Incendio a Miragica, indagini sui filmati delle telecamere
Le fiamme sarebbero state appiccate in punti diversi. Spenti gli ultimi pennacchi di fumo, è il tempo delle verifiche
mercoledì 20 luglio 2022
11.34
Sono portate avanti congiuntamente dai Carabinieri e dalla Polizia Locale le indagini, coordinate dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Maria Isabella Scamarcio, per capire le origini del rogo che ha devastato Miragica, il parco divertimenti a tema tra i più importanti del sud Italia chiuso dal 2018.
I militari del capitano Francesco Iodice e gli agenti del tenente colonnello Cosimo Aloia stanno acquisendo tutti i video delle telecamere che si trovano nell'area interessata dall'incendio, nella zona industriale. Al vaglio degli investigatori vi sono le riprese video effettuate non solo dai sistemi di videosorveglianza pubblici, ma pure quelli delle ditte private, per cercare di scoprire se possano esserci stati movimenti anomali, di persone o auto sospette, prima che scoppiasse il rogo.
Tutto questo viene effettuato parallelamente al lavoro dei Vigili del Fuoco secondo cui le fiamme sprigionatesi fra le sterpaglie circostanti, molto probabilmente dall'esterno, «per cause accidentali oppure dolose» (non sembrerebbe essere stato il classico mozzicone di sigaretta lanciato dal finestrino dell'auto, ma la mano dell'uomo, nda) hanno finito per propagarsi nel perimetro, dentro il quale sono ammassate le oltre venti attrazioni che erano ferme da quando il parco ha chiuso.
Le lingue di fuoco, che si sono sviluppate per cause in corso di accertamento - si propende per il dolo, anche se ufficialmente nessuno lo conferma - su un'area di circa 80mila metri quadrati, hanno bruciato non solo le attrazioni in ferro che per anni hanno richiamato il pubblico proveniente non solo da Molfetta e dintorni e i chioschi in legno, ma anche i pannelli, le lastre in gomma e plastica, i cumuli di rifiuti di varia natura e soprattutto la vegetazione incolta, fra alberi, arbusti e rovi.
L'incendio, infatti (il secondo in meno di un anno dopo quello avvenuto il 6 agosto dello scorso anno, nda), ha trovato terreno fertile proprio nella vegetazione del parco divertimenti su cui non sono stati mai effettuati interventi manutentivi: nel corso delle operazioni di bonifica, inoltre, sono stati trovati non un punto, ma più punti d'innesco diversi da cui poi le fiamme, favorite dal vento e dalle alte temperature, si sono irradiate a raggiera, incrociandosi fra loro e quindi alimentandosi.
Spenti gli ultimi pennacchi di fumo, è ora il tempo delle indagini sulla "Gardaland del Sud" - la visione dei filmati estrapolati dalle telecamere servirà proprio per non lasciare nulla al caso - che fra tre aste andate deserte e due incendi negli ultimi dodici mesi, ha già visto dimezzarsi il suo valore da 6,2 a 3,5 milioni di euro.
I militari del capitano Francesco Iodice e gli agenti del tenente colonnello Cosimo Aloia stanno acquisendo tutti i video delle telecamere che si trovano nell'area interessata dall'incendio, nella zona industriale. Al vaglio degli investigatori vi sono le riprese video effettuate non solo dai sistemi di videosorveglianza pubblici, ma pure quelli delle ditte private, per cercare di scoprire se possano esserci stati movimenti anomali, di persone o auto sospette, prima che scoppiasse il rogo.
Tutto questo viene effettuato parallelamente al lavoro dei Vigili del Fuoco secondo cui le fiamme sprigionatesi fra le sterpaglie circostanti, molto probabilmente dall'esterno, «per cause accidentali oppure dolose» (non sembrerebbe essere stato il classico mozzicone di sigaretta lanciato dal finestrino dell'auto, ma la mano dell'uomo, nda) hanno finito per propagarsi nel perimetro, dentro il quale sono ammassate le oltre venti attrazioni che erano ferme da quando il parco ha chiuso.
Le lingue di fuoco, che si sono sviluppate per cause in corso di accertamento - si propende per il dolo, anche se ufficialmente nessuno lo conferma - su un'area di circa 80mila metri quadrati, hanno bruciato non solo le attrazioni in ferro che per anni hanno richiamato il pubblico proveniente non solo da Molfetta e dintorni e i chioschi in legno, ma anche i pannelli, le lastre in gomma e plastica, i cumuli di rifiuti di varia natura e soprattutto la vegetazione incolta, fra alberi, arbusti e rovi.
L'incendio, infatti (il secondo in meno di un anno dopo quello avvenuto il 6 agosto dello scorso anno, nda), ha trovato terreno fertile proprio nella vegetazione del parco divertimenti su cui non sono stati mai effettuati interventi manutentivi: nel corso delle operazioni di bonifica, inoltre, sono stati trovati non un punto, ma più punti d'innesco diversi da cui poi le fiamme, favorite dal vento e dalle alte temperature, si sono irradiate a raggiera, incrociandosi fra loro e quindi alimentandosi.
Spenti gli ultimi pennacchi di fumo, è ora il tempo delle indagini sulla "Gardaland del Sud" - la visione dei filmati estrapolati dalle telecamere servirà proprio per non lasciare nulla al caso - che fra tre aste andate deserte e due incendi negli ultimi dodici mesi, ha già visto dimezzarsi il suo valore da 6,2 a 3,5 milioni di euro.