Fausto Leali emoziona Corso Dante: le immagini
Tripudio d'affetto e calore per il cantante, estasiato dai fan molfettesi
venerdì 1 luglio 2016
9.02
Un autentico bagno di folla ha accolto il secondo appuntamento in cartellone per la stagione estiva della rassegna Luci e Suoni a Levante, promossa e organizzata dalla Fondazione Vincenzo Maria Valente con il patrocinio del Comune di Molfetta.
Ad animare l'estate musicale molfettese ieri ci hanno pensato Fausto Leali e la Jazz Studio Orchestra diretta dal Maestro Paolo Lepore.
Il celeberrimo cantante, definito dal critico musicale Ugo Sbisà «una piccola leggenda vivente… molto legato alla Puglia…», ha stregato il foltissimo pubblico che gremiva corso Dante (come i balconi e i tetti che su di esso si affacciano) con i suoi più amati successi.
Timbro inconfondibile, grinta da vendere, vocalità immutata sono state le peculiarità mostrate dal "negro bianco" (appellativo che proprio la sua voce "nera" gli ha guadagnato – oltre che titolo del suo terzo album)
Applausi a scena aperta appena il primo soul man ha intonato Angeli Neri, seguita da Deborah, Un'ora fa, Mi manchi, Pregherò (cover di Stand by me lanciata da un giovane Adriano Celentano) e un immancabile omaggio a James Brown (un titolo tra i tanti: I feel good).
Intensa l'esecuzione di "Ti lascerò" in coppia con la bravissima Lorella Falcone, che ha retto il confronto con Anna Oxa (interprete del duetto originale).
Il pubblico si è lasciato coinvolgere cantando brani del calibro di Malafemmena e Io amo, sottolineando il ritmo.
Una vera apoteosi ha accolto "A chi" (il primo grande successo di Fausto Leali, cover di "Hurt": un brano che nel 1967 spopolava nella versione di Timi Yuro) eseguita con un pubblico in visibilio.
Gran finale con i bis "Mi manchi" e "A chi" con il pubblico che si è stretto intorno al palco.
Sul palco Fausto Leali è stato accompagnato da una impeccabile Jazz Studio Orchestra, composta da validissimi e talentuosi musicisti, a partire dal giovanissimo Vincenzo Di Gioia (soli 12 anni ma virtuosismo da grande professionista). E non poteva essere altrimenti. Non dimentichiamo che la prima formazione jazzistica in Italia, sotto la guida del Maestro Lepore, ha collaborato con artisti di altissimo rilievo (Dizzy Gillespie, Gianni Bosso, Art Farmer… solo per fare qualche nome).
«Una delle poche serate che porterò nella vita…» ha commentato lo stesso Leali e c'è da credergli considerando il coinvolgimento e l'affetto tributatogli dagli astanti che non hanno perso una sola nota.
Ad animare l'estate musicale molfettese ieri ci hanno pensato Fausto Leali e la Jazz Studio Orchestra diretta dal Maestro Paolo Lepore.
Il celeberrimo cantante, definito dal critico musicale Ugo Sbisà «una piccola leggenda vivente… molto legato alla Puglia…», ha stregato il foltissimo pubblico che gremiva corso Dante (come i balconi e i tetti che su di esso si affacciano) con i suoi più amati successi.
Timbro inconfondibile, grinta da vendere, vocalità immutata sono state le peculiarità mostrate dal "negro bianco" (appellativo che proprio la sua voce "nera" gli ha guadagnato – oltre che titolo del suo terzo album)
Applausi a scena aperta appena il primo soul man ha intonato Angeli Neri, seguita da Deborah, Un'ora fa, Mi manchi, Pregherò (cover di Stand by me lanciata da un giovane Adriano Celentano) e un immancabile omaggio a James Brown (un titolo tra i tanti: I feel good).
Intensa l'esecuzione di "Ti lascerò" in coppia con la bravissima Lorella Falcone, che ha retto il confronto con Anna Oxa (interprete del duetto originale).
Il pubblico si è lasciato coinvolgere cantando brani del calibro di Malafemmena e Io amo, sottolineando il ritmo.
Una vera apoteosi ha accolto "A chi" (il primo grande successo di Fausto Leali, cover di "Hurt": un brano che nel 1967 spopolava nella versione di Timi Yuro) eseguita con un pubblico in visibilio.
Gran finale con i bis "Mi manchi" e "A chi" con il pubblico che si è stretto intorno al palco.
Sul palco Fausto Leali è stato accompagnato da una impeccabile Jazz Studio Orchestra, composta da validissimi e talentuosi musicisti, a partire dal giovanissimo Vincenzo Di Gioia (soli 12 anni ma virtuosismo da grande professionista). E non poteva essere altrimenti. Non dimentichiamo che la prima formazione jazzistica in Italia, sotto la guida del Maestro Lepore, ha collaborato con artisti di altissimo rilievo (Dizzy Gillespie, Gianni Bosso, Art Farmer… solo per fare qualche nome).
«Una delle poche serate che porterò nella vita…» ha commentato lo stesso Leali e c'è da credergli considerando il coinvolgimento e l'affetto tributatogli dagli astanti che non hanno perso una sola nota.