Fermato gruppo armato degli Strisciuglio. Preso anche un 26enne
Decapitata dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta la cellula del clan attiva a Palo del Colle
martedì 26 dicembre 2017
0.25
È finita nelle ultime ore l'irreperibilità di Oscar Lubisco, 26enne pluripregiudicato, presunto capo del gruppo armato, attivo a Palo del Colle e collegato all'agguerrito clan Strisciuglio, che si era specializzato, in particolare, nelle gestione di cocaina e marijuana nella zona.
Era irreperibile dal 20 dicembre scorso. È stato intercettato dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, brillantemente diretta dal capitano Vito Ingrosso. E infatti, proprio a conclusione di una intensa attività info-investigativa, il 26enne è stato fermato in una masseria di Toritto perché ritenuto responsabili di tentato omicidio, estorsione e detenzione di armi da guerra con l'aggravante di essere al vertice del gruppo armato.
L'uomo, dopo le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Bari, in attesa dell'interrogatorio di garanzia da parte del gip. Il suo arresto si aggiunge a quelli del 38enne Claudio Bufano, di Bitonto, del 25enne Marcantonio Lucatuorto e del 41enne Nicola Milillo, entrambi di Palo del Colle, arrestati su apposite ordinanze di custodia cautelare (una in carcere, due ai domiciliari), emesse dal gip del Tribunale barese Marco Galesi.
Le indagini, svolte dai militari della Compagnia di Molfetta, hanno svelato l'esistenza, nel comune di Palo del Colle, di un gruppo criminale armato - collegato al clan Striscuglio del capoluogo pugliese - dedito alla gestione dello spaccio di droga. Gli investigatori hanno accertato che gli indagati, allo scopo di esercitare il controllo malavitoso del territorio, si sono responsabili di numerose azioni violente, nei confronti degli spacciatori locali.
L'obiettivo era quello di costringerli a rifornirsi da loro di cocaina e marijuana, stabilendo anche le varie modalità di smercio della droga (prezzo, luogo e quantità giornaliere). L'inchiesta ha inoltre documentato come la compagine abbia imposto il pagamento del pizzo ad un imprenditore edile, minacciandolo di morte con l'uso delle armi. L'imprenditore aveva sporto denuncia ma poi l'aveva subito ritirata per paura di ritorsioni.
Durante l'indagine sono state sottoposte a fermo di polizia altre 3 persone (il 41enne Piero Margheriti, il 31enne Carlo Antonelli, già ai domiciliari, e il 41enne Giacomo Geronimo, già in carcere), e sono stati sequestrati un kalashnikov, un fucile a canne mozze e cospicui quantitativi di droga.
Era irreperibile dal 20 dicembre scorso. È stato intercettato dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, brillantemente diretta dal capitano Vito Ingrosso. E infatti, proprio a conclusione di una intensa attività info-investigativa, il 26enne è stato fermato in una masseria di Toritto perché ritenuto responsabili di tentato omicidio, estorsione e detenzione di armi da guerra con l'aggravante di essere al vertice del gruppo armato.
L'uomo, dopo le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Bari, in attesa dell'interrogatorio di garanzia da parte del gip. Il suo arresto si aggiunge a quelli del 38enne Claudio Bufano, di Bitonto, del 25enne Marcantonio Lucatuorto e del 41enne Nicola Milillo, entrambi di Palo del Colle, arrestati su apposite ordinanze di custodia cautelare (una in carcere, due ai domiciliari), emesse dal gip del Tribunale barese Marco Galesi.
Le indagini, svolte dai militari della Compagnia di Molfetta, hanno svelato l'esistenza, nel comune di Palo del Colle, di un gruppo criminale armato - collegato al clan Striscuglio del capoluogo pugliese - dedito alla gestione dello spaccio di droga. Gli investigatori hanno accertato che gli indagati, allo scopo di esercitare il controllo malavitoso del territorio, si sono responsabili di numerose azioni violente, nei confronti degli spacciatori locali.
L'obiettivo era quello di costringerli a rifornirsi da loro di cocaina e marijuana, stabilendo anche le varie modalità di smercio della droga (prezzo, luogo e quantità giornaliere). L'inchiesta ha inoltre documentato come la compagine abbia imposto il pagamento del pizzo ad un imprenditore edile, minacciandolo di morte con l'uso delle armi. L'imprenditore aveva sporto denuncia ma poi l'aveva subito ritirata per paura di ritorsioni.
Durante l'indagine sono state sottoposte a fermo di polizia altre 3 persone (il 41enne Piero Margheriti, il 31enne Carlo Antonelli, già ai domiciliari, e il 41enne Giacomo Geronimo, già in carcere), e sono stati sequestrati un kalashnikov, un fucile a canne mozze e cospicui quantitativi di droga.