Fondazione Valente: l’omaggio alla Callas con le sfumature vocali di 5 artiste pugliesi
Ospite d’onore lo storico pianoforte di don Salvatore Pappagallo
domenica 29 gennaio 2023
12.42
La rassegna "I suoni della cultura 2023" della Fondazione V.M. Valente si apre con un omaggio alla divina, alla soprano per eccellenza: Maria Callas.
La sua voce, il suo essere, rimangono nell'immaginario collettivo simbolo di perfezione, eleganza, fonte di ispirazione per tanti. Hanno il fascino romantico di altri tempi, anche le sue alterne vicende amorose. Con la "Divina" viene esaltato il termine
soprano drammatico di agilità, ossia che riesce ad incarnare contemporaneamente doti di grande potenza vocale a coloriture vocali straordinarie.
Per assaporare questo ventaglio di sfumature vocali il direttore artistico della Fondazione, Sara Allegretta, ha voluto la voce di ben 5 soprani: Claudia Urru, Grazia Berardi, Marika Spadafino, Carmen Lopez e Maria Silecchio e del tenore Giuseppe Settanni, accompagnati al pianoforte dai maestri Dario Novielli e Corrado Fondacone.
In questo viaggio nel recital "Le voci dell'amore" ci ha accompagnato una straordinaria amica e confidente delle varie eroine Adele Del Monaco, interpretata magistralmente da Mariella Facchini.
E' ancora una volta Adelina, così come era accaduto, qualche mese fa, nel foyer del Teatro Petruzzelli, a raccogliere attraverso delle immaginarie lettere delle eroine i loro amori, i loro tormenti, le loro gioie, le loro speranze, la loro anima. I testi sono stati scritti da Enza Petrignani.
A dare voce a tutte queste anime in maniera sublime le cinque soprano e il tenore, creando emozioni uniche, trasportando lo spettatore di volta in volta nel mondo delle varie eroine, dalla Regina della notte, a Giulietta, passando per il Corsaro Corrado, o Violetta, Tosca o Musetta giusto per citarne alcune.
Ognuna diversa, ognuna con una vocalità unica, ognuna ha saputo interpretare con un pathos coinvolgente le varie sfumature di donne, le loro pene, i loro amore, i loro tormenti.
Una serata di grandi emozioni nell'auditorium "San Filippo Neri", conclusasi con un bis e con l'allegria di "Libiam nei lieti calici" tratto dall'opera "La Traviata".
Presente alla serata un'ospite d'eccezione, in realtà non si tratta di una persona ma di un oggetto, di un pianoforte più precisamente, quello di don Salvatore Pappagallo, fondatore della scuola musicale Dvorak, quello su cui tanti musicisti molfettesi si sono esercitati ed hanno avviato le loro carriere, come ha ricordato il direttore artistico, Sara Allegretta.
Dopo 40 anni, questo piano ha necessità di essere restaurato, per questo è stato chiesto ai presenti e alla città di contribuire per ridare il giusto valore allo strumento e alla storia musicale e artistica di don Salvatore.
La sua voce, il suo essere, rimangono nell'immaginario collettivo simbolo di perfezione, eleganza, fonte di ispirazione per tanti. Hanno il fascino romantico di altri tempi, anche le sue alterne vicende amorose. Con la "Divina" viene esaltato il termine
soprano drammatico di agilità, ossia che riesce ad incarnare contemporaneamente doti di grande potenza vocale a coloriture vocali straordinarie.
Per assaporare questo ventaglio di sfumature vocali il direttore artistico della Fondazione, Sara Allegretta, ha voluto la voce di ben 5 soprani: Claudia Urru, Grazia Berardi, Marika Spadafino, Carmen Lopez e Maria Silecchio e del tenore Giuseppe Settanni, accompagnati al pianoforte dai maestri Dario Novielli e Corrado Fondacone.
In questo viaggio nel recital "Le voci dell'amore" ci ha accompagnato una straordinaria amica e confidente delle varie eroine Adele Del Monaco, interpretata magistralmente da Mariella Facchini.
E' ancora una volta Adelina, così come era accaduto, qualche mese fa, nel foyer del Teatro Petruzzelli, a raccogliere attraverso delle immaginarie lettere delle eroine i loro amori, i loro tormenti, le loro gioie, le loro speranze, la loro anima. I testi sono stati scritti da Enza Petrignani.
A dare voce a tutte queste anime in maniera sublime le cinque soprano e il tenore, creando emozioni uniche, trasportando lo spettatore di volta in volta nel mondo delle varie eroine, dalla Regina della notte, a Giulietta, passando per il Corsaro Corrado, o Violetta, Tosca o Musetta giusto per citarne alcune.
Ognuna diversa, ognuna con una vocalità unica, ognuna ha saputo interpretare con un pathos coinvolgente le varie sfumature di donne, le loro pene, i loro amore, i loro tormenti.
Una serata di grandi emozioni nell'auditorium "San Filippo Neri", conclusasi con un bis e con l'allegria di "Libiam nei lieti calici" tratto dall'opera "La Traviata".
Presente alla serata un'ospite d'eccezione, in realtà non si tratta di una persona ma di un oggetto, di un pianoforte più precisamente, quello di don Salvatore Pappagallo, fondatore della scuola musicale Dvorak, quello su cui tanti musicisti molfettesi si sono esercitati ed hanno avviato le loro carriere, come ha ricordato il direttore artistico, Sara Allegretta.
Dopo 40 anni, questo piano ha necessità di essere restaurato, per questo è stato chiesto ai presenti e alla città di contribuire per ridare il giusto valore allo strumento e alla storia musicale e artistica di don Salvatore.