Ferimento Squeo: anche il 48enne lascia il carcere. Ai domiciliari
Il Gip di Trani ha accolto l’istanza degli avvocati dell'uomo, riconoscendo l’affievolimento delle esigenze cautelari
sabato 19 febbraio 2022
10.48
Passa agli arresti domiciliari, che sconterà sotto sorveglianza elettronica, il 48enne Vito Magarelli, accusato insieme al cugino omonimo, di 34 anni, del ferimento di Leonardo Squeo. A deciderlo, nei giorni scorsi, è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Lucia Anna Altamura, su istanza della difesa.
I fatti risalgono al 10 agosto scorso, quando in piazza Paradiso il 44enne Leonardo Squeo fu colpito all'addome da alcuni colpi d'arma da taglio e poi da un colpo d'arma da fuoco al piede destro con una pistola calibro 7.65. Il ferito riuscì a trascinarsi sino in via Bixio, dove, raggiunto da alcuni conoscenti, fu trasportato in ospedale. Per quell'episodio, il 12 ottobre scorso i Carabinieri hanno arrestato due cugini omonimi, Vito Magarelli, di 48 e 34 anni, accusati di tentato omicidio.
A distanza di quattro mesi il giudice per le indagini preliminari di Trani, nonostante il parere contrario riferito dal pubblico ministero Roberta Moramarco ha accolto l'istanza dei legali del cugino più grande, Andrea Calò e Vito Giulitto, riconoscendo l'affievolimento delle esigenze cautelari, ritenute, secondo i numerosi elementi prospettati, «ridimensionate e tutelabili con una misura meno afflittiva», nonché «nella esclusione della esigenza cautelare - è scritto - dell'inquinamento probatorio».
Il 48enne, accusato dei reati di tentato omicidio e porto abusivo di oggetti atti ad offendere ha quindi lasciato il penitenziario di Trani per far ritorno nella propria abitazione: sconterà i domiciliari con il braccialetto elettronico. L'altro co-indagato, invece, il cugino omonimo di 34 anni, è ai domiciliari da dicembre scorso.
I fatti risalgono al 10 agosto scorso, quando in piazza Paradiso il 44enne Leonardo Squeo fu colpito all'addome da alcuni colpi d'arma da taglio e poi da un colpo d'arma da fuoco al piede destro con una pistola calibro 7.65. Il ferito riuscì a trascinarsi sino in via Bixio, dove, raggiunto da alcuni conoscenti, fu trasportato in ospedale. Per quell'episodio, il 12 ottobre scorso i Carabinieri hanno arrestato due cugini omonimi, Vito Magarelli, di 48 e 34 anni, accusati di tentato omicidio.
A distanza di quattro mesi il giudice per le indagini preliminari di Trani, nonostante il parere contrario riferito dal pubblico ministero Roberta Moramarco ha accolto l'istanza dei legali del cugino più grande, Andrea Calò e Vito Giulitto, riconoscendo l'affievolimento delle esigenze cautelari, ritenute, secondo i numerosi elementi prospettati, «ridimensionate e tutelabili con una misura meno afflittiva», nonché «nella esclusione della esigenza cautelare - è scritto - dell'inquinamento probatorio».
Il 48enne, accusato dei reati di tentato omicidio e porto abusivo di oggetti atti ad offendere ha quindi lasciato il penitenziario di Trani per far ritorno nella propria abitazione: sconterà i domiciliari con il braccialetto elettronico. L'altro co-indagato, invece, il cugino omonimo di 34 anni, è ai domiciliari da dicembre scorso.