idrogeologico e altri 80 milioni per 19 progetti contro il rischio idraulico. Per la maggior parte sono lavori sul Gargano.

Per essere finanziati, questi progetti devono essere immediatamente cantierabili. Ma la lotta al dissesto idrogeologico in Puglia parte dagli uffici comunali e dalla difficoltà di chiudere progetti per realizzare opere di mitigazione ambientale.

Per questo ora in Assessorato alle Infrastrutture si vuole provare anche a risolvere le difficoltà dei comuni, mettendo a disposizione 20 milioni di euro in un fondo di rotazione da destinare alle amministrazioni per dotarsi di progettisti in grado di firmare le carte necessarie a dare il via ai lavori.