Favoreggiamento nell'omicidio di Annamaria Bufi? Ricorsi inammissibili per la Cassazione
La Suprema Corte si è espressa sulle domande delle sorelle e della cugina del presunto assassino di Annamaria Bufi
giovedì 18 aprile 2019
18.51
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi delle sorelle Teresa ed Anna Andriani e della cugina Teresa Cafagna, accusate dalla Procura della Repubblica di Trani di favoreggiamento del presunto assassino di Annamaria Bufi, la 23enne molfettese uccisa la notte tra il 3 e 4 febbraio 1992.
A febbraio 2012 la Corte d'Assise d'Appello di Bari dichiarò «estinto il reato di omicidio per morte del reo»: Domenico Marino Bindi, con cui Annamaria Bufi aveva avuto una relazione sentimentale, era, infatti, morto a dicembre 2012. Per la Procura tranese le 3 imputate lo favorirono nel corso delle indagini rendendo agli inquirenti dichiarazioni fuorvianti omissive rispetto a quanto realmente sapevano.
A marzo 2013 il Tribunale di Trani dichiarò il non doversi procedere nei confronti di Teresa Cafagna e Teresa Andriani per intervenuta prescrizione del reato di favoreggiamento e ritenne non punibile Anna Andriani in quanto se avesse dichiarato d'essersi trovata davanti al cadavere di Annamaria Bufi, pur non avendola ammazzata, avrebbe potuto rischiare «un grave ed inevitabile nocumento nella libertà o nell'onore».
La sentenza di primo grado fu impugnata dalle 3 imputate, che hanno sempre mirato alla piena assoluzione. Ma la Corte d'Appello di Bari confermò la pronuncia del giudice monocratico di Trani. Anche la sentenza dei giudici baresi è stata impugnata, ma la Cassazione ha ritenuto i ricorsi inammissibili.
A febbraio 2012 la Corte d'Assise d'Appello di Bari dichiarò «estinto il reato di omicidio per morte del reo»: Domenico Marino Bindi, con cui Annamaria Bufi aveva avuto una relazione sentimentale, era, infatti, morto a dicembre 2012. Per la Procura tranese le 3 imputate lo favorirono nel corso delle indagini rendendo agli inquirenti dichiarazioni fuorvianti omissive rispetto a quanto realmente sapevano.
A marzo 2013 il Tribunale di Trani dichiarò il non doversi procedere nei confronti di Teresa Cafagna e Teresa Andriani per intervenuta prescrizione del reato di favoreggiamento e ritenne non punibile Anna Andriani in quanto se avesse dichiarato d'essersi trovata davanti al cadavere di Annamaria Bufi, pur non avendola ammazzata, avrebbe potuto rischiare «un grave ed inevitabile nocumento nella libertà o nell'onore».
La sentenza di primo grado fu impugnata dalle 3 imputate, che hanno sempre mirato alla piena assoluzione. Ma la Corte d'Appello di Bari confermò la pronuncia del giudice monocratico di Trani. Anche la sentenza dei giudici baresi è stata impugnata, ma la Cassazione ha ritenuto i ricorsi inammissibili.