Flop "porta a porta"? Spesso i rifiuti finiscono nei cassonetti più vicini o ai bordi delle strade
La raccolta differenziata stenta a decollare
martedì 26 gennaio 2016
Tra i molfettesi più indisciplinati purtroppo non decolla la raccolta differenziata. O almeno così sembra. Un sistema "porta a porta" attivato nel gennaio 2016 nella frazione di Levante tra tante difficoltà e mal sopportato dai residenti, con l'unica conseguenza che molto spesso i sacchi della spazzatura vengono gettati negli unici cassonetti ancora rimasti sul territorio e con l'indifferenziato che finisce nel posto adibito alla carta o alla plastica se non addirittura a terra, lungo i marciapiedi. Una situazione che andrebbe almeno considerata come un primo campanello d'allarme.
Il "mastello" color terra (e non solo) si scomoda raramente, dall'appartamento del proprietario cui è stato affidato. Perché una cosa è portare in strada l'umido prodotto in casa all'ora e nel giorno prestabilito dal calendario del Comune, un'altra è tornare in strada una seconda volta, un paio di ore dopo o il mattino successivo, per riprendersi il cestino svuotato. Succede, allora, che Molfetta nell'intervallo serale venga presa d'assalto da sacchetti privi del contenitore, "nudi" e abbandonati in strada. Un piacere, per la vista, espresso domenica, passeggiando per la zona "campione".
La realtà dei fatti è che la sera, dalle 21, le strade della città rischiano di diventare una sorta di grande immondezzaio a cielo aperto. Si spera di no. Il problema iniziale dell'odore, legato soprattutto ai rifiuti organici, è calato. Una mano d'aiuta l'ha indubbiamente tesa la stagione fredda. A preoccupare sono però gli anonimi sacchetti, quasi sempre neppure adatti ad accogliere gli scarti da cucina (servono le buste biodegradabili), che campeggiano in strada fino all'arrivo dei mezzi della raccolta. E questo è un problema, ma non l'unico. Perché ci sono altri effetti collaterali della tutt'altro che perfetta applicazione del nuovo sistema "porta a porta". C'è ad esempio chi, non visto, sceglie deliberatamente di gettare il sacchetto dell'umido o di altro materiale differenziabile nei bidoni in ghisa o nei piccoli cestini disseminati in città. Approfittando, ancora una volta, di un'assenza di controllo che appare piuttosto evidente.
Il "mastello" color terra (e non solo) si scomoda raramente, dall'appartamento del proprietario cui è stato affidato. Perché una cosa è portare in strada l'umido prodotto in casa all'ora e nel giorno prestabilito dal calendario del Comune, un'altra è tornare in strada una seconda volta, un paio di ore dopo o il mattino successivo, per riprendersi il cestino svuotato. Succede, allora, che Molfetta nell'intervallo serale venga presa d'assalto da sacchetti privi del contenitore, "nudi" e abbandonati in strada. Un piacere, per la vista, espresso domenica, passeggiando per la zona "campione".
La realtà dei fatti è che la sera, dalle 21, le strade della città rischiano di diventare una sorta di grande immondezzaio a cielo aperto. Si spera di no. Il problema iniziale dell'odore, legato soprattutto ai rifiuti organici, è calato. Una mano d'aiuta l'ha indubbiamente tesa la stagione fredda. A preoccupare sono però gli anonimi sacchetti, quasi sempre neppure adatti ad accogliere gli scarti da cucina (servono le buste biodegradabili), che campeggiano in strada fino all'arrivo dei mezzi della raccolta. E questo è un problema, ma non l'unico. Perché ci sono altri effetti collaterali della tutt'altro che perfetta applicazione del nuovo sistema "porta a porta". C'è ad esempio chi, non visto, sceglie deliberatamente di gettare il sacchetto dell'umido o di altro materiale differenziabile nei bidoni in ghisa o nei piccoli cestini disseminati in città. Approfittando, ancora una volta, di un'assenza di controllo che appare piuttosto evidente.