Fase 2 a Molfetta ma per i molfettesi il Coronavirus non esiste più
Corso Umberto e lungomare presi d'assalto. In periferia tutti sportivi
venerdì 8 maggio 2020
C'è un aspetto della fase 2 che a Molfetta in molti non hanno ben compreso: il Coronavirus non è stato debellato e vinto, il pericolo di contagi c'è ed è ancora alto e, soprattutto, la data del 4 maggio 2020 non ha segnato il "liberi tutti".
E' da lunedì (anche se già nel weekend la differenza rispetto alle prime settimane del lockdown era evidente, ndr) che la città sembra tornata al periodo antecedente al 9 marzo 2020.
Tutti in giro, a gruppi e spesso senza mascherine, guanti, distanza di sicurezza. Niente di niente.
Corso Umberto il ritrovo prediletto: anziani che ridono e scherzano sulle panchine, adesso ritrovo anche di famiglie con bambini. Duole dirlo ma è la verità: i piccoli a giocare senza alcuna protezione, gli adulti a parlare tra loro nelle stesse condizioni.
E non si tratta di residenti che forse sono gli unici a restare, per ovvie ragioni, in casa. Nè di fasce orarie: la gente c'è sempre. Sempre in queste condizioni.
Idem al Lungomare e al Porto dove, ad esempio, non manca anche di vedere gruppi di non conviventi in bici addirittura bere dalla stessa bottiglietta d'acqua.
E non si pensi che sia un fenomeno solo del centro, diventato nuovamente luogo di ritrovo.
In periferia lo spartito in cambia, anzi. In periferia pare che tutti siano diventati improvvisamente sportivi.
E' da lunedì (anche se già nel weekend la differenza rispetto alle prime settimane del lockdown era evidente, ndr) che la città sembra tornata al periodo antecedente al 9 marzo 2020.
Tutti in giro, a gruppi e spesso senza mascherine, guanti, distanza di sicurezza. Niente di niente.
Corso Umberto il ritrovo prediletto: anziani che ridono e scherzano sulle panchine, adesso ritrovo anche di famiglie con bambini. Duole dirlo ma è la verità: i piccoli a giocare senza alcuna protezione, gli adulti a parlare tra loro nelle stesse condizioni.
E non si tratta di residenti che forse sono gli unici a restare, per ovvie ragioni, in casa. Nè di fasce orarie: la gente c'è sempre. Sempre in queste condizioni.
Idem al Lungomare e al Porto dove, ad esempio, non manca anche di vedere gruppi di non conviventi in bici addirittura bere dalla stessa bottiglietta d'acqua.
E non si pensi che sia un fenomeno solo del centro, diventato nuovamente luogo di ritrovo.
In periferia lo spartito in cambia, anzi. In periferia pare che tutti siano diventati improvvisamente sportivi.