Ferimento Squeo: reato derubricato per il 34enne. Ma resta in carcere
Il Tribunale ha escluso il tentato omicidio derubricandolo in lesioni. Resta l'accusa di porto abusivo di arma
giovedì 4 novembre 2021
10.00
Il Tribunale per la Libertà di Bari, in accoglimento dell'istanza di riesame presentata dagli avvocati Michele Salvemini e Giuseppe Germinario, legali difensori di Vito Magarelli, di 34 anni, ha parzialmente accolto la richiesta difensiva tesa a ritenere «insussistenti» i gravi indizi di colpevolezza del reato di tentato omicidio.
I fatti risalgono al 10 agosto scorso, quando in piazza Paradiso, il 44enne Leonardo Squeo fu colpito all'addome da alcuni colpi d'arma da taglio e poi da un colpo d'arma da fuoco al piede destro con una pistola calibro 7.65. Il ferito, riuscì a trascinarsi in via Bixio, dove, raggiunto da vari conoscenti, fu condotto in ospedale. Per quell'episodio, il 12 ottobre scorso i Carabinieri hanno arrestato due cugini omonimi, Vito Magarelli, di 48 e 34 anni, entrambi accusati di tentato omicidio.
«La tesi difensiva, basata sul diverso apporto dei due cugini al fatto e sulla circostanza che intenzione del nostro assistito (Vito Magarelli, di 34 anni, nda) - hanno detto i due legali, Salvemini e Germinario - non fosse quella di cagionare la morte di Squeo» è stata parzialmente accolta dal Tribunale per la Libertà di Bari che ha escluso il reato di tentato omicidio derubricandolo in lesioni. Ma Magarelli non ha lasciato il carcere di Trani: è accusato del reato di porto abusivo di arma.
«Sebbene il reato di lesioni non consenta la custodia cautelare in carcere - concludono i due legali - Magarelli è rimasto ristretto per la sola detenzione dell'arma». Diversa la posizione dell'altro co-indagato, il cugino Vito Magarelli, di 48 anni, il quale non ha presentato alcuna istanza. Per lui l'accusa resta di tentato omicidio.
I fatti risalgono al 10 agosto scorso, quando in piazza Paradiso, il 44enne Leonardo Squeo fu colpito all'addome da alcuni colpi d'arma da taglio e poi da un colpo d'arma da fuoco al piede destro con una pistola calibro 7.65. Il ferito, riuscì a trascinarsi in via Bixio, dove, raggiunto da vari conoscenti, fu condotto in ospedale. Per quell'episodio, il 12 ottobre scorso i Carabinieri hanno arrestato due cugini omonimi, Vito Magarelli, di 48 e 34 anni, entrambi accusati di tentato omicidio.
«La tesi difensiva, basata sul diverso apporto dei due cugini al fatto e sulla circostanza che intenzione del nostro assistito (Vito Magarelli, di 34 anni, nda) - hanno detto i due legali, Salvemini e Germinario - non fosse quella di cagionare la morte di Squeo» è stata parzialmente accolta dal Tribunale per la Libertà di Bari che ha escluso il reato di tentato omicidio derubricandolo in lesioni. Ma Magarelli non ha lasciato il carcere di Trani: è accusato del reato di porto abusivo di arma.
«Sebbene il reato di lesioni non consenta la custodia cautelare in carcere - concludono i due legali - Magarelli è rimasto ristretto per la sola detenzione dell'arma». Diversa la posizione dell'altro co-indagato, il cugino Vito Magarelli, di 48 anni, il quale non ha presentato alcuna istanza. Per lui l'accusa resta di tentato omicidio.