Festa della Liberazione: dalle ore 10.30 le celebrazioni ufficiali con le massime autorità
I musei di via san Pietro e di Piazza Mazzini saranno aperti al pubblico
martedì 24 aprile 2018
10.00
Il 25 Aprile del 1945 il partigiano Alessandro Pertini comunicò alla radio un celebre proclama in cui invitava tutte le forze belligeranti a compiere lo sforzo finale, ponendo le forze naziste e fasciste davanti al dilemma di "Arrendersi o perire!".
La liberazione dell'Italia avvenne definitivamente nei primissimi giorni del Maggio 1945, ma il giorno dell'esemplare discorso radiofonico dell'indimenticato ex Presidente della Repubblica fu scelto dai padri costituenti per ricordare questo importantissimo episodio della storia Italiana.
A concorrere alla riunificazione della penisola secondo i valori democratici, liberali ed egualitari furono il coraggio, il sacrificio, l'abnegazione di donne e uomini che nel Settembre 1943 decisero di combattere il regime dittatoriale fascista ed i reparti di occupazione tedeschi.
In primo luogo ricordiamo i reparti del Regio Esercito di stanza nel Sud Italia, composti di giovani di appena vent'anni, che per primi si opposero alla discesa della Wermacht arrestandone l'avanzata tra la Puglia, la Basilicata e la Campania. Questi reparti confluirono nell'esercito cobelligerante del nascente regno d'Italia del Sud, che si distinse in numerosi atti di valore sia sulla linea Gotica sia sulla linea Gustav.
Meno fortunati furono i reparti sparsi per l'Europa, che furono imprigionati nei campi di concentramento e condivisero le sofferenze dei lager con la popolazione ebraica ed i militari, già prigionieri delle precedenti campagne tedesche, come russi, inglesi e francesi.
Una piccola ma agguerrita parte scelse invece di nascondersi sulle montagne e combattere contro le preponderanti forze nemiche: erano i primi nuclei partigiani. Questi uomini e queste donne, con l'appoggio della popolazione, si batterono contro le forze nazifasciste della Repubblica di Salò fino ad arrivare a liberare le principali città italiane del Nord prima che l'esercito anglo-americano sfondasse la linea Gotica.
In particolare, a Molfetta, i giorni della liberazione furono segnati da una tragedia "quasi" dimenticata avvenuta il primo maggio 1945 in cui, a causa di un vile attentato, perirono le sorelle Antonia e Giacomina de Bari. Grazie allo sforzo dei soci è stato possibile pubblicare un articolo presso una testata locale in merito alla vicenda. Per la Festa della Liberazione i musei di via san Pietro e di Piazza Mazzini saranno aperti al pubblico.
I soci delle associazioni combattentistiche e d'arma di Molfetta si ritroveranno, alle ore 10.00, presso Piazza Mazzini per il rito dell'Alzabandiera, sulle note dell'inno nazionale, e per osservare un minuto di silenzio alla memoria delle sorelle de Bari e delle vittime della Guerra Civile. In seguito parteciperanno alla cerimonia organizzata dal comune secondo il seguente programma: raduno, alle 10.30, in Piazza Municipio; deposizione corona di alloro, alle 10.45, presso il Monumento ai Caduti; chiusura del corteo, alle 11.15 in Piazza Municipio. La cittadinanza tutta è invitata.
Dopo oltre settant'anni da quei tragici eventi il sogno dei combattenti per la libertà è divenuto realtà: l'Italia è una democrazia, l'Europa è unita e la diplomazia ed i trattati sono la principale forma di discussione e confronto tra gli stati.
La liberazione dell'Italia avvenne definitivamente nei primissimi giorni del Maggio 1945, ma il giorno dell'esemplare discorso radiofonico dell'indimenticato ex Presidente della Repubblica fu scelto dai padri costituenti per ricordare questo importantissimo episodio della storia Italiana.
A concorrere alla riunificazione della penisola secondo i valori democratici, liberali ed egualitari furono il coraggio, il sacrificio, l'abnegazione di donne e uomini che nel Settembre 1943 decisero di combattere il regime dittatoriale fascista ed i reparti di occupazione tedeschi.
In primo luogo ricordiamo i reparti del Regio Esercito di stanza nel Sud Italia, composti di giovani di appena vent'anni, che per primi si opposero alla discesa della Wermacht arrestandone l'avanzata tra la Puglia, la Basilicata e la Campania. Questi reparti confluirono nell'esercito cobelligerante del nascente regno d'Italia del Sud, che si distinse in numerosi atti di valore sia sulla linea Gotica sia sulla linea Gustav.
Meno fortunati furono i reparti sparsi per l'Europa, che furono imprigionati nei campi di concentramento e condivisero le sofferenze dei lager con la popolazione ebraica ed i militari, già prigionieri delle precedenti campagne tedesche, come russi, inglesi e francesi.
Una piccola ma agguerrita parte scelse invece di nascondersi sulle montagne e combattere contro le preponderanti forze nemiche: erano i primi nuclei partigiani. Questi uomini e queste donne, con l'appoggio della popolazione, si batterono contro le forze nazifasciste della Repubblica di Salò fino ad arrivare a liberare le principali città italiane del Nord prima che l'esercito anglo-americano sfondasse la linea Gotica.
In particolare, a Molfetta, i giorni della liberazione furono segnati da una tragedia "quasi" dimenticata avvenuta il primo maggio 1945 in cui, a causa di un vile attentato, perirono le sorelle Antonia e Giacomina de Bari. Grazie allo sforzo dei soci è stato possibile pubblicare un articolo presso una testata locale in merito alla vicenda. Per la Festa della Liberazione i musei di via san Pietro e di Piazza Mazzini saranno aperti al pubblico.
I soci delle associazioni combattentistiche e d'arma di Molfetta si ritroveranno, alle ore 10.00, presso Piazza Mazzini per il rito dell'Alzabandiera, sulle note dell'inno nazionale, e per osservare un minuto di silenzio alla memoria delle sorelle de Bari e delle vittime della Guerra Civile. In seguito parteciperanno alla cerimonia organizzata dal comune secondo il seguente programma: raduno, alle 10.30, in Piazza Municipio; deposizione corona di alloro, alle 10.45, presso il Monumento ai Caduti; chiusura del corteo, alle 11.15 in Piazza Municipio. La cittadinanza tutta è invitata.
Dopo oltre settant'anni da quei tragici eventi il sogno dei combattenti per la libertà è divenuto realtà: l'Italia è una democrazia, l'Europa è unita e la diplomazia ed i trattati sono la principale forma di discussione e confronto tra gli stati.